(TeatroTerra)
VISO DI DONNA TRA LE SUE DOGLIE
Lingue lunghe lingue di fuoco
lingue che aprono frutti proibiti
Lingue di ghiaccio lingue di terra
lingue che colgono tutti i segnali
Lingue del mondo lingue del cielo
lingue che giocano a farti giocare
Lingue che esplodono lingue che implodono
lingue che tutti vorrebberro imparare
lingue che poi hai voglia di dimenticare
lingue di labbra
labbra di viso
viso che vince ancora battaglie
viso di donna tra le sue doglie.
Perchè Venezia è uno schiocco di dita
che segue i tuoi passi
è l'azione che non sempre segue la ragione
è un bar all'aperto
ma qualche volta è anche un chiudersi
è uno specchio frantumato nel sole
e un divano lasciato per strada
Perchè Venezia ha la sua frequenza
e la sua radio gracchiante nell'ombra
Perchè Venezia è rete e guanciale
e dorme soltanto della sua danza
Venezia ha fame
e quasi mai sete
Venezia è una serva prosperosa
e il suo anziano signore
è la folla tra le pieghe di un abito
è una giacca senza tempo
è un'impronta che si distrugge
per crearne altre cento
Venezia è il sedere dorato di una qualche nuova (i)dea.
Devo curare le mie ossessioni
quindi
calci in faccia
ad io
e alle sue tenaglie.
ALLA DERIVA IN UNA DELICATA MAGIA
Tra un po' sposteremo la nostra danza,
senza abbassare lo sguardo,
al di là di ogni galassia
o di un granello.
Tra un po' sposteremo la nostra danza
su un qualche palcoscenico acquatico,
senza Suoni(o)Paure
alla deriva in una delicata magia.
Capisci cosa voglio dire,
scrivo il mio finale
e ne faccio comunicazione.
Capisci cosa voglio dire,
abbasso (spengo) la luce
e ti nascondo la mia ombra.
Capisci cosa voglio dire,
ognuno interpreta a suo modo
il modo di fidarsi della vita,
di questa vita
così buona
e stupida.
E' un divorante e caparbio desiderio
che scalcia e che sbuffa e che strappa
e nega la fame
e non si apparecchia su una o più forme
e non ha più paura di esser distrutto
E' un desiderio che caparbio divora
che ingoia e poi sputa
ciò che non gli appartiene
che ruba e poi lava
ciò che da sempre gli appartiene
E' un desiderio
che si guarda le spalle
che si copre le spalle
che si lascia alle spalle
un mare nero di morti ad occhi aperti
E' un desiderio
e un profondo respiro
fresco
pulito
gonfio
bagnato
ma in un certo senso
di un altro pianeta.
Poi si trovò in mezzo al traffico
e prese il volo
Poi si trovò in mezzo al traffico
e prese il volo
non pensava di rimarginare ferite
no
non pensava di ferirestrappare i margini
no
non pensava
no
fluiva sulla terravistadallaluna
rovesciava ore viste immobili
punibile con la fucilazione non faceva
nulla.
La morte cammina dietro al re.
E' tutto in questa frase,
che mi sorprende rovina schiaffeggia
che mi fà sentire tra mille occhi curiosi.
La morte cammina dentro al re.
Mentre tutto è
sotto-traccia
sotto-vuoto
sotto-pelle
dentro un orgasmo che scuote le torri
dentro un piacere che è già partenza.
Un incedere lento
tra marionette e specchi,
una notte di grazia affondata
in un vecchio letto fumante...
ripresero l'azione
i nostri sensi in naftalina
per lasciarci poi espansi
sulla superficie ancora quieta
di un'altra liscia tana mattutina.
Finchè le stelle rimarranno
parte&dentro di noi
Finchè noi rimarremo
parte di&per noi
Finchè vita non ci unisca
Finchè sale non significhi più
solo ferita
addormenterò la notte,
per svegliarmi ancora
ProfondoSentire.
Et le rues où je vais
temporali allagano il tempo
a l l a r g a n o i l t e m p o
brandendo un'enorme scure scintillante
che apre reazioni a catena,
Et le rues où je vais
ogni ronzio può diventare boato
senza che nessuno s'affretti verso casa
senza che nessuno sfoggi cicatrici di paura
senza che nessuno senta di essere nessuno.
Come l'acqua
m'intrufolo ovunque,
scelgo la strada
con meno resistenza,
e, quando trovo uno uno spazio fecondo,
m'arrendo pacioso alle sue carezze...
Bollino rosso
questa volta si
Bollino rosso...
vagine circolari
grondanti
line-e-rette,
punti di sospensionesplodono
(domande ed umori),
cicli gonfi,
bombe gonfiano cicli tronfi,
vendette vedette,
all'orizzonte nessunosiamosoli
all'orizzonte vendette:
divertiti,
dissi alla falsaSignoravendetta,
allora ero puro
ora
ora sì
amo il veleno,
ora sì
non rallento certo per te.
Perchè non sono io a dover alzare la voce,
ma tu
a dovermi
raggiungere.
Sarà un istante
Sarà come giocare a dadi con Persefone
Sarà semplice, o molto difficile,
ma un giorno attingerò alla tua alta marea,
perchè questo vuole la mia terra
e il bagliore dei suoi semi in divenire.
Cosa noti al di là del muro?
Come trascinare l'aratro
sulla pelle, la tua carne,
o il soffio d'ogni sogno sepolto?
Cosa noti
è certo noto
solo a te,
tu che puoi mangiare e godere
e immolarti
ma davvero non puoi scordarti,
tu che puoi rallegrare i deliri
ma no, non li puoi fermare.
DISCO 1 - Contenuti Speciali
E' un mal di pancia
che pretende colonna sonora,
E' un mal di pancia
che schiaccia le attese,
E' un mal di pancia che
non pressupone nessuna guerra,
E' un mal di pancia che
ha voglia di massaggi
massaggi&carezze
messaggi e
corazze...
esplosioni tra le fronde
esplosioni senza sonde
esplosioni...
Oggi ho vinto
per domani non so,
ti saluto, vi saluto,
Oggi ho spinto
un'altra pietra tra le difese,
in un'altra/l'ennesima
perdibile edizione
...
..
.
Sulla soglia
Sulla soglia dell'oceano
dove non c'era nulla da rinchiudere
dove non c'era nulla da salvare
mi tuffai...
"Allora ero io a dovermi salvare!"
(credo di averlo sempre saputo,
ma lo pensai, sì , lo gridai)
e quindi iniziai a nuotare annaspare nuotare
tra onde impetuose e forme sorprendenti
e quindi di nuovo ad arrancare nuotare lasciarsi
andare
per poi finalmente arrivare:
in un altro punto, laggiù,
lieve e argenteo come un pesce
che sa finalmente camminare.
Cascate Dirupi Fenditure
e un obliquo soffiare su un ripiano,
una macchina perfetta che borbotta,
tredici spiragli tra le fiamme
ed un unico passante,
un alfabeto a cui mancano A e Z,
una voce afona tra urla assordanti
una voce fatalmente fuoricampo:
"Dormi, dormi bene, mia donna ombelico,
non preoccuparti, non mi disturbi,
io amo stare fermo e guardarti,
io amo farmi abbagliare
dalle candele d'ogni tua stanza."
MI PUO' APRIRE IL PORTONE? ..dedicata ai vicini di pianerottolo, e a quelli dall'altra parte del mondo...
Girovago
Crepuscolare
il doppio d'ogni metà
non può far sempre male
(ed ora qualche parola chiara
per cercare di spiegare...)
Pensaci bene
c'è la tua gabbia
e poi anche la sua
ed unico mantello bianco le ricopre
ma
certo
rimane il buio
e rimangono le distanze
ma
certo
anche un'anima coperta di neve
ha i suoi mille cristalli
e il suo vento del disgelo.
Io so
che un tempo
ho conosciuto fino a impazzire
Quella Danza
Io so
che un tempo
ripetevo passi all'infinito
senza soffrire
Io so
che un tempo
nessuna nuvola crollava
nè veniva ingabbiata
Io so di avere ancora immagini d'aria,
che condensano e sgocciolano
folli occhi e pleniluni
nel mio pozzo d'abbondanza.
Incastonati nell'ambra di questo momento
nessun anestetico ci salverà,
saremo in troppi sulla stessa poltrona
a ridere in faccia
a un'altra inutile guerra
di denti e di (in)civiltà.
PICCOLI ZOMBIE CHE RIDONO AL SOLE
Miei potenti stonati&speculatori,
a me giullare senza fronzoli
non potete certo nasconderlo,
nelle vostre scelte anti-sociali e anti-vitali
ci sono solo
corpi che penzolano dagli alberi
deliri d'onnipotenza
magie nere che arrancano
pestilenze immorali
piccoli zombie che ridono al sole
corse intense sole e cupe,
Miei potenti attenti,
noi siamo solo zingari che voglion gridare
noi siamo quelli che sulla Terra voglion tornare
noi siamo quelli che siamo in pochi
però, di certo,
la storia
la voglion cambiare.
E io restai a lungo a guardare
colei che portava
la mia valigia
fantasma,
piangeva lacrime di buio
con la sua camicia bianca,
nella città odorante di primo mattino
correva nella sua corsia d'accesso,
era fresca e linda e umida
era gocce su assi
che si scaldavano al sole
era la tenda che mi difendeva
dal caldo laggiù
era già un temporale
imminente
Massimiliano Avi
pubblicato il 17.10.2007 [Poesia]