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Uno scritto a caso

La vita
[poesia]
Eleonora Alaimo
04.12.2007

Psicoanalisti-dentisti

In questi ultimi anni, una delle professioni dell'area medica che sta sempre di più affermandosi , è quella dello psicoanalista-dentista. Non esiste al mondo psicoanalista che almeno una volta nella sua vita non abbia provato un forte impulso verso l'odontoiatria e questo non solo per motivi meramente economici.

L'aspirazione contemporanea verso la psicoanalisi e verso l'odontoiatria rappresenta infatti un tentativo disperato di far quadrare il cerchio, una ricerca delle coincidetiae oppositorum che tutti gli uomini di ogni tempo hanno sempre avuto. Capita quindi anche a quotatissimi psicoanalisti , dopo anni di sedute , di progressi e regressi, di tentativi di suicidio interpretati come tentativi di fuga dalla terapia, ( a tal proposito ricordiamo che lo psicoanalista Freudiano classico, rincorre il paziente col conto in mano, fin dentro al loculo) , di essere colti dalla fregola di cavare un dente al paziente. E questo per risolvere certamente e definitivamente ,almeno per una volta, un problema pratico e non dover rivedere mai più quella faccia. E' un raptus. C'è poco da fare.

Anche Freud, il padre della psicoanalisi, aveva questa segreta aspirazione. Molti sostengono infatti che il suo primo lavoro intitolato "Sulla Cocaina" non fosse altro che un tentativo ,peraltro geniale, di introdurre la droga come anestetico in chirurgia odontoiatrica. Il fatto che non abbia mai parlato di questa sua legittima aspirazione nei suoi successivi lavori si deve al meccanismo inconscio della rimozione. Del resto Freud, ai suoi tempi, quando rimuoveva, era l'unico che sapeva cosa stava facendo. Non come oggi che rimuovono tutti, cani e porci. Di Jung invece si dice che avesse una mano particolarmente felice soprattutto nelle estrazioni degli ottavi inclusi. Quanto ad Adler, non ne parliamo proprio, quasi tutti i suoi allievi e tutti i suoi pazienti affermano senza ombra di dubbio che le sue capacità in campo odontoiatrico erano senz'altro superiori di quelle psicoanalitiche.

L' aspirazione verso la psicoanalisi dei dentisti invece si rende evidente ai loro congressi e nelle scuole di specializzazione. Forse sentendosi in colpa o in inferiorità, trattano la loro materia come se invece che di denti si parlasse di biocibernetica. Se uno volesse sentire qualcosa di veramente teorico e complesso potrebbe frequentare un corso( non di quelli a pagamento) di odontoiatria . Le disquisizioni sull'embriologia della cuspide di Garabelli o sui vacuoli citoplasmatici degli odontoblasti durano per anni nei corsi universitari, quanto poi alle problematiche relative ai materiali odontoiatrici, penso che un ingegnere che lavora alla NASA non avrebbe la preparazione teorica di base per capire tutte le dissertazioni tenute sull'argomento. E' una specie di legge del contrappasso che lo studente deve pagare( e che riproporrà non appena divenuto professore come una coazione a ripetere) per aver scelto una specializzazione così eminentemente pratica e redditizia.

Cavare i denti non si insegna. Si impara solo.

I più liberi tra gli psicoanalisti e fra i dentisti lo fanno veramente. Voglio dire cavano complessi ,trapanano resistenze, analizzano cuspidi ed interpretano solchi. Dentisti al mattino e psicoanalisti la sera di solito , ma non è obbligatorio, si può fare anche viceversa , meglio non dirlo alla Società Italiana di Psicanalisi però.

Come sarebbe bello ed anche psichicamente economico se si potesse parlare liberamente : " E lei professore dove va?"

"Beh io vado all'ospedale di Noale è un reparto dove si impara, soprattutto la conservativa , molto pratico, anche Cesare Musatti si è formato lì. Pratico, molto pratico.


annibale bertollo pubblicato il 18.10.2011 [Testo]


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