Ed eccomi a casa, un altro sabato sera passato. Gli occhi si chiudono, le palpebre pesanti. Pensieri deliranti di una mente ebbra si imprimono sui tasti di una tecnologia ormai antica. Scrivo come un ceco, l' abitudine mi porta a ricordare perfettamente i tasti di questo arnese. E' questa la testimonianza di un momento psichedelico, tutto sembra un sogno, la realtà non ha più senso. Scrivo per inerzia, penso per abitudine. Il cervello manda impulsi involontari alle mie dita, esse eseguono. La razionalità è inesistente, tutto mi appare brillante, i colori sono strani, le forme indistinguibili. E' questa la realtà? No, e ne sono consapevole...dunque cos'è ciò che io vedo? Scrivo in preda all' alcool parole non degne di essere scritte. Vedo illusioni, ma non sono forse queste che ci fanno tirare avanti? Cos'è la speranza? Non è un' illusione? Cos'è l' amore? Un' illusione. E il pensiero? La grande illusione che ci governa e ci permette di creare nuove illusioni. L' acool prende fuoco e così le mie parole, distrutto da una serata sto in un mondo senza tempo. Non percepisco lo spazio, niente ha più senso. Folle delirio, malata consapevolezza, testimonianza di uno stato menomato dell' esistere.
tommaso ciofi
pubblicato il 05.06.2007 [Poesia]