Ma non è un film
Leggevo la notizia relativa alla fuga dei francesi da Parigi prima che entrassero in vigore le restrizioni causa coronavirus. Scene già viste dieci giorni fa e per le quali l'Italia è stata abbondantemente presa in giro. Ma alla fine tutti quanti si stanno comportando allo stesso modo, stanno seguendo le nostre orme, errori compresi. Siamo passati da untori ad esempio, tuttavia avrebbero dovuto capire qualcosa di più proprio guardando la prima nazione in Europa che sta affrontando un evento senza avere un manuale d'istruzioni.
Così la gente fugge dalle città, ammassandosi, fa la fila ai supermercati, facendo assembramento e litigando, tutto questo trascurando il solo vero criterio da adottare: stare a distanza. Fuggiamo in maniera scomposta da un posto dove forse non vogliamo stare perché ci hanno detto che dovremmo sopportare delle restrizioni alla nostra libertà, ma non esiste un posto dove siamo davvero al riparo da quello che in questo momento è il vero nemico: il virus.
Non possiamo neanche abbracciarci per confortarci, così come non possiamo confortare i nostri cari in ospedale o, orrore nell'orrore, accompagnarli per l'ultimo viaggio. Da studi attendibili vengono indicati gli asintomatici ospitanti dello sgradito ospite in numero fino a dieci volte tanto quelli ufficilamente riconosciuti. Facendo i calcoli vengono i brividi e non si può non essere spaventati. Infatti quanti portatori sani si sono addentrati nelle nostre città, paesi e frazioni, felici di ricongiungersi con i propri cari o nell'illusione di trovare la libertà di spostamento proibite nelle prime zone rosse? Quanti hanno cercato la fuga convinti di lasciarsi dietro problemi e dolori, inconsapevoli e non di quello che potevano trascinare con sè?
Succede lo stesso anche nelle altre nazioni, quando lasciano la possibilità di farlo. L'essere umano è sempre lo stesso nella sua primitiva psicologia, qualunque forma di occhi o colore della pelle possieda. Se pensiamo di essere al riparo da questo flagello basta solo ricordare che esistono anche gli altri problemi e disastri nella vita e rischiamo di non trovare posto negli ospedali per altre malattie che continuano ad arrivare.
Ci sentiamo invincibili, pensiamo poi che ci rstano sempre buone gambe per fuggire, ma non è così! Questo non è un film e purtroppo il protagonista è un supereroe al negativo, invisibile e celere alla velocità di 320 km/h, quella di uno starnuto!
Amanda Decori pubblicato il 17.03.2020
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