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Adozione down ai single

Ci sono due casi di cronaca entrambi positivi per quanto accaduto e per il messaggio di speranza che portano con sè. Il primo è quello relativo alla bimba down adottata da un single e l'altro è sulla prima ragazza con la stessa sindrome assunta in banca. Partiamo con ordine dal caso della bimba. La cronaca dice che dopo aver consultato ben sette coppie “regolarmente maritate” si è provveduto a darla in adozione ad un uomo single proprio perché nessuna di loro aveva accettato. Premetto che sono favorevole alla adozione per i single e che comunque il controllo della società va fatto su tutti i bambini, sia che stiano con i genitori naturali ovvero assegnati dalla legge, tuttavia mi sembra strano che in tutta l'Italia non ci sia una coppia disposta ad adottare una bambina con problemi genetici. Lo dico perché ho conosciuto persone meravigliose che hanno adottato bambini con gravissimi problemi ben superiori alla sindrome di Down. Non credo che formulare la domanda ad altrettante coppie o più allungasse di chissà quanto i tempi, inoltre, essendo una neonata, non c'era neanche il problema di lasciare la piccola nelle sue radici. Quindi mi sembra assurda la motivazione per cui si è proceduto in tal senso. Poi c'è l'altro aspetto che trovo ancora più insopportabile in questa vicenda: si è decito di consentire l'adozione della bambina ad un single perché lei è stata considerata un caso estremo, un motivo speciale che rientra in questo tipo di istituzione giuridica. Ossia un single in Italia può solo aspirare a raccogliere quello che in maniera abominevole la società considera un peso ed un problema, uno scarto. Il messaggio è terrificante e rischia di sovrastare la grandezza del cuore dell'adottante. Lontano da me formulare un qualunque giudizio sulle sette coppie, non sono loro il nocciolo della questione, anche perché vorrei vedere quante famiglie regolari avrebbero risposto positivamente, ma è proprio il fatto che il single possa essere “utilizzato” dalla società per colmare la presunta incapacità di risolvere “regolarmente” un problema ad essere un abominio. In fondo il messaggio non è così positivo, direi una classica risoluzione all'italiana, con l'aggravante della politica dello scarto, di una questione ben più importante: consentire ad un single l'adozione.

Io credo che sicuramente un bambino abbia bisogno di molto tempo ed energie per essere allevato adeguatamente, si tende a pensare che una coppia possa avere dalla propria almeno l'alternanza, ma quanti di noi conoscono coppie comunque distratte ed assenti? Inoltre accade anche che i single abbiano alle loro spalle una famiglia e degli affetti in grado di supportarli adeguatamente, come vediamo per tante madri o padri soli. Per questo io trovo che sia un terrificante la motivazione, mi sarebbe piaciuto di più sentire “abbiamo dato in adozione la bambina perché il signore in oggetto aveva espresso disponibilità ad adottare un minore con problemi fisici, lo abbiamo scelto su tutti”. Venire dopo sette coppie mi sembra una motivazione a metà.

Passando al secondo caso di cronaca, la ragazza Down assunta in banca, diciamo che questa notizia ci fa sognare un futuro altrettanto roseo per la bimba del primo. É bello pensare che questa creatura rifiutata da tanti possa, con l'aiuto dell'amorevole padre adottivo, conquistare delle vette e togliersi delle soddisfazioni che molti hanno decretato a priori non possa raggiungere.

In ogni caso il vero vincitore è il signore adottante, il suo cuore è così grande da farlo avventurare in una impresa così piena di incognite, mi auguro che non sia abbandonato come è successo alla creatura che ha scelto di accudire per la vita.


Amanda Decori pubblicato il 12.10.2017 [ Attualità ]


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