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Paradisi artificiali o reali

chi sta bene?

Fare zapping è spesso sinonimo di noia, insoddisfazione o, come si direbbe in gergo poco signorile che manifesta la scarsa dimestichezza con la forbita lingua italiana, scazzo! Senza dubbio per niente elegante, ma noi popolani accendiamo subito la nostra comprensione ed empatia al solo sentirlo pronunciare. Una apoteosi di immagini consoni al nostra stato di scazzo davanti al televisore con telecomando in mano, postura sbracata sul divano o poltrona antistante, mento infossato, occhio pervaso da una noia cosmica, siamo noi che facciamo compulsivamente zapping. Unico segno della nostra presenza ancora in vita è la risposta isterica del televisore al convulso premere sui tasti di avanzamento canale.

Così con il cervello in pappa per lo scazzo, la poca voglia di cose serie ed impegnative e l'insoddisfacente offerta di programmi "uccidi anche l'ultimo neurone", mi sono imbattuta nell'anticristo del pensiero futile: il programma dossier. Il tema è ad ampio spettro e ruota sulla costruzione del muro fra Messico e Stati Uniti d'America: immigrazione, droga, sicurezza, razzismo, fascismo, ipocrisia e legittimazione delle politiche di respingimento ecc. Sono troppi per il mio unico neurone sveglio che lotta per funzionare. Era partita con la ricerca di una trasmissione futile e mangia tempo "alla bell'e meglio" e mi ritrovo a dover scegliere di focalizzare l'attenzione su temi che fanno tremare ogni coscienza, se presente! L'enorme impilata di panetti di droghe, la cui natura deve essere vagliata dal chimico, e lo snocciolamento delle cifre iperboliche relative ai sequestri, parte ridottissima del vero traffico, mi spinge a riflettere su un terreno tanto comune quanto pericoloso: l'insoddisfazione umana

Non c'è niente di più efficace della rappresentazione fisica di qualsiasi cosa, la sua quantificazione in termini visivi, contatto o utilizzo di altro senso in grado di fornire una rappresentazione della dimensione, arriva immediatamente alla nostra comprensione come una vera e propria rivelazione. Va bene lo sai, conosci il fenomeno, ma quando lo vedi nelle tre dimensioni realizzi l'enormità del suo significato. In un mondo competitivo dove il successo sembra sia alla portata di tutti e solo i pochi meno dotati e disadattati sembrerebbero esclusi, capisci bene che davanti a quella montagna di promesse in polvere forse è vero esattamente il contrario.  Se esiste un cosi vasto traffico è evidente che il senso di frustrazione, solitudine, incapacità di vivere con gioia e naturalezza la vita siano più diffuse della Spagnola di un secolo fa ( Spagnola= influenza che decimò la popolazione europea più della grande guerra). Siamo dunque tutti esiliati dal paradiso terrestre? Cerchiamo disperatamente di recuperare il nostro equilibrio, promesso e forse mai avuto, utilizzando ogni mezzo ed ogni illusione?

Pensiamo di essere soli ed invece siamo la maggioranza e ci nascondiamo nei silenzi e prepotenze mascherando le debolezze per paura che un altro debole, affetto del nostro stesso male, ne approfitti nel suo momentaneo barlume di potere. Ma se è così perché non allearsi? Perché non supportarci in questa fatica che è vivere delle vite che spesso sembrano prive di significato anche se coronate di apparente successo? Se esistono tanti panetti di sostanze dispensatrici di paradisi artificiali è evidente che gli usufruitori non sono poche isolate categorie di persone, vuol dire che il malessere è qualcosa che accomuna la specie umana più che divederla. Perché allora ci si sente così soli e così disperati nella propria insensata percezione di negativa unicità?

Per sentirci più forti ed al sicuro cerchiamo di ingannare il mondo mostrandoci determinati e di successo? È così? Davanti a quella montagna di roba sequestrata percepisco tutta la follia umana, basiamo la nostra esistenza sul prevalere della nostra debolezza su quella altrui, ma sappiamo che l'inversione dei ruoli è sempre possibile e lottiamo perché siamo noi a galleggiare sopra gli altri nel mare della disperazione. Sicuramente esistono le persone pure e gioiose di vivere per il solo fatto di esserci e sono proprio loro i veri detentori del segreto della vita, quelli che qualsiasi cosa abbiano sono in grado di apprezzarla, quelli che non si lamentano. E chi li conosce? Io no. 

Quei paradisi artificiali ed illusori creano ipotetici paradisi reali e di ricchezze per qualcuno, probabilmente anche lui alla ricerca di soddisfazione e compensazione della fatica di esistere. Potere, violenza e crudeltà forse sono anche loro dei momentanei antidoti al vuoto dell'esistenza umana, considerare gli altri degli oggetti non può che nascere da una non gioiosa visione della vita. Avere la necessità di essere invidiati, temuti ed osannati non può scaturire da una equilibrata percezione del proprio sentire. Davanti a tanta disperazione formato panetto resta incomprensibile come l'uomo non riesca a comunicare il proprio disagio a milioni di persone simili, ciascuna si sente disperatamente sola. Forse perché è così, alla fine quello che si sente lo si sente dentro e non ci sono parole per trasmetterlo. Poco più di sette miliardi e mezzo di insoddisfatti esseri umani.

Era meglio se andavo al cinema!


Amanda Decori pubblicato il 13.05.2019 [ Anno 2019 ] Riflessioni


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