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Dove lo butto?

Pensavo di saperlo!

Faccio la differenziata ante litteram cioè da quando sono comparse le campane per la raccolta di alcuni tipi di rifiuti, spesso a distanza notevole dalla mia abitazione del momento. Mi sono caricata casa e macchina di sacchi e scatole per andare a conferire in modo corretto nella speranza che servisse ad un degno riciclo. Si parlava ancora poco di emergenza planetaria ma vedere i cumuli di ogni bendidio mi aveva fatto intuire quale enorme ricchezza ci fosse mascherata da rifiuto. Ho sempre pensato che l'Italia, povera di materie prime, potesse diventarne un produttore in seconda battuta proprio attingendo da questo incredibile scarto. Immaginavo che addirittura potessimo fornire le altre nazioni. Ho sperato che le mia amate riviste e libri, diventati eccessivi nei vari traslochi, potessero contribuire a risparmiare il taglio di nuove piante e, proprio grazie al loro sacrificio, potessero dar vita ad altro libro o rivista comprati sempre da me senza rimorsi verso le splendide macchine naturali di produzione d'ossigeno.

Non ho vacillato nel mio sogno neanche quando un amico, direttore di discarica, mi disse a mezza voce che in realtà all'epoca non c'era una vera separazione del conferito. Semplicemente smisi di buttare libri e riviste, in attesa di un vero riciclo, ma continuai a sperare che almeno il mio sacrificio per cercare le campane di vetro e plastica servisse a qualcosa prima o poi. Invece arrivò la mazzata della fabbrica di riciclaggio plastica chiusa per mancanza di materie prime e la non convenienza ad acquistare da altre regioni.  Continuavo a sperare, ed ecco che compare la raccolta differenziata porta a porta con tanto di libretto delle istruzioni per saper esattamente dove mettere la nostra immondezza. Mi illudevo che, a parte il disagio iniziale, presto saremmo entrati a regime e finalmente l'Italia sarebbe diventata quello che sognavo: un produttore di materie prime in seconda battuta.

Ma negli anni la situazione si è ingarbugliata. Alcuni materiali che prima andavano in una raccolta sono stati dirottati in un'altra senza darne il giusto risalto, mentre la quantità di sacchi abbandonati ovunque è diventata insostenibile e a farne le spese sono sempre i soliti sognatori onesti che cercano di fare le cose giusta. Dopo l'ultima passata di avvisi attaccati dagli addetti su tantissimi cumuli di buste per indifferenziata, fra cui anche la mia rea di contenere qualcosa che fino a poco tempo fa andava nel secco, ho scoperto che nessuno si può ritenere completamente in regola. Tutte le certezze sono crollate ma soprattutto ho deciso di capire perché la raccolta della spazzatura premia chi abusivamente abbandona ovunque e bastona chi paga la tassa e si impegna a differenziare secondo istruzioni, almeno quelle avute. Irritata ed arrabbiata perché colpita nel mio senso civico ho cercato di orientarmi nelle disposizioni comunali, a volte rionali, dette e "non dette". Ho cercato anche di capire come mai le buste abbandonate ovunque non abbiano la degna attenzione dei vigili urbani che fingono di prendere la mia segnalazione aumentando solo il mio livello di frustrazione ed impotenza.  Così mi sono imbattuta in un quadro assolutamente desolante. 

Quindi da convinta fan della differenziata sono diventata una nemica di questa raccolta all'italiana che ha prodotto disagio agli onesti e deboli per arricchire mafie ed incivili, un'immagine sconsolante della nostra nazione che dimostra in pieno la nostra decadenza e la nostra incapacità di diventare civile. Esiste un soluzione? Sicuramente ma così come è stata impostata non porta a nulla se non quella ipocrita di evitare le sanzioni della Comunità Europea fingendo di essere virtuosi. Pura apparenza con percentuali di raccolta davvero discutibili davanti al fiorire di discariche improvvisate ovunque. Si parla tanto di ecologia e di tempo che non c'è più per rimediare ma continuiamo ad aspettare risposte dall'entità superiore indefinita, mentre singolarmente ognuno tenta di liberarsi della propria spazzatura in ordine sparso, chi cercando di seguire le regole, chi fregandosene altamente. 

Cosa fare? Sorgono tanti movimenti, di vario genere, natura e tipo, alcuni diventano poi integralisti, altri applicano l'integralismo solo agli altri, per se stessi invocano l'eccezione. Forse dovrebbe nascere un movimento che partendo dall'immondizia cerchi di rendere più civile questa nazione. Utopia? Un po' sconsolatamente lo penso. Se anche voi vi siete imbattuti nel cambiamento della destinazione di un rifiuto o sulla protesta, rimasta inevasa dai vigili urbani, per l'abbandono da parte di altri della spazzatura sapete bene di cosa sto parlando. In questo sistema se tu sei quello che paga la tassa e chiedi che ti sia rimossa l'immondezza mollata vicino lì vicino rischi soltanto di essere preso di mira da tutti. 

Al momento ho scritto una email alla società che fornisce il servizio con un elenco di rifiuti di cui non so più la giusta collocazione. Attendo una risposta per sapere in questa Italia dei Comuni di stampo medievale dove devo buttare quello che la società dei consumi mi obbliga a comprare a corredo di quel poco che effettivamente utilizzo.


Amanda Decori pubblicato il 09.12.2019 [ Attualità ]


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