Antica compagna sgradita: Ansia

E così dopo un bel po' di tempo, quando già pensavo d'averti scordata, sei riapparsa dal nulla. Il classico fulmine a ciel sereno. Una morsa opprimente alla gola che si irradia giù verso il petto, soffoco e mi dimeno nella nebbia che offusca la mia ragione. Sei tornata ansia, vorrei dire cara ma non lo sei. Per niente gradita. Un senso totale di inadeguatezza, una paura confusa ed opprimente di non riuscire ti fanno da damigelle. O da genitori? O sono un frutto del tuo agire?

Non so ma mi sento ricacciata in dietro. Annullati anni di terapia e di comprensione del mio io. Annullata ogni possibilità di rifugiarmi in un pensiero positivo.

Siamo davvero sempre così precari nella nostra serenità? Siamo sempre possibili prede dei nostri fantasmi mai dissipati nella conoscenza dei nostri meccanismi?

Gli stessi errori, gli stessi identici errori. Il pendolo dei sentimenti e delle emozioni ha oscillazioni meno ampie del passato ma periodicamente ritorna spinto lontano dal fulcro da una strana forza oscura e rincomincia con vigore a massacrarti le giornate.

Perché non posso essere davvero libera? Perché mi muovo come una marionetta il cui unico scopo è ricevere applausi? Perché non trovo il bandolo della matassa della mia esistenza?

Credevo d'averti sconfitta Ansia, ma tu eri li in agguato pronta a ghermirmi e lanciarmi sul filo spinato dei miei tormenti. Tutto è effimero, tutto è indispensabile, tutto è soffocante.

Ma da dove iniziare per liberarmi di ciò? I saggi dicono dall'essenza, ma cos'è l'essenza? E' così ben nascosta dentro di noi che non riusciamo proprio a vederla?

Perché ero più felice quando stavo oggettivamente male ed ora che sto bene sono peggio di una larva umana?

Ingratitudine? Tormenti di noia? Paura di ritrovarmi in quella situazione e non avere la forza per affrontarla?

Già paura, compagna cieca e furiosa di ogni passo nella vita.

daria cemonda pubblicato il 17.02.2008 [Testo]