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Blocco operativo

Non fare non è una soluzione

Questo è un argomento che per un verso o per l'altro ricorre spesso nei miei testi. É vero che la consapevolezza non è un processo così immediato come sembrerebbe. Sono convinta che quando un sentimento è totalmente chiaro si riesca sempre a trovare la motivazione per comportarsi come si vorrebbe o dovrebbe. Se invece lasciamo uno spazio al dubbio, incertezza di ciò che proviamo, restiamo in quello strano limbo del non saper bene quello che vogliamo fare e soprattutto pieni di ansia.

Se non abbiamo voglia di fare una cosa e ne siamo perfettamente consci la nostra scelta sarà nel farla o meno ma consapevolmente. Per esempio se non abbiamo voglia di lavare il pavimento le motivazioni possono essere tante: non ci piace, non è così sporco, siamo stanchi. Se però abbiamo bambini piccoli che gattonano, o il pavimento è davvero troppo sporco, oppure attendiamo ospiti, la nostra mancanza di voglia dovrà fare i conti con motivazioni più forti che magari avranno il sopravvento sulla nostra indolenza.  Però, restando sempre con lo stesso esempio, potrebbe anche darsi che in realtà non sia proprio la voglia a mancarci ma il fatto che dobbiamo sbrigare tante altre attività e non riusciamo a dare una priorità. Per esempio il bambino che gattona deve essere cambiato, dobbiamo pagare le bollette, abbiamo un documento di lavoro da leggere, abbiamo promesso a qualcuno di fare una camminata ecc. Possono sembrare esempi banali e femminili ma al tempo di padri single e coppie arcobaleno credo che siano compresibili da tutti, persino da chi non ha figli e nessuna intenzione di averli.

Il fatto è che sono proprio i problemi più banali a mandarci in crisi. Quando la vita ci pone davanti a priorità ben precise, ed a volte drammatiche, viene fuori tutta la nostra decisione e capacità di discernere ciò che ha valore e va fatto da ciò che può essere rimandato. Però di certo nessuno di noi si augura che siano le batoste ad insegnarci come comportarci davanti al blocco operativo

Pesante è il blocco quando dobbiamo occuparci di controllare i nostri conti, le incombenze burocratiche, le prenotazioni di varia natura, tutte quelle attività sì noiose ma la cui caratteristica da sola non è in grado di spiegare l'ansia repulsiva che ci assale quando dobbiamo occuparcene. Chi è affetto da questa paralisi operativa con contorno di ansia e turbamento generale sa benissimo di cosa sto parlando. Quel sentimento così forte e negativo che ti impone come unica soluzione per il suo superamento di non fare quanto si deve fare. Infatti provare repulsione, noia e pesantezza per dover eseguire certe attività è normale, succede a tutti, ciò che non va bene è invece provare una paura paralizzante che ci porta al blocco operativo.

Oltretutto se non riusciamo a trovare le motivazioni di tale sentimenti questi finiscono con il sopraffarci impedendoci di effettuare un maggiore numero di attività e nei casi peggiori di portarci ad una paralisi totale. Infatti quando c'è una situazione di disagio tutti gli altri sentimenti negativi trovano modo di farsi largo per rovinarci la vita.

Quindi quale è il nostro obbiettivo, liberarci di tutte le avversioni e svolgere le nostre attività come delle ruspe indistruttibili? No di certo, tutte le nostre reazioni hanno un qualche fondamento che però va compreso per non esserne vittima. Se davanti alla bolletta della luce, acqua o gas ci sentiamo in ansia, anzichè perplessi o addirittura arrabbiati, vuol dire che qualcosa nella nostra reazione non funziona correttamente. Se l'importo è troppo alto e ci sono troppe voci incomprensibili la reazione corretta è prendere tutte le informazioni per capirla e poi adattare i propri comportamenti per far diminuire l'importo ovvero, nel caso questo sia impossibile, risparmiare su altri fronti per pagare quel servizio necessario. In ogni caso anche l'inevitabilità di un fatto deve portarci ad una accettazione attiva senza quella maledetta ansia che ci divora.

L'esempio della bolletta è quello più alla portata di tutti ma può essere esteso a qualsiasi cosa che richieda una nostra attivazione che non giustifichi l'insorgere dell'ansia e addirittura angoscia. Ho visto persone entrare in panico per la scelta di scarpe e provare il terrore di non trovarle adeguate già prima di iniziare la ricerca. Con questo ultimo esempio ci rendiamo conto di come spesso sia sproporzionato il ventaglio dell'emozioni messo in campo per attività semplici e persino gradevoli. Quindi è importante fermarsi un attimo e cercare di capire cosa ci scatena una reazione così violenta nelle normali vicende di vita.

Tornando all'esempio sulla bolletta possiamo passare al vaglio tutte le possibili ed anche assurde motivazioni che potrebbero essere alla base del nostro atteggiamento, scrivendole nel Quaderno della Coscienza:

  1. abbiamo paura di scoprire che ci stanno imbrogliando;
  2. in conseguenza del primo punto immaginiamo di non riuscire ad avere giustizia, ci vediamo condannati a pagare o infilati in una battaglia inutile e dispendiosa;
  3. pensiamo che sia la conseguenza di guasti nella nostra casa ed immaginiamo spese folli per trovarli e ripararli;
  4. pensiamo che anche tutte le altre ditte concorrenti siano ugualmente disoneste e cambiare può essere complicato e più dispendioso;
  5. ci vediamo in breve sul lastrico e incapaci di comprarci delle cose che ci servono;
  6. avevamo messo in conto di comprare qualcosa che desideravamo da tempo ed ora i nostri soldi dobbiamo versarli per la bolletta;
  7. solo l'idea di "perdere tempo" ad informarci sulle varie voci della fattura, anzichè rilassarci con la televisione, telefonare, uscire, leggere un libro o anche non fare assolutamente nulla, ci fa sentire in preda all'ansia;
  8. discende da punto precedente anche la possibilità che l'informazione non ci porti alle risposte desiderate anzi che continuamo a non capirci nulla e abbiamo solo perso il nostro prezioso tempo

Una volta scritte tutte le motivazioni, vere e presunte, proviamo ad analizzare ciascuna voce. Potrebbero saltar fuori anche altre domande, a cui man mano daremo risposte o semplicemente le metteremo da parte come irreali e non degne di essere considerate. Quindi mantenendo lo stesso ordine della lista precendente ecco quella delle motivazioni:

  1. scoprire che ci stanno imbrogliando ci fa sentire poco accorti, poco intelligenti, poco furbi, persone di serie B. Tuttavia potremmo anche accorgerci che è tutto regolare, semplicemente abbiamo consumato più del solito oppure ci sono conguagli o tasse varie;
  2. sicuramente non siamo i soli ad aver ricevuto una bolletta alta, per prima cosa dobbiamo verificare di che cosa si tratta poi ci poniamo il problema di come agire. Quindi è opportuno fermarci a quello che accade e prendere informazioni che ci possono essere utili anche in futuro;
  3. è inutile lasciare andare la fantasia che alimenta la nostra ansia, prendiamo carta e penna ed annottiamo quali guasti immaginiamo possibili e poi con calma verifichiamo quelli che siamo in grado di verificare personalmente, per gli altri rimandiamo ad una riflessione successiva. Ma fissarsi bene in testa che prima di tutto occorre fare una verifica formale sulla bolletta.
  4. questo è un livello di valutazione che riguarda passi successi, al momento riportiamo l'attenzione alla comprensione della bolletta.
  5. qui stiamo lasciando andare allo stato brado più sfrenato la nostra ansia, meglio decidere con fermezza di fermare quei pensieri.
  6. forse desideriamo quella cosa proprio perché non possiamo comprarla, forse il nostro piacere è proprio nel desiderarla e mitizzarla, ma davvero ci serve? Riflettere sull'oggetto del desiderio ci aiuta anche per altre situazioni;
  7. se pensiamo di perdere tempo e perché immaginiamo di non comprendere quanto cerchiamo, in ogni caso la sola cosa che ci rende veramente liberi dall'ansia e dalle paure è la conoscenza e consapevolezza. Inoltre se mai si inizia ad informarsi mai si può ragionare;
  8. potrebbe anche accadere che non riusciamo a comprendere la prima volta che ci informiamo e che abbiamo bisogno di più tempo per assimilare i concetti, ma questo accade a tutti e comunque non stiamo facendo una gara di intelligenza, ci stiamo solo informando.

Per finire è importante cercare di capire se dietro la nostra resistenza a fare qualcosa c'è la paura di sentirsi inadeguati, inferiori o persino stupidi. Spesso alla fin fine alla base di ogni nostro blocco operativo c'è proprio la nostra insicurezza e la paura di scoprire che non siamo come vorremmo essere. Perciò facciamo un bel respiro e ripetiamoci "ci impiego quel che ci impiego!". 


Fabiana pubblicato il 24.05.2018 [ Consapevolezza ]


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