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Di cosa vuoi parlare?

Ho passato una notte infernale, un misto di insonnia, dolore all'anca e sacro furore della lettura. Dopo aver visto per la prima volta Harry Potter alla tv (in lingua originale e con i sottotitoli o potrei non farcela!) non so proprio come tenere a bada quel dolore insolente che diventa una autentica pugnalata in funzione di indecifrati movimenti. Poi quel libro sul comodino (il fiore del desiderio) con quella storia che mi toglie il fiato. I dolori delle persone li sento nella mia pelle, un dono o una maledizione? A distanza di anni ancora non so capirlo. Inizio a leggere tardi, è già l'una di notte, ma la storia è arrivata in un momento avvincente ed il mio corpo si ribella a Morfeo.

Fuori vento e pioggia flagellano tapparelle e muri, i miei sensi percepiscono ogni cosa come esaltati da una lettura di dolore. Leggo di mondi lontani, nel tempo, nella cultura, nella sensibilità, ma l'umanità mi attrae, la voragine dei sentimenti mi risucchia. Le tre del mattino, una palpebra comincia la sua discesa verso l'altra ma ecco che qualcosa di ineluttabile accade nella storia e non posso più permettermi di lasciarmi andare al sonno senza sapere. Devo procedere nella lettura sperando che la spiegazione arrivi al più presto, devo avere una risposta immediata su come i protagonisti affronteranno gli eventi. Devo capire chi farà cosa. Parliamo di sentimenti, parliamo di vita, parliamo di trovare un riscatto sociale. Sono le quattro, la testa martella di dolore, avidità di sapere, ansia di riposare ed indecifrata tensione.

Spengo. La sveglia suonerà da lì a poco non posso farmi travolgere da tutta insensatezza. Mi addormento in un turbinio di strani sogni, suoni di tormenta e dolori corporali.

Suona la sveglia e nella mia testa risuona una domanda: "Di cosa vuoi parlare?". E già di cosa voglio parlare e soprattutto voglio parlare? Le labbra mi si serrano e con questo dubbio opprimente mi alzo a fatica per iniziare la giornata.


Amanda Decori pubblicato il 17.01.2018 [ Riflessioni ]


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