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Uno scritto a caso

L'amore ritrovato
[poesia] Il gemello
roberto
22.10.2012

Aaron Davey, storia di un buonanulla

Le popolari storie che in ogni luogo della terra celebrano gli "sciocchi", probabilm

'

Con la fantasia si può viaggiare in tutto il mondo senza spendere un solo centesimo, si possono incontrare i pirati, le fate, le streghe oppure vivere in una barca sul Mississippi...A volte la fantasia si accosta talmente alla realtà da riuscire perfino a condizionare la storia.

A Burlington, villaggio fuori mano nel nord degli Stati Uniti a due passi dal confine con il Canada, un borgo sparpagliato e infreddolito di un migliaio di anime, viveva, verso la fine del diciannovesimo secolo, un giovane di nome Aaron Davey.

A quell'epoca Burlington era un piccolo mondo ancora sprofondato nelle tradizioni popolari contadine, dove il progresso sembrava non dovesse arrivare neppure in ferrovia. Oggi è la città più popolosa del Vermont (40.000 abitanti per la maggior parte elettori democratici), ma all'epoca della nostra storia era amministrata secondo regole del più ostinato puritanesimo.

Ora figuriamoci se qualcuno non si domanderà come ne sia venuto a conoscenza...Beh, è semplice, ci sono nato.

Dovete sapere che nella scuola del villaggio, allora alquanto primitiva, si usavano libri vecchi di almeno una generazione, e che l'anziano pastore, il reverendo John Creighton, sbandierava ancora un'obsoleta teologia fiammeggiante di zolfo infernale.

Persino i vestiti che tutti portavano sembravano essere tagliati in una foggia immutata a memoria d'uomo.

Al contrario di molti suoi compaesani, il buon Aaron sapeva, con confusa certezza, che al di delle montagne esisteva un vasto mondo di grandi città e poderose navi che solcavano gli oceani, ma in realtà erano notizie amplificate dalla sua fervida fantasia. Di navi e di grandi città non ne aveva mai viste, ma il suo desiderio di conoscenza era immenso, così com'era immensa la sua semplicità e la sua ingenuità.

Tra l'altro era in possesso di una naturale e insaziabile curiosità e leggeva tutto quello che gli capiava sotto gli occhi e riusciva ad interessarlo.

Dedicava molto del suo tempo al lavoro in campagna e alle letture serali.

Aaron Davey, a trent'anni, non aveva un soldo più di quanto ne avesse avuti quando aveva ereditato la sua piccola casupola appena fuori Burlington.

Era riuscito, rimboccandosi le maniche, a cavare dalla vita il necessario per vivere, ma, per quanti sforzi avesse fatto, era tutto quello che era stato capace di ottenere. Qualche volta fantasticava di diventare ricco, di mettere su famiglia, avere una moglie e dei figli, ma la speranza di riuscirci svaniva sempre alle prime luci dell'alba, mentre lui s'intristiva.

Aveva trascorso un'infanzia triste ed una fanciullezza senza la protezione degli affetti, e poiché aveva perso i genitori in tenera età, per sopravvivere era stato costretto a lavorare duramente.

Immagino non sia difficile comprendere quanto la sua vita dovette dipanarsi tra difficoltà d'ogni genere; tra le altre cose, ciò che lo rendeva un po' diverso dagli altri suoi coetanei, era quella sua aria disincantata e sorridente che gli dava l'aspetto di chi ha fiducia perfino di Belzebù e per questa ragione molti dei suoi compaesani, sin da quand'era bambino, avevano preso a chiamarlo Buonanulla.

Tuttavia, a dispetto di molti riuscì a farcela. La sua voglia di vivere gli fece superare enormi difficoltà, crebbe e divenne un bel ragazzo dotato di un carattere mite, premuroso e soprattutto coraggioso.

Per farla breve si può ben dire che, sebbene fosse sempre un po' con la testa nelle nuvole, era da molti considerato una brava persona.

Naturalmente dovette arrangiarsi per sopravvivere, adoperandosi a svolgere un'infinità di piccoli lavori come aiutare in campagna o nei lavori più faticosi.

Molto spesso veniva utilizzato in campagna, dove trascorreva intere giornate a raccogliere granturco o mele, o a scacciare gli uccelli dai campi, dopo che questi erano stati seminati.

A volte accadeva che alcuni dei suoi compaesani, per burlarsi di lui, lo facessero restare nei campi anche la notte, con l'incarico di scacciare gli eventuali fantasmi del vicino cimitero.

Lui capiva che gli altri si divertivano alle sue spalle, ma sapeva anche che quella era l'unica possibilità che aveva per sopravvivere...e lasciava che gli altri si divertissero, a lui era suffieciente avere un po' di pane e i suoi libri per non sentirsi troppo solo.

Beh, ragazzi! Non credo sia difficile intuire che per vivere in quelle condizioni ce ne volesse di coraggio, ma lui non si lamentava mai, ed era sempre servizievole sia con coloro che, attraverso piccole mance gli consentivano di sopravvivere, sia con quelli che lo offendevano per pura cattiveria.

Alcuni di quei furfanti, per pura malvagità e stupidità, lo prendevano in giro ogni volta che capitava loro a tiro; << Buonanulla qua, Buonanulla là...e cosa sei buono a fare? Nulla, nemmeno a legarti le scarpe! >>.

Un giorno, però, dopo l'ennesima presa in giro, sentendosi avvilito dal comportamento dei suoi compaesani, il ragazzo ebbe un moto di ribellione e rivolgendosi a quei paesani crudeli gridò loro:

<< Ora basta, non sono ciò che dite, sono un uomo come tutti voi, e se sono nato così vuol dire che questo era il mio destino, che colpa ne ho. Io non vi ho fatto nulla >>

<< Ma noi non ti facciamo nulla >> Lo irridevano ancora << D'altra parte non è colpa nostra se sei un tipo strano >>

<< So bene di non essere simile a voi, ma sono pur sempre un uomo >> Rispose il ragazzo tra le lacrime

<< Oh Cristo! Tu saresti un uomo? >> Commentarono loro continuando a prendersi gioco di lui << Bene allora perché non lo dimostri? Facci vedere cosa sei buono a fare >>

<< Cosa dovrei fare per ottenere un po' della vostra benevolenza? >> Chiese lui

<< Ad esempio sapresti fare il pane? >>

<< No >> rispose lui << però se qualcuno m'insegnasse riuscirei a farlo >>

<< Sai ferrare un cavallo? >> insistette un altro

Lui scosse il capo abbassando gli occhi

<< Allora prova a fare la corte ad una ragazza se ne sei capace >>

A quella cattiveria lui neppure scosse il capo, aveva gli occhi lucidi di lacrime e stava per allontanarsi quando gli tornò alla mente una storia che la sua mamma gli aveva raccontato tanti anni prima, quand'era ancora in vita e si prendeva cura del suo bambino.

<< Non devi aver paura della gente, >> gli aveva detto la mamma << ma se vorrai che gli altri abbiano un minimo di rispetto nei tuoi confronti, dovrai riuscire ad incutere nei loro cuori un po' di sana paura >>

E fu in quell'occasione che gli aveva raccontato la fiaba del buon ragazzo e del cimitero.

<< Va bene, volete proprio vedere cosa sono capace di fare? >> Disse lui in tono di sfida affrontando con occhi di fuoco i suoi aguzzini << Allora domenica sera venite tutti al cimitero e vi convincerete delle mie capacità >>

<< Cosa ci farai vedere Buonanulla? >> Replicarono gli altri

<< Una cosa che nessuno di voi saprà mai fare, resusciterò i morti! >>

Inutile dire che l'effetto di quelle parole ebbero lo stesso risultato di una scudisciata.

<< Davvero sai farlo? >> Chiesero

<< Venite domenica sera e vi mostrerò il mio valore, così la smetterete di prendervi gioco di me >>

<< Buonanulla domenica ci farà vedere come resuscita i morti. Ah, povero illuso...ora stai a vedere che hai occupato il posto di Dio >> Lo derisero tutti i presenti.

In paese i soliti maligni risero per una settimana, ma la domenica sera il cimitero era pieno di chi lo rispettava e lo aiutava, e di coloro che lo deridevano pronti e decisi a prenderlo in giro per farsi due risate alle sue spalle.

Aaron era vestito con il solito vestito di tutti i giorno, d'altra parte non ne aveva altri. Se ne stava per conto suo cercando di non mostrare quanto fosse grande la sua paura, quando incitato dalla gente che voleva vedere, si decise a fare qualcosa, e allora disse con voce tremante per l'emozione:

<< Io sono pronto, c'è qualcuno tra voi che desidera la resurrezione di qualche parente? >>

Naturalmente nessuno osò aprire bocca e di un colpo cessarono tutte le risa e gli schiamazzi.

<< Bene, allora dovrò scegliere io... >> Disse deciso Buonanulla in un silenzio che a qualcuno fece gelare il sangue.

Si avviò ad una lapide poco distante e indicandola mormorò:

<< Comincerò da questo povero disgraziato. Lui è stato l'ultimo a morire, e siccome è ancora fresco, la cosa sarà più facile >>

Detto ciò si avvicinò alla tomba indicata con un'impudenza che nemmeno lui sapeva di dove fosse uscita, ma ancor prima che potesse fare una sola mossa, fu tirato per la giacca da un tale che gli bisbigliò all'orecchio:

<< Non dar fastidio a questo disgraziato. Egli ha sofferto tutta la vita, quindi lascialo morto in santa pace >>

<< Perché? >> Chiese Buonanulla << E' forse tuo parente? >>

<< Per carità di Dio, no! Quest'uomo abitava in una delle case di proprietà della contea e che dopo la sua morte hanno assegnato alla mia famiglia, ma se tu lo resusciti egli pretenderà che gliela renda...e noi resteremmo per la strada. Perché non rimetti al mondo qualcun altro? Per favore, amico mio, fammi questa cortesia, te ne sarò grato in eterno. >> Poi, abbassando il tono della voce disse << Ti prometto che da oggi ti porterò il rispetto che meriti >>

<< Va bene, come vuoi tu! >> Borbottò Buonanulla rinfrancato << Allora resusciterò questa povera donna morta di parto che aveva due figli in tenera età >>

Nel dir questo si chinò sulla tomba della donna, ma prima che potesse sfiorarla con un solo dito qualcuno fermò il suo braccio mormorando;

<< Per la salute della mia anima non farlo. Io sarei felice di riavere con me la mia povera moglie, ma come tu sai ho due figli e mi son dovuto risposare. Perciò se ora me la riporti in vita cosa racconto all'altra moglie? Poveretta è tanto brava, ama i miei figli e tra l'altro è anche più giovane di lei. Se mi fai questo favore puoi venire nel mio negozio a rifornirti ogni volta che ne hai bisogno >>

<< Anche senza soldi? >> Chiese lui

<< Ma certo ragazzo mio...Vedrai che ci metteremo d'accordo...ma tu lasciala dov'è >>

<< Mi pare giusto. >> Ammise Buonanulla sorridendo << Allora vedrò di resuscitare il ciabattino che tutto il paese ha benedetto per la sua bontà. Chissà quanti di voi saranno contenti di pagargli tutte le risolature non ancora saldate >>

Il silenzio nel cimitero si era fatto totale e improvvisamente si udì un urlo.

<< No, lui no! >> Gridò una donna in fondo al cimitero << Lui non puoi riportarlo in vita perché se lo resusciti dovrò restituirgli la vigna e non saprò come sfamare i miei figli >>

<< D'accordo. >> Acconsentì felice Buonanulla << Allora resusciterò questa buona sposa e madre affettuosa, sono certo che lei andrà bene a tutti >>

<< Neanche per sogno! >> Esclamò il reverendo John Creighton intervenendo con cipiglio austero. << Perché se questa povera donna riapre gli occhi e vede cosa hanno combinato il marito e le due figliole, muore nuovamente di crepacuore. Allora tanto vale lasciarla dov'è >>

<< Beh... >> Fece Buonanulla ormai certo di avere la vittoria in pugno. << Amici miei dovete decidervi, io debbo fare il mio lavoro, perciò ditemi voi chi devo resuscitare >>

E nel dire quelle parole si rivolse alla folla guardando tutti negli occhi, uno ad uno.

Naturalmente nessuno si prese la briga di rispondere, anzi, più di uno tra i presenti se la filò zitto zitto sperando di non esser visto.

Considerato che tutti erano rimasti impietriti e muti come statue, Buonanulla chiese ad ognuno di loro se avesse avuto qualche preferenza.

Ripeté la domanda decine di volte, ma tutti gli fecero capire che la cosa migliore sarebbe stata di lasciare le cose come stavano e non infastidire chi bene o male se n'era andato per volere del Signore.

<< In fondo non c'è bisogno che tu ci dimostri ciò che sai fare >> Dissero i paesani << Noi ti crediamo sulla parola, quindi che bisogno hai di resuscitare qualcuno? >>

<< Per la verità non era mia intenzione scombinare i piani del Signore, né quella di disturbare chi è morto, però se ben ricordate siete stati voi a chiedermi di dimostrarvi cosa so fare. D'altra parte resuscitare i morti è l'unica cosa di cui sono capace... >>

<< Ti crediamo, ti crediamo... >> Risposero in coro i paesani

<< Vi ringrazio amici miei... >> Borbottò lui << E se preferite che le cose restino così , io non ho nulla in contrario, io rispetterò il patto ma... >>

E nel pronunciare quelle parole sorrise comprendendo di aver vinto la sua battaglia

<< Bravo!... >> Esclamò il reverendo John Creighton << E' così che parla una persona intelligente e timorata di Dio >>

Presa la palla al balzo Buonanulla si rivolse nuovamente alla folla:

<< ...e va bene, io non farò nulla che possa dispiacervi, però fin d'ora voi dovrete impegnarvi a non infastidirmi più con le vostre provocazioni e con questa storia del Buonanulla pazzerello. Voi mi conoscete bene, forse non sarò così sveglio come molti di voi, ma sono una brava persona...e so resuscitare i morti...ricordatelo! >>

<< Bravo, bravo! >> Esplose con gioia la gente tirando un gran sospiro di sollievo

<< Però tenete bene a mente, >> Riprese Buonanulla sollevando una mano per zittire la platea << che se ricomincerete ad importunarmi, io torno qui e vi resuscito tutto il camposanto. Poi vedremo chi di noi avrà voglia di ridere >>

Beh, forse non lo crederete, ma da allora Buonanulla fu il matto più rispettato del paese.

Trascorsero alcuni anni e tutto filò liscio come l'olio, fin quando un giorno, il governatore dello stato, (un buon uomo con il vizio del whisky) di ritorno da un viaggio di lavoro, nei pressi del paese fu colto da un violento temporale.

Ovviamente il paese non poteva offrire nessun tipo d'albergo, e cercando riparo con il suo seguito, gli fu indicato di andare a ripararsi nella casa di Buonanulla, e così fece.

Giunto a destinazione non dichiarò la sua identità, affermando di essere un proprietario terriero in viaggio con alcuni amici.

Dopo di che, una volta asciugatosi e rifocillatosi, il governatore e il suo codazzo di amici, trascorsero una riposante notte nella casa di Buonanulla.

Il mattino successivo era tornato il sole, il governatore ringraziò il buon uomo per la sua ospitalità e prima di rimettersi in viaggio gli chiese:

<< Perché ti chiamano Buonanulla? >>

<< Il mio vero none è Aaron Davey, quel soprannome mi è rimasto in eredità prima che mettessi nel sacco tutto il paese >>

<< Cosa combinasti? >> Chiese incuriosito il governatore

<< Nulla di cui doversi vergognare, però da allora tutti mi rispettano ritenendo che sia molto più intelligente dei consiglieri del governatore >>

A quel punto dovette raccontare la storia del cimitero che fece ridere a crepapelle tutti i presenti, tranne il governatore, al quale, non andando giù la storia che Buonanulla potesse credersi più intelligente dei suoi amministratori, gli chiese indispettito:

<< Sei certo d'essere più intelligente dei consiglieri del governatore? >>

Alla risposta affermativa di Buonanulla il governatore si dichiarò

<< Allora sappi che io sono il governatore di questo stato, e se ora non vorrai finire con un cappio al collo, dovrai dimostrarmi di valere quanto hai appena affermato >>

<< Cosa volete che faccia per la signoria vostra? >>

<< Dovrai risolvere tre quesiti...te la senti di provare? >>

<< A vostra disposizione signore >> Rispose Buonanulla con la sicurezza di chi non ha più nulla da perdere.

<< Bene, allora entro la prossima settimana presentarti al mio ufficio in città, e se riuscirai a rispondere a queste tre domande potrai chiedermi qualsiasi favore, ma se non riuscirai ti farò impiccare >>

<< E per quale motivo mi fareste impiccare, io non ho fatto nulla! >>

<< Nulla!? >> Esclamò il governatore << E ti pare nulla esserti messo nelle brache di Dio? >>

<< Era l'unica maniera per risolvere il mio problema >>

<< Beh, ora dovrai risolvere anche quest'altro problema o perderai la testa >>

Visto come si erano messe le cose al povero Aaron cominciarono a venirgli certi prurito attorno al collo e lui giù a grattarsi, ma ormai c'era poco da grattare, quel che era fatto era fatto e non poteva essere cambiato.

<< D'accordo signore, ditemi quali sono queste domande e tra qualche giorno vi darò le risposte >>

1° << Quanto tempo ci vuole per andare dalla terra al cielo >>

2° << Perché la testa di un uomo resta pelata prima del mento >>

3° << Quanto vale la mia persona >>

Buonanulla trascorse alcuni giorni notevolmente in ansia, poi, un mattino, di buon'ora si presentò al governatore che, pronto a divertirsi alle sue spalle, subito gli chiese con un certo cipiglio la risposta alla prima domanda.

<< Semplice!... >> rispose Buonanulla << Dalla terra al cielo non ci vogliono più di nove ore. >>

<< E perché? >> Chiese sorpreso l'uomo

<< Signore voi certamente conoscete meglio di me la storia dell'umanità, e dunque dovreste ricordarvi che mentre Gesù Cristo stava morendo sulla croce, si rivolse ad uno dei ladroni e gli disse << Oggi sarai in cielo con me >> e siccome è risaputo che morirono alle tre del pomeriggio, certamente arrivarono in cielo prima della mezzanotte; quindi non più di nove ore! >>

<< Ne sei certo? >> chiese il re decisamente in imbarazzo

<< Non sono un matematico, ma ho considerato che se avessero viaggiato oltre la mezzanotte, Gesù avrebbe detto al ladrone << Domani sarai in cielo con me >>

<< Questa volta me l'hai fatta, ora però voglio la seconda risposta...e attento alla tua testa! >>

<< Anche questa risposta è semplice: la testa di un uomo rimane pelata prima del mento perché i capelli nascono molto prima della barba, e quindi invecchiano e muoiono prima...è una regola naturale, chiedete ai vostri esperti >>

<< Scommetto che questa risposta te l'ha suggerita il diavolo, ma dalla terza non scappi! >> minacciò il governatore divertito

<< Se il mio destino è morire per mano del boia, così sia...ma resta il fatto che voi non potete valere più di ventinove denari >>

<< Cosi poco? >> Esclamò il governatore questa volta molto meno divertito. << Lo sai che questa tua risposa è un'offesa alla mia persona? Sarebbe sufficiente a farti impiccare >>

<< Non era mia intenzione offendervi signore, e vi porgo tutte le mie scuse... >> Mormorò impaurito Buonanulla << ma non è colpa mia se il vostro valore è così basso. Sapete bene che Gesù Cristo, re del cielo e della Terra, fu pagato trenta danari, quindi voi, essendo soltanto il governatore di un piccolo stato, non potete valerne di più >>

Il governatore ammirò l'astuzia di Buonanulla e tra lo stupore generale decise di promuoverlo amministratore della contea su cui si trovava il paese.

Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti e di << amministratori buonanulla >> ce ne sono ancora molti...tutti però meno intelligenti del buon Aaron Davey.

(Ogni riferimento a situazioni politiche locali è puramente casuale)

Ah! Dimenticavo di dirvi che Aaron era mio nonno e che a quarant'anni si sposò, e che oltre a metter su famiglia, mise su un bel forno che oggi, dopo aver fatto pane per 120 anni, è divenuto meta di attrazione turistica.


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Legend pubblicato il 18.09.2006 [Testo]


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