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Leggere Racconti

Casa editrice che ci scommette sopra, ascoltiamola!

Mi piace molto ascoltare i programmi che parlano di libri, prima di tutto perchè i toni sono in genere pacati e rilassanti. Se devo fare un lungo spostamento in solitaria con l'auto preferisco qualcuno che mi narri qualcosa piuttosto che l'ascolto di musiche esaltanti che mi facciano premere maggiormente il piede sull'acceleratore. Non sempre gli orari coincidono con le trasmissioni di questo genere, pertanto approfitto anche dei brevi spostamenti per ascoltare almeno una parte di esse. Così mentre mi affannavo per commissioni sono incappata nel solito Fahrenheit su RaiRadio 3 che parlava di Racconti.  

Io come la gran massa non sono una fan del genere. Di solito se compro un libro alla cieca e poi mi accorgo che sono dei racconti storco il naso e mi metto a leggerlo di malavoglia. Mi piacciono nei giornali, su Internet o qualsiasi altro supporto che non sia un libro, probabilmente per il concetto stesso che ho di questo. Infatti mi aspetto sempre di immergermi in una storia che si dipani nel tempo e mi perdoni delle purtroppo frequenti distrazioni e smemoratezze sulla trama. Non ho un livello di concentrazione elevato, almeno di questo mi sono convinta, inoltre leggo non sempre in situazioni ottimali, per esempio mentre aspetto con ansia dal medico, oppure prima di addormentarmi, in quel caso il più delle volte devo rileggere un bel po' perchè perdo anche memoria del punto d'interruzione. Un libro sviluppa la sua storia su molte pagine e culla la mia fantasia aspirandomi in un mondo parallelo per giorni. Invece il racconto è un mordi e fuggi, tutto velocemente consumato richiede una attenzione spasmodica al fatto. Non ti consente distrazioni, non ti proietta in una prolungata visione estetica della vita degli altri, così maieutica per i propri dolori e ansie quotidiane. 

Per me i racconto deve essere confinato in un supporto che già dichiara apertamente che ruberà per poco tempo la tua totale e puntuale concentrazione, nulla deve colare via con l'innata predisposizione alla distrazione. Sforzo richiesto con la promessa di un tempo d'applicazione breve. Infatti di più non mi sarebbe possibile garantire al fine di comprendere integralmente quanto descritto.

Ricordo ancora oggi la delusione quando mi resi conto che il libro di uno scrittore da me amato era una raccolta di suoi racconti e non una storia lunga e rilassante di cui già assaporavo notti di pacifica e soddisfacente lettura. Sbadata e distratta come sono me ne accorsi solo perchè a lettura inoltrata della seconda storia non riuscivo a fare nessun legame con la prima. Rilessi la parte finale di quest'ultima ma continuavo ostinatamente a negare l'evidenza. Poi la realtà prese il sopravvento sul desiderio e mi soffermai maggiormente sul titolo del libro piuttosto che sul nome dell'autore. Nessun dubbio, nessuna frode o inganno, la parola "racconti" era chiaramente esplicitata in esso. Io l'avevo semplicemente interpretata come una parte del titolo e non un'indicazione di genere. Ci rimasi profondamente male, avevo un estremo bisogno di farmi avvolgere da una complessa e lunga vita altrui, invece mi ritrovavo con monconi di vissuto concentati in poche pagine.  Ero in viaggio all'estero, libro comprato in aeroporto, nessuna possibilità di rimediare. Dopo parecchi minuti di sconcerto e sbuffi appollaiata nel sedile dell'aero ho deciso che gli avrei dato una chance mettendomi nello spirito giusto. Innanzitutto avrei riletto il primo racconto con la consapevolezza che il tutto si bruciava in quelle poche pagine e poi avrei suddiviso la mia lettura calibrando il tempo necessario per la comprensione puntuale di ogni storia successiva. Il libro mi piacque, una o due storie mi rubarono il cuore capendo che quello era il tempo giusto per la loro totale vita, ma di due rimasi con la sensazione amara di mancanza. Volevo sapere di più ma la pagina successiva era già un'altra storia. 
Forse era la bravura dell'autore forse il mio spirito diverso, più tollerante e curioso ma in effetti l'esperienza mi piacque. Non ho più ripetuto l'esperimento ed ora presto più attenzione almeno alla comprensione che si tratti di racconti o unica vicenda, tuttavia continuo ancora a non dar troppo peso alla quarta di copertina, i criteri che mi fanno scegliere un libro piuttosto che un altro sono per me ancora avvolti nel mistero.

Ma tornando a come ho aperto questo testo, cioè la trasmissione radio che parlava di Racconti e di un nuovo coraggioso progetto editoriale: una casa editrice per soli Racconti. Era interessante sentire parlare dell'argomento ed accorgersi che davvero si tratta di un genere di nicchia, poco amato e seguito. In effetti siamo purtroppo in tanti a vederla come la vedo io, o per meglio dire ad avere una sensazione di "incompletezza" verso un libro che funge da raccolta di scritti. Sono pregiudizi, lo ammetto, ma sono anche fermamente convinta che leggere sia un fatto personale e di goduria privata, nessuno ha il diritto di sindacare sulle scelte altrui. Tuttavia approvo questa coraggiosa scelta tenedo conto, secondo quanto dichiarato da uno dei fondatori della casa editrice, che non ne esistesse una totalmente dedicata al genere.

In questo modo la dichiarazione è chiara e sincera, acquistando un loro libro la tua modalità di lettura deve essere diversa, puntuale e concentrata. Puoi trasferire il moderno mordi e fuggi anche su un supporto normalmente assegnato alla lenta assaporazione dell'esistenza altrui, vera o inventata che sia.  La comodità di questo genere sta anche nella possibilità di saltare a piè pari un racconto confidando in un maggior coinvolgimento del successivo senza provare il rimorso dell'abbandono o ritenere sprecati i soldi spesi. Una casa editrice ben agguerrita volta a far superare un pregiudizio o una cattiva abitudine che alberga anche in me mi sembra un ottimo strumento.  Non so perchè ma sapere che c'è qualcuno che scommette sul "perdente" (i racconti vendono poco e non sono ben visti da editori e librai) mi fa sentire più partecipe di questa campagna dove assurgo schizzofrenicamente ai contemporanei ruoli di estimatore ed il suo contrario. Prometto di fare un passo verso la liberazione cercando di tenere aperta la mente verso possibili piaceri da una lettura corta su un supporto da me riconosciuto adatto per i lunghi, cioè il libro. Chissà magari questa è davvero una svolta editoriale verso una più moderna narrativa in linea con questa fast life (vita veloce).


Amanda Decori pubblicato il 30.04.2018 [ Curiosando ]


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