Registrati | Accedi

Autori

Ricerca

Autore:

Titolo:

Genere:


Uno scritto a caso

DA SEMPRE
[poesia] Poesia in romanesco (1999)
Pierluigi Camilli
11.01.2008

la musa e il poeta

fantasie

LA MUSA ED IL POETA

Una storia d’amore    (di Fausto Colombo)

 

L’uomo staccò le mani dalla tastiera del computer e si appoggiò allo schienale della poltrona. Aveva gli occhi umidi. Ogni volta che arrivava, a quel particolare punto del racconto, non riusciva a trattenere la commozione.

Una piccola mano femminile, gli sfiorò i capelli con una lieve carezza. Un viso si avvicinò a leggere quanto aveva scritto, poi si girò verso di lui per appoggiare, sulla sua bocca, un leggero tenero bacio. Lui prese la mano delicatamente e se la portò alla bocca ricambiando così il bacio.

“Cosa ne pensi?” domandò alla donna: “E’ bellissimo” rispose, con quella sua voce calda.

Stava scrivendo la storia del loro amore. Un grande amore! Un amore nato per uno strano volere del destino.

Si erano incontrati in un luogo virtuale: la chat! Spinti dalla curiosità erano “entrati” in quel misterioso mondo rappresentato da internet.

Era, per loro, qualcosa di assolutamente nuovo, fantastico. La curiosità era moltissima.

Navigando in internet, scoprirono una chat con molte “room” (stanze) che, in apparenza, sembrava trattassero vari argomenti; in effetti, però, si eguagliavano tutte.

Capitarono nella stessa room, forse guidati da un invisibile filo, forse per il puro caso, che in queste occasioni si mette sempre di mezzo.

Lui aveva notato uno strano nick. Un nick che sembrava voler rivendicare la sua appartenenza alla nazione.

“Ti ricordi?” le chiese: “come porrei scordarmelo?” I primi contatti, le battutine e le “faccine” scambiate nella room. Poi il primo pvt (privato), lo scambio dei numeri di cellulare. La prima telefonata.

Poi un susseguirsi d’eventi: la prima volta che si videro attraverso la webcam. Fu quest’avvenimento fatale per lui: s’innamorò perdutamente di quella bellissima donna. Il vedere il suo sorriso, i bellissimi occhi, gli procurò una fortissima emozione. Iniziò un intenso corteggiamento ad una donna che, sposata, non voleva e poteva ricambiare le frasi d’amore di lui. Lei era anche molto più giovane di lui; lei aveva 38 anni e lui ne aveva, allora,ben 63.   Le scrisse poesie, le mandò messaggi amorosi. Utilizzando i più impensati stratagemmi. Poi, pian piano la sua resistenza cominciò a vacillare. Un fatidico giorno di dicembre lei, piangendo, gli disse, finalmente, per la prima volta: ti amo. Fu un pianto liberatorio per entrambi.

“Quanto piansi quel giorno” disse lei con un sorriso.

Il desiderio di incontrarsi diventava sempre più forte. Anche dalle telefonate, sempre più cariche di tensione amorosa, capirono che ormai era arrivato il momento.

Lui prese l’aereo e andò da lei. Durante l’ora di volo continuava a chiedersi se lei sarebbe andata all’appuntamento, se lui gli sarebbe piaciuto. Una folla di se si affollava nella sua mente. La vide! Era bellissima! Il sorriso meraviglioso, appena velato dall’emozione, lo accolse all’aeroporto. Finalmente il primo abbraccio, il primo contatto; poi “volarono” verso un accogliente nido. Lei entrò nella camera e subito lui la baciò. Un bacio a lungo desiderato, carico di passione.

“ti ricordi ?” disse lui. “ mi ricordo, tu per la fretta di baciarmi lasciasti pure la porta aperta” rispose lei con un sorriso.

Furono ore di passione, di baci tanto a lungo sospirati. Poi la partenza. Lacrime e promesse, un susseguirsi di ti amo provenienti dal cuore.

“ricordi la vigilessa?” chiese lui. “come potrei scordarla? “ “dovevamo avere una faccia….” “abbiamo commosso anche la tutrice dell’ordine”. La vigilessa era una donna addetta al controllo dei bagagli al varco elettronico dell’aeroporto. Al momento del distacco l’uomo e la donna dovevano avere dipinto in volto la disperazione e la tutrice dell’ordine, mossa a compassione, lasciò che la donna raggiungesse l’uomo per stare con lui sino al momento della partenza dell’aereo.

Per qualche anno la storia d’amore continuò costellata da incontri, da incomprensioni e litigi.

“quante volte ci siamo detti addio?” chiese lui con un sorriso. “ chi se lo ricorda” rispose lei con quell’espressione da bambina che aveva conservato negli anni.

“ricordi le e-mail di fuoco che ci siamo scambiati?”chiese lui guardandola con infinita dolcezza. “tu quando eri arrabbiato eri cattivissimo”gli rispose lei stringendoselo al petto. “ne vuoi rieleggere una? Delle tue?”.” Si vediamo cosa sei andato a pescare”eccola:

 Che fatica essere casalinga, in compenso ho molto più tempo per pensare a te amore mio.
La mattina mi sveglio, ed il primo pensiero sei tu!
Presa dalle faccende domestiche, ti penso e mi chiedo: ma il mio poeta in questo momento cosa farà? L'amore mio grande starà pensandomi?
Mi avvicino ai fornelli per cucinare e penso; chissà se a lui piacerebbe quello che preparo.
Ma so che il mio amore, mangerebbe qualsiasi cosa preparata da me.
Finalmente arriva l'ora che posso sentirti, mi si apre il cuore; passo al telefono attimi bellissimi, che avrei voluto passare accanto a te amore mio, e mentre ti parlo immagino di guardarti negli occhi, sentire il tuo cuore battere per me, sento il tuo profumo osservo il tuo viso pieno di gioia!
Mi chiedi come sto! Avvolte ti rispondo: "Male"non perché sto male, ma perché vorrei averti al mio fianco.
Amore mio grande, uniamoci un momento in preghiera, affinché un giorno potremmo vivere assieme, e assaporare le dolcezze che ci sono state negate nella realtà!
Forse chiediamo molto? Nessuno ci darà una risposta?
E se provassimo a chiedere .......perché non ci sono state date briciole di dolcezza ad entrambi?Forse neanche questa risposta avremo!

“ma questa non è una e-mail di quelle che dicevi tu” osservò lei. “è la prima che mi mandasti, quella che preferisco”

“vuoi leggere com’eri tremenda quando ti arrabbiavi?” le disse sorridendo sotto i baffi. “io tremenda? Ma quando mai?” scoppiò a ridere lei illuminando la stanza con quella risata che tanto piaceva a lui.

“ridi, ridi, guarda qui”:

 “saperti di un'altra mi fa star male.Solo al pensiero che tu l'abbia pensato, in quel momento,mi sono sentita esclusa.
Come dire, quello che c'è stato fra noi, è stato solo un passatempo.Ti ho amata con tutta me stessa, regalandoci momenti meravigliosi! Ho rischiato per amarti, fregandomene di tutto  e di tutti.
Continuerò ad amarti  in silenzio, senza che nessuno mi senta non possono impedirmelo,
Non voglio farmi sentire neanche da te, ma ti amerò sempre!
Solo DIO sa  quanto ti ho amato e quanto te ne vorrò ancora.
CIAO AMORE MIO GRANDE”

“e questa? Guarda”:

 “18 dicembre 2002
IL DOLORE L’HAI DATO TU A ME! ORA MI SONO ACCORTA DOPO UN ANNO! PER FORTUNA! CONTINUA LA TUA VITA E NON PREOCCUPARTI Più DI ME!
>>CHE STUPIDA SONO STATA!

“ed una delle tue?” disse lei con aria di rimprovero. “c’è, non preoccuparti, eccola”:
Amore, dimmi almeno una cosa e poi ti lascio in pace MA TU M’AMI?
Sei sicura che il tuo sia amore? Non rispondermi che me ne hai dato
dimostrazione perché le dimostrazioni non vogliono dire nulla, solo che tu
mi desideravi. Io parlo del sentimento profondo, della dedizione totale che
non prevede inutili gelosie.
Amore mio, tu mi ami? E se mi ami perché mi vuoi vedere morto? Se mi ami perché mi
fai del male? Tu lo sai che mi fai del male quando dubiti di me, quando mi
lasci senza parlarmi, quanto ti allontani. Perché? Perché tutte queste cose
se mi ami?
Rispondi solo a questa domanda, amore, poi se vuoi io sparirò dalla tua vita.

“Quante volte ci siam detti parole amare, quanta ira, quanta paura di perderti amore mio” confessò lui attirandola a se e baciandola teneramente.



Un giorno realizzarono quello che era il loro sogno più grande: lui andò a vivere con lei.

Le situazioni, che sino allora avevano impedito di condurre una vita di coppia, mutarono. Finalmente potevano addormentarsi la sera l’una accanto all’altro e svegliarsi il mattino ancora assieme. Poterono vivere tutte le esperienze comuni, sino allora solo fantasticate. Passeggiare assieme, fare compere assieme; insomma tutte quelle piccole grandi cose della vita quotidiana che non avevano mai potuto condividere.

“è sto difficile farmi accettare dalla tua famiglia” disse lui, attirandola a se. " poi lo hanno accettato il mio poeta” rispose abbracciandolo forte.

Furono anni felici; una favola divenuta realtà.

Quando andavano a passeggio lei ostentava con orgoglio il suo poeta, l’unico uomo che aveva amato veramente; l’amore unico della sua vita.

 

………………………………………………………………………………

 

“Dottore, venga, si sta svegliando!” “amore mio, mio dolce poeta, come ti senti?”

“sai amore, ho fatto un bellissimo sogno, ho rivissuto la nostra vita degli ultimi vent’anni” Lei lo guardava ansiosa e preoccupata; strinse ancora di più la mano di lui che aveva tenuto stretta tutta la notte. “Quanto sei bella mia dolce musa” le disse con un filo di voce, poi: “lo sai che ti amo?” “lo so” rispose lei “e tu lo sai che anche io ti amo” Erano le frasi che si scambiavano da anni più volte il giorno.

“Sono stanco” “credo che sia arrivata l’ora di riposare…” “non lasciarmi poeta!”

“ti amerò per l’eternità, mio unico solo amore….”

Elettrocardiogramma piatto! Il vecchio poeta aveva realizzato l’ultimo sogno della sua vita: morire tra le braccia della donna che aveva tanto amato.


fausto colombo pubblicato il 28.02.2011 [Testo]


  questo scritto ha 4 preferenze


Commenti dei lettori
Per lasciare un commento Registrati | Accedi