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Regno di niente

Qualche giorno fa sono uscita con la mia amica ingegnere, laureata da dieci anni forse è riuscita a lavorare per due, tre anni massimo e non ovviamente di continuo. Ogni tanto aggancia qualcosa con molta fatica, tanta responsabilità e guadagno prossimo allo zero. Al momento rispetto a quanto ha speso per conseguire il titolo si trova in notevole deficit. Sconsolata mi dice che se avesse acceso un mutuo per pagarsi gli studi adesso magari sarebbe costretta a "vendersi" per restituirlo. I suoi di certo non le rinfacciano nulla, ma vedere quelle facce preoccupate ogni giorno aggrava il suo stato di frustrazione. Le dicono "non ti angosciare, vedrai che qualcosa salta fuori, stai serena!", ma poi li sente commentare negativamente i tempi attuali e percepisce anche in loro lo sconforto.

Così ha pensato di tentare la strada delle vendite immobiliari, ben conscia che sia inconciliabile con la libera professione. Dopo essersi informata ha deciso che in attesa di tempi migliori poteva mettere in stand by le sue aspirazioni, quindi chiudere la partita IVA, attualmente solo un costo oltre che a comportarle un eternamente fuori studi di settore con conseguente rischio di essere lei, senza guadagno, a subire le ispezioni dall'Agenzia delle Entrate. Ha preparato curricula, spedito email e risposto ad inserzioni online. Steso una lista di agenzie locali, la maggior parte in franchising di ben note marche, ha iniziato il vagabondaggio con "il cappello in mano" alla ricerca di un inserimento in un settore di certo non facile ma dove almeno le sue competenze potrebbero avere un senso. Ogni volta che si è presentata ha percepito un evidente imbarazzo e di solito è stata accolta con "purtroppo non è la prima", "riceviamo tante di queste richieste", "lei è troppo qualificata e sono spiacente ma cerchiamo personale appena diplomato". Stessa risposta, quando c'è stata, alla sua candidatura per via informatica: fuori età, troppo qualificata, non corrisponde al profilo richiesto. 

Mi guarda sfiduciata mentre mi snocciola l'elenco delle agenzie contattate e delle varie risposte ricevute, alcune con tono cortese e dispiaciuto, altre taglienti e seccate dalle troppe richieste. 

"Dicevano che la laurea in ingegneria consentiva di essere subito impiegati e trovare lavoro entro il primo anno di laurea. Dicono che in Italia ci sono pochi laureati e poi scopro che sono troppo per titolo ed età!" fatica a trattenere lacrime e delusione " Ed io che mi ponevo tanti problemi a dover rinunciare alla professione perchè non compatibile con l'intermediazione, ma di certo non si pone neanche il problema della scelta. Ti ricordi il paradosso dell'asino di Buridano che per non saper decidere se bere o mangiare morì di fame e di sete? Ebbene io non avrò neanche il privilegio della scelta, la laurea in ingegneria non ti qualifica neppure in tal senso. Quando mi sono laureata mi sembrava che tutto fosse possibile, mi sentivo uno regina ma in realtà ho conseguito il regno di niente"

Posso solo ascoltarla, penso a lei, penso a me e la sola cosa che mi viene in mente è che siamo sedute al sole. Almeno quello oggi regna in cielo.


Amanda Decori pubblicato il 16.11.2017 [ Riflessioni ]


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