Antica Gerasa
Jerash è il suo nome attuale, Gerasa quello antico. Nonostante le ferite inflitte al perfetto tracciato viario dai normali rimaneggiamenti nei secoli successivi alla dominazione romana, sono riemersi dagli scavi del XIX secolo magnifici edifici che nulla hanno da invidiare rispetto alle numerose testimonianze in terra italiana. Notevole e suggestiva la famosa piazza ovale che lascia ancora senza fiato. Tutto l'antico insediamento è recintato e si accede da un pittoresco mercato coperto con prezzi delle merci abordabili, ovviamente non scordate di contrattare. Il costo del biglietto è di 10 jod (dinari giordani) ma poi c'è la guida obbligatoria almeno per i gruppi, non saprei dire se per viaggiatori in numero inferiore a cinque esista questa regola e come sia gestita, ci sono delle disposizioni del governo ma ho avuto la sensazione che alcune fossero "adattate" al momento. I prezzi sono sempre in crescita da un anno all'altro e, almeno per quanto riguarda i biglietti dei siti archeologici, non sono contrattabili . Le guide parlano un inglese abbastanza semplice e chiaro, quindi se non siete proprio digiuni è facilmente comprensibile.
Il primo edificio che si incontra a sud fuori dalle mura è il meraviglioso Arco di Adriano, alla sua sinistra si accede con dei camminamenti ad arco all'Ippodromo ancora oggi utilizzato per rappresentare la corsa delle bighe in determinati giorni della settimana. Se volete far coincidere la vostra visita con questo spettacolo informatevi prima sul calendario e gli orari. Si prosegue verso nord per arrivare al vero e proprio accesso alla antica città attraverso la Porta Sud, che è stata ricostruita. L'ingresso nell'arco a sinistra era destinato ai carri, sono ancora presenti i solchi delle ruote, nell'arco di destra la massa plebea mentre il più grande ed imponente centrale era riservato alle figure importanti del tempo. Ci si dirige verso la sopraelevata e famosa Piazza o Foro Ovale che è una vera meraviglia per la vista, tuttavia se siete appassionati di fotografia vi consiglio di salire subito nella parte alta alla sinistra, zona Tempio di Zeus e Teatro Sud, per cogliere la piazza nella sua interezza senza che le ombre degli edifici rischino di compromettere la vostra composizione. Dal Foro Ovale parte il Cardo, l'antica strada romana con direzione nord-sud, anche in questo caso intersecata da due Decumani, uno a sud e l'altro a nord, che era appunto la strada romana con direzione est-ovest. Purtroppo la zona ad est del sito è quella più compromessa dalle vicende costruttive dei secoli successivi ma anche dai crolli, attualmente sono presenti dei cumuli di terreno che probabilmente custodiscono eventuali tesori che attendono di essere riportortati alla luce.
Il Cardo è una meravigliosa via colonnata, suggestiva anche se a tratti parecchio sconnessa a causa dei diversi terremoti che hanno partecipato attivamente alla distruzione della città. È stata rimaneggiata nei secoli rispetto all'impianto originario. L'incrocio con il Decumano si chiama Tetrapilo e quello a sud presenta delle strutture con nicchie probabilmente atte ad alloggiare delle statue. A sinistra prima del Tetrapilo c'è l'area delle botteghe, dopo si incontrano edifici monumentali di diverse epoche e periodi, alcuni rimaneggiati ed adattati alle nuove esigenze sociali come chiese o moschee. Fra questi incrociamo i resti della Cattedrale costruita sulle strutture di un antico tempio, poi il Ninfeo e il grandioso Complesso di Artemide il cui accesso era costituito dalle imponenti scale al lato del Ninfeo. Tutti gli edifici si mostrano notevolmente danneggiati dal tempo e terremoti ma anche saccheggiati per ricavare materiale da costruzione per strutture successive, come le chiese erette nel periodo bizantino. Solo i due teatri sono stati quasi integralmente recuperati e riutilizzati come sede attuale di spettacoli. Infatti è notevole il contrasto fra lo stato di danneggiamento generale presente in tutti gli edifici, che rende indispensabile una spiegazione oltre ad una non indifferente attività di immaginazione, rispetto ai fruibili ed affascinanti teatri. In particolare dell'esteso Complesso di Artemide resta davvero poco e solo guardando una ricostruzione dell'opera si ha idea dell'effettiva disposizione di quanto rimasto.
Il Cardo finisce nella Porta Nord detta anche di Damasco che insieme al colonnato fino al Tetrapilo nord è quello originario non avendo avuto rimenaggiamenti nei secoli successivi. Vicino al Teatro nord e al Tempio di Artemide si incontrano anche i resti di tre chiese in particolare sono godibili i mosaci del pavimento della Chiesa dei Santi Cosma e Damiano, visibili dall'alto delle mura perimetrali in quanto ormai priva di copertura.
Marina Hiker pubblicato il 06.02.2020
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