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Fuorionda fra “notizia” e “pettegolezzo”

solo una questione di stile?

Forse la notizia non dovrebbe attirare tutta l'attenzione che sta suscitando e forse neanche io mi dovrei aggiungere al coro dell'inutile commento. Ma in realtà non sono interessata a stigmatizzare i comportamenti di questo e quell'altro, quanto a sottolineare l'effetto che il “grande fratello”, inteso come sistema di reclutamento informazione con la tecnologia, sta avendo sulla vita di tutti noi. L'amplificazione del pettegolezzo o della delazione, intesa come riferimento di parole sgradevoli dette alle spalle, nel tempo di “tutti sulla grande piazza mediatica” ci obbliga ad un costante controllo del nostro aplomb in antitesi con le moderne regole della psicologia umana che impongono di evitare una eccessiva repressione del proprio sentire.

Alzi la mano chi non si è mai sentito, a torto o ragione, così esasperato da una situazione da sbottare alle spalle di una persona amata, stimata o comunque amica, esagerando nelle espressioni verbali? Esiste davvero qualcuno che sa sempre tenere a freno la lingua e non la usa come momentanea valvola di sfogo per una tensione eccessiva, pentendosene immediatamente?

Cosa succederebbe se ci fosse sempre qualcuno pronto a registrarci e a sbattere sui network o social quanto espresso? In realtà questo capita più spesso di quanto non si dica creando conflitti del tutto superflui in un mondo già abbastanza avvelenato dal disprezzo dell'altro.

In questa vicenda ognuno si qualifica da se, ma nella serie cosa faresti tu in quella situazione non avrei dubbi: mi accontenterei delle scuse pubbliche, perché sinceramente a rimestare in queste situazioni si rischia davvero di tirar fuori ancora di più il peggio di quello che chiamiamo comportamento sociale.

 


Amanda Decori pubblicato il 25.05.2017 [ Attualità ]


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