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Libri e muffa

leggere prima di buttare

Se anche voi avete il privilegio di avere una cantinetta, o uno spazio di ricovero, sapete bene come questa diventi rapidamente ricettacolo di ogni cosa. Se poi fate parte della categoria "soccorso disponibile" l'ambiente risulta subito bersaglio dalle momentanee disperazioni per assenza di spazio delle vostre amicizie. Io ho ospitato di tutto e per lungo tempo. Qualche volta il passo successivo è stato la discarica, non per mia decisione. In realtà il più delle volte le persone scordano totalmente d'avere una appendice in casa mia, finiscono con disamorarsi ovvero il bene si deteriora ed in ogni caso la via della pattumiera, rigorosamente differenziata, è il suo destino.

Ovviamente da quanto è in auge la differenziazione dei rifiuti la mia accoglienza è stata messa a dura prova, infatti poi tocca a me, in quanto residente, recarmi al centro raccolta per buttare “ospitate” particolari come vernici e solventi ormai deteriorati. In quei casi anche l'amico più caro ripudia la paternità e giura e spergiura di non averti mai affibbiato nulla di così difficile da buttare. Per la verità proprio a causa di queste stringenti disposizioni da un po' di tempo rifiuto l'alloggio più o meno a tutto, secondo me non mancherà molto che ci facciano pagare a peso di smaltimento e vorrei evitare di trovarmi da single a produrre più scarti di una famiglia di sette elementi.

Tuttavia restano le scorte. Ho della scatole di cui non so nemmeno più a chi sono appartenute, nonché svariati contenitori lasciati da una amica che si è dovuta trasferire all'estero in fretta e furia una decina di anni fà. Aveva difficoltà a fare un vero e proprio trasloco, non sapendo bene la durata della sua permanenza, e si riservava di liberarmi tutto al massimo entro un anno.

La mia cantina non è propriamente un esempio di salubrità ed essendo dotata di grata, anziché infisso, oppone poca resistenza all'ingresso di grandi quantità di polvere, foglie, insetti e, nei casi di bufera, abbondati spruzzate di acqua piovana. Essendo ormai chiaro l'abbandono degli oggetti ho deciso per l'apertura dei pacchi. Di certo non aspettando di non trovare nulla di buono, come accade nella nota trasmissione a premi televisiva.

I vestiti, sebbene impacchettati a dovere, hanno subito l'oltraggioso assalto di umidità, muffa e lesioni da piegatura prolungata. Paccate di soldi ridotti a stracci o direttamente avviati alla indifferenziata. Ma la cosa che mi fa più male sono i libri, maldestramente conservati, ingialliti, ammuffiti e maleodoranti.

Che fare? Ricoverarli in casa? No di certo, mi sono appena liberata di pacchi di riviste non vorrei occupare nuovamente e confusamente gli spazi tornati alla luce dopo decenni. E poi ho letto che la muffa può contagiare gli altri libri e deteriorare in breve gli ambienti. Quinti? Li butto? ORRORE! Ce ne sono tanti che non ho ancora letto.

Cerco su internet dei rimedi. Molti siti dispensatori di soluzioni, ma sembrano uno la fotocopia dell'altro e tutti con tonnellate di pubblicità spalmata su più pagine. Boh, non mi sembrano molto affidabili e comunque non sembrano risolutivi.

Prendo una decisione. Lascio in quarantena il libro dentro una busta con bicarbonato finché non arriva il momento per leggerlo. Lo tolgo dalla busta e libero del bicarbonato sfogliandolo velocemente su la pavimento e poi lo spolvero. Inizi a leggerlo tenendolo su superfici che posso ripulire e mai vicino agli altri libri. Una volta finito lo butto nella carta. Sarà riciclato ma io lo avrò letto.


Amanda Decori pubblicato il 19.01.2018 [ Riflessioni ]


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