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La solitudine dell'ansioso

Andando avanti nel tempo si diventa sempre più consapevoli che la vera compagna di vita è lei: l'Ansia. Si porta dietro un codazzo di sentimenti negativi che spesso predominano fingendo di essere loro causa e non effetto. Possiamo vederli ed elencarli, insicurezza, paura di fallire, paura di essere imbrogliati, paura di peggiorare la propria situazione, paura di non trovare mai lavoro, di non fare mai ciò che si desidera, di non essere all'altezza della situazione, di non innamorarsi o di innamorarsi della persona sbagliata, sentire di non avere uno scopo, averlo ma temere di non riuscire a realizzarlo, paura, paura, paura con la solita stretta ansiosa che ti tiene sveglio sullo stesso identico pensiero-tormentone del momento

É vero non sono tutti i periodi così, fortunatamente si riesce a stare bene anche per lunghi lassi di tempo, ma quale è la motivazione che ti fa passare da l'uno all'altro? Il più delle volte un motivo sciocco e quasi insignificante. Il fatto è che la somma dei piccoli stress emotivi logorano il sempre precario stato di benessere di un ansioso. In quei momenti guardare chi sta peggio aggiunge drammaticamente altro stress emotivo rischiando di peggiorare.

E allora quale può essere la soluzione? Gli amici si sono già scocciati di vedervi in questa alternanza di stati e se poi siete in generale una persona attenta agli altri non vi risparmieranno comunque i loro guai, accentuando la vostra frustrazione. Di qui un ulteriore passo verso l'isolamento e la sensazione che tutto potrà solo peggiorare con l'andare avanti degli anni. 

Ma lo sapete le cose non durano, anche questo momento così nero passerà. Il problema è che quando ci siete dentro la vita vi diventa un inferno anche se in apparenza non avete più guai o problemi degli altri. Anzi spesso nei periodi di problemi reali e di stress date il meglio di voi, solo che il contraccolpo lo avete dopo quando le acque si calmano e la vostra ansia si dirige verso un arrotolarsi di contrattempi e paure.

Il problema grande è la solitudine, è sentirsi dire "forza tirati su", magari con un tono incolpevolmente annoiato e semplicistico. Un prêt-à-porter di soluzioni che non hanno nulla a che vedere con voi,  con quella morsa che stringe il petto e quel turbine di pensieri impazziti che vi vedono comunque sconfitti. Capitano anche quei periodi che tutte le vostre strategie per riequilibrare il vostro stato falliscono miseramente ancora prima di iniziare. Vane le passeggiate e piedi o in bici, vane le escursioni in natura, vano scrivere, vano andare al cinema o distrarsi con un libro, vano ammorbarsi il cervello dietro programmi televisivi idioti. Il sollievo dura davvero poco. "Stai buttando il tuo tempo", "devi tirarti su", "esci di più", "perché non cerchi qualcuno con cui metterti?", la lista dei suggerimenti inutili ed a volte idioti è davvero lunga. Purtroppo sono anche quelli che noi diamo agli altri quando siamo nei periodi "in buona". 

Ogni volta che si sta male si pensa che questo stato non avrà fine e che non si riuscirà mai a liberarsi di questo dolore incompreso. Meditazione, libri sul come fare a migliorare, tisane e incensi sembrano tutte cose da hippy d'altri tempi, arrivate al punto di capire chi poi è caduto nella dipendenza verso droghe o altro genere. Si inizia sempre per sfuggire ad un dolore. 

É inutile nasconderlo, si è soli anche perché gli altri stanno combattendo la loro personale lotta in questa vita che ci instilla sempre insoddisfazione. Frotte di sociologi e psicologi non ci aiuteranno se non riusciamo noi stessi a trovare la chiave per aprire la porta dell'accettazione. Noi siamo così, nella società dove conta l'affermazione ed il successo noi abbiamo dentro di noi un gigantesco nemico da combattere. É come iniziare una corsa ad ostacoli con le gambe di piombo. Partiamo svantaggiati e probabilmente non saremo mai in grado di reggere troppa pressione per lunghi periodi. Evitare di imbarcarsi in attività o sogni che richiedono una forza psichica continua che noi non abbiamo e che non ci può garantire costanza e perseveranza, ma soprattutto il crederci comunque ad oltranza. Essere consapevoli dei propri limiti può servire a garantirci di non soccombere nei momenti bui. Ma questa è davvero la parte più difficile avere pazienza con noi stessi ed accettare di avere questa "palla" d'acciaio che ci opprime il petto in molti periodi della nostra vita.

L'ansioso nei sui momenti neri è una persona difficilmente sopportabile e a lungo logora anche chi gli vuol bene. Non possiamo farne una colpa agli altri, ma quanto fa male sentirsi incompresi. I primi a non comprendere siamo noi, quindi meglio armarsi di pazienza e ripetersi passerà cercando in tutti i modi di evitare di cadere in situazioni più difficili. Pazienza se gli altri non capiscono, pazienza se sparano le solite frasi stereotipate, pazienza se sono impazienti di cambiare discorso appena parliamo dei noi, respirare e ripetere come un mantra "passerà" ci aiuta ad allontanare anche solo per poco l'unica cosa che non vorremmo che ci facesse compagnia: l'Ansia.


Fabiana pubblicato il 06.03.2019 [ Consapevolezza ]


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