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Twitta e ritwitta fra ossessione e desiderio d'oblio

Vado poco su Twitter e spesso con grande incompetenza. Faccio fatica e confusione con l'uso dei cosiddetti hashtag (#) ed i riferimenti tramite at (@). L'informatica non mi è nemica, ma i tag appartengono ad un mondo parallelo il cui linguaggio mi è semisconosciuto.

Entro ogni tanto, cerco delle "info", ritwetto, con e senza commento, non sempre seguendo le mie "direttive" e scopro puntualmente troppo tardi che non esiste la modifica ma solo la cancellazione. Ogni tanto ricevo consensi e qualche messaggio. Non è per scortesia non rispondo o non contraccambio, semplicemente non ho compreso ancora bene meccanismi e bon ton sul famoso social. Tuttavia mi sono accorta che un mio twit viene ritwittato periodicamente. E' un commento innocente, un apprezzamento corretto su una persona pubblica, nessuna pietra miliare del pensiero, niente di scritto con il sangue. Così sono andata a controllare l'account che ogni tot mi omaggia di tanta considerazione.

Ho trovato una persona, o un avatar, votata al culto monotematico di una personalità pubblica (e sai la novità!) che propone e ripropone in esclusiva ogni twit o notizia di altro social network che la riguardi. In realtà la cosa che mi sconcerta non è tanto la totale dedizione ad un personaggio noto quanto proprio il ripresentare dei twit il cui senso sta proprio nel momento in cui viene prodotto.

La clonazione del mio stato d'animo, sebbene per un pubblico limitato e il cui interesse su quanto scrivo molto probabilmente limitato a solo quel cinguettio, mi sconcerta, mi sembra un tentativo di perpetuare un sentimento con la stessa intensità di quando è stato generato. Volgarmente si direbbe “una minestra riscaldata” ed è esattamente la sensazione che mi provoca.

Alla fine quasi lo disconosco. Vedo il mio account sopra l'innocente frase ma non ne sento più l'emozione e non ne ricordo più la stesura. Mi chiedo se sia questo quello che provano gli artisti delle loro opere stra-usate. Il paragone è eccessivo, ma mi serve da ponte empatico per comprendere un atteggiamento a volte bollato come ingratitudine verso qualcosa che in realtà li ha abbondantemente ripagati.

Così io sono in bilico fra il compiacermi che almeno qualcuno, nell'infinito mare di twitter, abbia colto un mio pensiero per sublimarlo in una ciclica ripetizione e l'indifferenza di qualcosa che ho vissuto ma non mi appartiene più. Sia chiaro la stima per il personaggio resta, tuttavia è venuta meno l'emozione che la sua esibizione mi ha suscitato, nonché la voglia di ricordarmela.

Io penso che i sentimenti si vivano, si elaborino e poi si affievoliscano nel ricordo. Mi sembra il naturale decorso. Forse è proprio questa l'ossessione: l'incapacità di lasciar andare le cose affinché altre, e altri twit nuovi e freschi, prendano il loro posto.

Ringrazio di cuore ma vorrei proprio che il twit si perdesse nella rete.


Amanda Decori pubblicato il 11.01.2017 [ Riflessioni ]


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