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Spritz con ghiaccio alla zero professionalità

Ieri sono andata con una amica ad una mostra interessante e coinvolgente. Non volendo finire la serata con solo un "è stato bello”, siamo andate in un noto locale a prenderci un aperitivo. Il posto è carino e molto arioso inoltre avevamo l'opportunità di passare prima dal bagno senza il rituale della consumazione. Entrambe eravamo al limite dopo tre ore di posizione verticale senza possibilità di appoggiare le terga in nessuna agognata sedia. Ne era valsa la pena, ma ormai eravamo alla fase pre incontinenza. Quindi dopo aver espletato l'agognata funzione ci siamo dirette in uno dei numerosi tavoli a due ancora liberi. Nessuno ci ha accolto, nessuno ci ha salutato, nessuno ci ha ostacolato, siamo state totalmente ignorate per parecchio tempo. Il barman e i due camerieri ogni tanto guardavano al nostro tavolo in maniera fugace e mai alcun accenno d'intesa o richiesta di attendere. I loro sguardi erano vaghi e assenti. Poi in sequenza hanno incominciato a riempirsi gli altri tavoli attorno a noi. Improvvisamente, come animati da sacro furore, i camerieri si sono precipitati a ripulire i tavoli che erano rimasti ancora ingombri dai resti dei precedenti avventori, chissà da quando visto che non avevamo incrociato nessuno al nostro arrivo. Cercavo di intercettare in questa folle danza uno sguardo, un gesto e tenevo la mano perennemente alzata come in classe per rivendicare l'uscita al bagno. Così con nostro stupore due tavoli occupati dopo di noi venivano rapidamente serviti e stavano quasi per servire il terzo quando finalmente riuscivo a bloccare il cameriere spilungone. Senza perdere la calma ho fatto le ordinazioni e le mie rimostranze semplicemente sottolineando che avevamo occupato il tavolo prima degli altri e stavamo attendendo da un po' di essere servite. Il nibelungo si mostrò dispiaciuto ed emise un semplice << Mi dispiace >>, dopo di che passò al tavolo che stava puntando, quello degli ultimi arrivati. A quel punto avevo solo voglia di bermi il mio spritz e commentare la fantastica mostra. In quei venti minuti avevo accumulato già troppa tensione e disappunto per una domenica sera. Inoltre vedevo la mia amica accanirsi sul cellulare mentre io battagliavo per avere entrambe il gargarozzo bagnato dalla bevanda quanto prima possibile, questo di certo non contribuiva a rasserenarmi. Ogni tanto le dicevo: << Sto seriamente pensando di alzare i tacchi ed andarmene, trovo che abbiano un comportamento indegno per un locale pubblico.>> Lei mi rispondeva con  << hai ragione >> e concordava anche sulla fuga, ma poi faceva la vaga e riprendeva a smanettare su quel dannato cellulare. Cercavo di rilassarmi e allo stesso tempo di capire se davvero lei fosse dalla mia parte oppure mi trovasse eccessiva visto che spesso le cose vanno così nei locali pubblici. Non capivo proprio che avesse tanto da scrivere proprio ora, in effetti durante la mostra aveva fatto poche incursioni nel suo smartphone. Ammetto che anche io per quanti tentativi facessi non riuscivo a concentrarmi su argomenti diversi dall'ingiustizia che ritenevo mi stessero infliggendo, ma cercavo di stemperare la tensione parlandone. L'aver perso due turni per un motivo a me sconosciuto mi faceva uscire dai gangheri. Provai anche ad analizzare il nostro abbigliamento ma, se si escludono i miei immancabili jeans, per il resto mi sentivo congrua con gli altri clienti. Per non parlare della mia amica perfettamente in tiro con tanto di tacco a spillo. Come avrà fatto a sciropparsi le tre ore di mostra su quegli appoggi ad area ridotta solo il cielo lo sa! Forse ci consideravano una coppia gay e quello era un locale di omofobi? La mancanza di un motivo palese a tanta scortesia mi stava portando per le lande selvagge e improbabili della mia fantasia. In effetti gli altri tavoli erano occupati da coppie in apparenza eterosessuali. Mi girai e chiesi a bruciapelo alla mia amica: << Sembriamo una coppia gay? >>. << Ma sei impazzata?>> mi rispose << la mancanza di alcool ti sta ottenebrando la capacità di pensare?>> e scoppiò a ridere divertita.

In effetti stavo contando i secondi in attesa che arrivasse 'sto benedetto aperitivo. Incominciavo ad avere sete e fame. Poi finalmente si palesò il cameriere da dietro al bancone, reggeva un vassoio con due spritz ad una altezza vertiginosa data la sua statura. Se non fosse stato in grado di calibrare bene l'andatura un suo inciampo avrebbe fatto calare da sopra le nostre teste l'agognato liquido. Stavo ancora fantasticando su rovinosi incidenti in campo lavorativo che lui come una libellula passò oltre il nostro tavolo per andare a depositare quello che ritenevo fosse mio di diritto fra le mani degli ultimi arrivati. Ero furente. Riuscii solo a dire alla mia amica: << Andiamo via! >>. Mi alzai, lei si alzò e senza dire una parola né salutare così come eravamo arrivate ce ne siamo andate. Mentre uscivamo notai lei che camminava e smanettava follemente. Mi sentivo offesa, infastidita e morta di sete. A quell'ora era difficile trovare un posto decente dove gustare un buon aperitivo. Salite in macchina ciascuna fece mente locale sui possibili posti dove fosse possibile farsi servire in tempi umani l'agognato spritz. Mentre vagavamo ci imbattemmo in un locale in una zona defilata e mai visto prima. Pochi metri e si materializzò un parcheggio libero, segno del destino. Il bar è carino, arredato in maniera rustica come va di moda adesso, impianto elettrico a vista fatto da tubi zincati usati per l'acqua con tanto di raccordi e rubinetteria da giardino, pallet per creare divani, piccole botti tramutate in sgabelli, attrezzi arrugginiti di una agricoltura d'altri tempi alle pareti egregiamente sistemate. Per la verità anche la clientela sapeva di bucolico, ma il personale ci ha accolto con un sorriso e subito messe a nostro agio. La mia compagna di sventura aveva sempre di più il naso dentro il cellulare.

<< Mi dici che ti prende oggi? >> Ero al culmine del nervosismo nonostante mi ritrovassi seduta e con ordinazione fatta in un tempo molto più ridotto di quanto immaginassi. << É tutta l'ora che stai a pestare quel coso anziché condividere con me questo momento di affronto morale estremo. >> Un occhio strizzato al melodramma.

<< Scrivo qualcosa che ti farà piacere. Adesso come arriva il nostro aperitivo lo assaggio, concludo quello che sto facendo e poi ti spiego tutto >> Lei sembrava conciliante con uno dei suoi migliori sorrisi, ma io sapevo che mi sarei calmata davvero dopo il primo sorso e magari il primo morso agli stuzzichini che di solito accompagnano l'aperitivo. Il calo di zuccheri incominciava ad incidere pesantemente sull'umore. Fortunatamente la gentilezza nel nuovo locale era pari alla celerità e di lì a poco il tutto ci fu servito con molta classe, in contrasto con mobilio e gruppo schiamazzante vestito come ad una festa di paese.

<< Uhmm spritz proprio buono! Se aspetti ancora due secondi, scrivo e poi sono da te >> Poi rivolgendosi direttamente al cameriere. << Mi dice esattamente l'indirizzo del locale? Ah e mi scusi, ma da quando avete aperto? >> Gentilmente il cameriere fornì le indicazioni richieste specificando che erano appena nati, solo due settimane di vita. La mia amica di parola finì di digitare qualcosa nel telefono, poi lo ripose accuratamente in borsetta e rivolse a me tutta l'attenzione.

<< Fra poco questo locale sarà pieno di gente modaiola, quindi godiamoci il nostro spritz e poi leviamo le tende! >> La mia espressione doveva essere simile a quella di un bovaro, per restare in tema con l'ambiente, davanti ad un quadro di Chagall visto che scatenò una fragorosa risata della mia commensale.

<< Non ti ho detto >> Dopo una breve sorsata continuò la sua spiegazione << che la mia passione per le pubbliche relazioni si è trasformato in un quasi lavoro. Faccio recensioni on line di locali ed ho i miei follower. In generale non mi conoscono sono una specie di mistery shopper. Ho appena decapitato l'altro locale e premiato questo. É un po' grezzo ma voglio dargli la possibilità di essere conosciuto. Sono stati gentili e lo spritz è buono >> La guardavo sempre più perplessa ma mentre brindavamo divertite per la nuova impresa con la coda dell'occhio vedevo arrivare gruppi di persone fashion. Mi domandavo se quel locale semplice avrebbe retto alla pressione critica di quel genere di avventori e se più che un favore alla fine gli si facesse un torto. Ma del resto un locale pubblico deve confrontarsi con il mercato e così almeno la possibilità gli veniva data. Tuttavia non potei trattenermi dal domandare alla mia amica: << E se poi il bar non si dimostra all'altezza delle aspettative? Come la metti con la tua credibilità di critico?>>

<< Beh dipende da quali sono le aspettative. Io non ho mentito nella descrizione quindi avrò sempre modo di precisare o prendere le distanze in funzione della recensioni dei miei follower. Comunque l'altro l'ho stroncato, nessuno resta impunito se mi tratta male. >> Questo era il mio turno di scoppiare e ridere e prima che fossimo letteralmente sollevate dal nostro tavolo per il troppo afflusso, pagammo il conto e ci facemmo largo verso l'uscita sgomitando. Poco prima di uscire mi girai per controllare la faccia sbigottita del gestore-barman. Non credo avesse capito ma nonostante la gran folla di gente far noi e lui trovò il modo di lanciarci un saluto entusiasta e gridarci con voce acuta << Ci avete portato bene >>. Sapesse quanto!

 


Amanda Decori pubblicato il 09.10.2017 [ Riflessioni ]


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