Registrati | Accedi

Ricerca

Titolo:

Anno (le 4 cifre):

Categoria:



Fra due cose da fare scegli niente

Indecisione o paura di non essere all'altezza

Non so se capita anche voi che fra due cose che dovete o vorreste fare alla fine non fate nulla, a me si. Non saprei dire la frequenza perchè alla fine spesso mi obbligo a farne almeno una, però dopo aver cincischiato su entrambe e spesso ottenendo risultati inferiori a quelli che avrei avuto facendo una scelta decisa dall'inizio. Forse! Già forse, perchè alla fine della fiera mi sembra sempre di aver trascurato l'attività che sarebbe stata più produttiva o doverosa o piacevole.

Faccio un esempio: ho circa un'ora a disposizione prima di dover uscire, resto indecisa fra studiare inglese o scrivere qualcosa. Apro il programma OpenOffice Writer (programma per scrivere testi con licenza libera) e contemporaneamente mi collego anche al sito BBC Learning English (la nota TV inglese mette a disposizione gratuitamente molti contenuti per imparare o perfezionare il proprio inglese), ma ovviamente seguire contemporaneamente la conversazione in inglese e scrivere contenuti con argomenti diversi in italiano sarebbe arduo anche per Giano bifronte (divinità dell'antica Roma raffigurata con un doppio volto), figuriamoci per una come me con capacità di concentrazione normali tendenti allo scarso! La situazione non migliora se opto per l'ascolto ed il lavoro a maglia. Il filo si inceppa in continuazione e perdo punti, mentre pera avere una idea sull'efficacia dell'ascolto è più semplice contare le poche cose che capisco con una mano che la gran quantità di parole più simili all'ostrogoto che all'inglese. Un disastro!

Ma allora perchè non scegliere di fare una cosa piuttosto che un'altra? E grazie al cavolo! Ma come la mettiamo con gli almeno quindici minuti al giorno da dedicare all'inglese, le cose che devo scrivere per il mio piacere e la maglia che non riesce a progredire da due mesi a questa parte? Il tempo a disposizione è davvero poco e poi sto anche già pensando a cosa mi posso mettere per uscire... Acc! Inoltre se si insinua anche l'insicurezza sulla scelta fatta è un gran guaio. E se alla fine del tempo a disposizione non ho imparato neanche una parola nuova d'inglese, oltre a non aver capito un'acca anche dopo il decimo ascolto? Ma se scelgo di scrivere ed incappo nel blocco dello scrittore? Una pagina inesorabilmente bianca dopo avere rinunciato a migliorare una lingua straniera tanto utile. Per rilassarmi potrei scegliere il lavoro a maglia ed un bel disco in sottofondo, del resto ho poco tempo prima di uscire ed incomincio ad essere troppo stressata. Scelta perfetta se non fosse per la valanga di sensi di colpa che mi travolgerebbero dopo, perchè alla fin fine non ho fatto nulla di "produttivo".

Di cosa stiamo parlando: mancanza di capacità decisionale, di concentrazione, di interesse reale o di troppi interessi senza riuscire a focalizzarsi su uno alla volta? Ovvero avere tanti desideri ma scarsa volontà di conseguire i risultati con sacrificio e rinuncia, in una parola pensare che le cose dovrebbero arrivare con meno sacrificio e nel  più breve tempo possibile? Impazienza e pigrizia? Mamma mia dovrei rivolgermi ad un analista! Non so cosa sia, non ho la qualifica, probabilmente un insieme di tanti fattori, tutti quelli che differenziano le persone con una scopo ed una passione ben precisa nella vita dalla marea di tutti gli altri che galleggiano fra il desiderio del dolce far niente e di essere al contempo "bravissimi in qualsiasi cosa facciano". Ho appena dato il via ad un dibattito sulla chimera.

E quindi alla fine? Ho aperto questa rubrica per prima cosa per riuscire a districarmi nella matassa delle mie sensazioni, quindi se avessi una risposta certa sarei come i tanti maestri motivazionali che imperversano nella rete. Direi "fate così per tot giorni e cosà altri tot", oppure "comprate il mio libro guida e vi risolvete il problema". Io lo comprerei il mio libro guida se lo avessi scritto! Almeno un problema lo risolverebbe, quello del mio portafogli! Ma scherzi a parte, e lontano da me criticare i libri altrui visto che ne ho comprati tanti più o meno utili, semmai dovessi arrivare ad una risposta univoca nel corso di questa rubrica aggiungerò il link in fondo a questa pagina verso quella risolutiva (campa cavallo!). 

Al momento posso solo mettervi al corrente del mio stratagemma per cercare di ingannare la mia insofferenza e frustrazione quando mi trovo nelle veci dell'asino di Buridano (l'asino che non sapendo se mangiare prima la biada o bere finì con il morire di fame), cioè non so che scelta fare e mi paralizzo.

Non posso di certo evitarmi di sentirmi a disagio e con mille dubbi, fa parte del mio carattere, ma posso cercare di mettere in piedi dei diversivi che a volte funzionano a volte un po' meno (oppure diciamo per niente ma rientra nella statistica delle sconfitte).

  1. Mi lascio un tempo per i tentennamenti e le indecisioni, e cioè per passare improduttivamente da una cosa all'altra aspettando di calmarmi un po'; a volte ci infilo una ennesima distrazione (un caffè, una scrollata di smartphone, l'ascolto di una breve canzone) ma in generale mi sforzo almeno di non aggiungere altra carne al fuoco e mi concentro sulle due o tre alternative che il mio cervello ribelle mi impone al momento. Se proprio sono insofferente e non riesco a comandarmi, opto per la resa ad una attività di relax e passo al punto successivo. É evidente che in quel frangente non posso impormi nulla ma è anche vero che inconsciamente so di potermelo "permettere", perchè quando ho delle scadenze è l'adrenalina che decide per me e mi fa fare la cosa che devo eseguire entro il tempo stabilito. Lì non ci sono scelte! 
  2. Qualunque cosa abbia scelto mi riprometto di non accusarmi di aver fatto la scelta sbagliata, ossia a prescindere dal risultato fruttuoso o meno. Mi dico che mi devo godere quello che faccio e se ci saranno conseguenze saranno inevitabili in quanto non posso prevedere tutto e non sono onnisciente. Insomma cerco di non flagellarmi in anticipo.
  3. A meno che non sia depressa o apatica (per quello i rimedi sono di certo altri) mi dico che quanto trascurato in quel frangente deve diventare il primo impegno senza se e senza ma nel tempo successivo in cui si presenta nuovamente la scelta, così come un compito da eseguire per forza, come una scadenza. Incomincio a farmi il lavaggio del cervello e a predispormi per una scelta obbligata.

Funziona questa strategia? Come vi ho detto a volte si a volte no, ma avere uno schema di comportamento aiuta ad orientarsi quando perdiamo la bussola della nostra volontà. Credo che ciascuno debba mette in atto le proprie strategie ma alla base c'è accettare di essere come si è ed evitare di flagellarsi e pretendere troppo da sé. Se mi sento comunque frustrata non posso sperare che quel sentimento negativo mi passi in un attimo, so che passa ma non so quando. La speranza, ed in effetti è così, è che con l'allenamento la sua durata sia sempre minore. La consapevolezza dei propri limiti non ci aiuta ad evitare di soffrire ma ci impedisce di aggiungere altra sofferenza, quella di sentirci inadeguati. É evidente che questa volta ho scelto di scrivere, quindi la prossima volta mi tocca lo studio dell'inglese perciò nessuna lamentela se non scrivo. Ammesso che qualcuno legga!


Fabiana pubblicato il 19.02.2018 [ Consapevolezza ]


  Vuoi dare il primo "Mi piace" a questo scritto?


Commenti dei lettori
Per lasciare un commento Registrati | Accedi