Episodio realmente accaduto (Bovegno (Bs), estate 2017)
L'incipit per la presentazione di un fatto realmente accaduto, è una specie di tout court: “Io e gli alpini di Bovegno” (zona Val Trompia bresciana). Anno 2017, agosto; sono in vacanza tra i bellissimi monti bresciani, alla ricerca di tanta frescura contro l'afa della Pianura Padana. Il dunque del racconto... partendo da un mio commento affrontato sulla pagina Facebook dell'ANA locale (Associazione Nazionale Alpini).
“Della vostra, seppur, bella festa di lunedì 7 agosto... Musica roboante della discomusic fino all'1,30 (danza per 5-6 persone), poi "valzerino" per due coppie nottambule. All'1,50 la musica tace, e potevo finalmente ritornare a letto, dopo aver osservato abbastanza la chiara tonda luna. Spero, il prossimo anno, almeno la misura decibel adeguata. P.s. Chi vi scrive è un villeggiante. Grazie per la vostra cortese attenzione e cordiali saluti.”
Wow, che “discorsetto” preparato, pacato, civile, “educato”. Vi sembra? Ecco la risposta degli organizzatori:
“La nostra Sede è situata (per chi non lo sapesse) in una località fuori dal mondo tra cimitero e campo sportivo ma nonostante ciò, per una sera che si fa un po' di festa, dev'esserci "uno" che, nonostante non fosse presente, sa tutto della festa, ha contato le persone e ha mandato pure i Carabinieri (che sono arrivati quando stavamo chiudendo). Bovegno era un paese turistico qualche anno fa ma ora non c'è più nessuno o quasi, ma una volta che fai qualcosa si lamentano pure. Sono convinto che Bovegno non abbia bisogno di certi villeggianti che non fanno girare l'economia del paese e stanno in casa a guardare la luna (ma col telefono in mano). Cordiali saluti P.s. ogni riferimento è puramente casuale.”
Letto bene! Del “riferimento casuale” me ne frega un bell'accidente: questo commento non è da loro rispondermi. Citano che la zona della festa si trova “in una località fuori dal mondo tra cimitero e campo sportivo”; chissà perché hanno tralasciato la “Casa di Riposo San Giovanni”, edificio quasi incollato nel loro territorio festante e “casinista”. Inoltre, per gli alpini di Bovegno, i villeggianti non hanno importanza per il Comune. E che fare io?; annunciare ai quattro venti o mettere manifesti pubblici invitando i turisti ospiti a non più interessarsi della villeggiatura del prossimo anno? Altro “colpaccio” ideato da loro: il “colpevole” che ha chiamato i carabinieri, alle due di notte, per far cessare il baccano della loro disco-music, è colui che ha reclamato per primo, con tanto di volto, nome e cognome, ossia io! Se questo è mondo... povero me! Subito il mio contrattacco.
“Questa è la vostra idea. Ma se pensiate a colui col "telefono in mano” - a chiamare i carabinieri - ossia io, sbagliate grosso; non mi chiamo pirla né Jo Condor. Non mi lascio tradire con nome e cognome, informando i carabinieri. A voi dico quanto raccolto da altri pochi villeggianti. Fatevi dare dai carabinieri il numero di cellulare di colui che li ha chiamati! Non avete avuto idea che la chiamata ai carabinieri potrebbe essere partita dal ricovero attiguo? Dico io, ma chi siete voi!”
Qualche minuto dopo, ecco il loro nuovo messaggio:
“Chi siamo noi?? Chi è lei semmai!!! Non dia la colpa al ricovero che noi abbiamo sempre cercato di aiutare (defibrillatore, soldi, serate per gli anziani ecc.). Lei per loro non ha mai fatto niente. Comunque gli alpini nell'arco dell'anno si adoperano per gli altri e l'unica volta che fanno qualcosa per loro stessi vengono criticati. Si sciacqui la bocca prima di parlare male degli Alpini. E con questo chiudo e non le rispondo più perché non merita il nostro tempo. Ossequi.”
Io... parlar male degli alpini! Mah, rileggendo i miei due commenti rivolti loro, non vedo uso di termini belligeranti. A quel punto mi sono veramente rotto i testicoli! Mi “scaldo” e scrivo:
“Chi sono io? Mi sono presentato a sufficienza. Certo che fate bene "troncare" con me, ne val la pena; nel frattempo ho già segnalato al Comune, e raccontato in altri siti. L'allegria sta per arrivare...”
I signori del “non le rispondo più perché non merita il nostro tempo” mi hanno nuovamente risposto.
“Ah!! Si passa alle minacce?? Segnali pure a chi vuole comunque le faccio notare che il suo nome non viene mai menzionato nei commenti precedenti! (vedi: ogni riferimento è puramente casuale.) A mai più risentirci.”
E, per veramente finire, ho voluto riproporre loro l'ultimo mio commento:
“Ma quali minacce? Non uso termini belligeranti; è solo un cenno d'avventura maldestra, trascorsa quella notte, con spiazzo pacato. Suvvia, non sono Kim un della Corea!”
Qui cala il sipario definitivo del “botta e risposta” virtuale.
***
Dunque, che cosa mi resta da raccontare. Premesso che io onoro il gruppo ANA, e mai accetterei gli scontri verbali con degli alpini. Vero che sono stato il primo ad affrontare loro, invitandoli e supplicandoli solamente ad adeguare (per l'anno successivo) la misura decibel della musica, non a bloccare la festa o eliminarla.
La legge fissa la soglia di 35 decibel per i rumori notturni. Tale soglia, che scatta dopo le ore 24.00 e vale tutto l'anno, di fatto vieta dopo la mezzanotte feste e manifestazioni, che finiscono per superare tali valori di soglia. “La verità è che siamo un Paese retrogrado, in cui l'importanza della tutela (della salute) dal rumore non è percepita per come si dovrebbe benché le normative a riguardo ci sarebbero e non poche.”
Il Comune dove era e che faceva? Sappiamo che gli orari “sono stabiliti dai regolamenti comunali che regolamentano l'utilizzo degli impianti sportivi o pubblici. In merito al rispetto della quiete pubblica ci sono delle norme nazionali. L'articolo 659 del codice penale a cui ogni Comune deve attenersi che prevedono delle limitazioni negli orari, non oltre cioè le ore 24 oltre al rispetto dei limiti acustici dei così chiamati decibel.
Giorni a venire, trovo altri commenti sul gruppo alpini. Un giovane (non del posto) scrive: “La verità è che le persone al giorno d'oggi, sono diventate troppo pretenziose esigenti e cattive, sopratutto cattive. Forse per 1 volta l'anno sarebbe bene pensare prima di parlare e "sopportare" che dopotutto, è tutta beneficenza al paese. Certo, ai villeggianti non importa nulla. Ora pure le campane della chiesa infastidiscono. Stiamo proprio degenerando in un baratro di ignoranza, mancanza di cultura e troppa insofferenza. Andrà a finire che ci chiuderemo tutti in casa a fissare il soffitto per la paura di interagire con gli altri. Ricordo e sottolineo 1 cosa che dico sempre: chi non fa, critica poiché ha il tempo per farlo. È incredibile ormai la cattiveria delle persone che son pronte sempre a lamentarsi di tutto, certo, forse bastava non rispondere così a tono a queste considerazioni. Tu pensa che c'è qualcuno che è andato in curia a lamentarsi per le campane. Tutti rimbambiti stanno diventando, io escluso ahah.”
Io ritento; rispondo: “Signor ***, chiedere agli alpini di adeguarsi col decibel dell'altoparlante (non eliminare la festa; ogni sagra è sempre bella) per il prossimo anno, non credo che faccia parte della categoria “di ignoranza, mancanza di cultura e troppa insofferenza.” Dunque, perché favorire il baccanale per quattro ballerini amanti della notte contro le centinaia e centinaia di bovegnesi e di pochi ospiti dormienti? La legge fissa la soglia di 35 decibel per i rumori notturni. Tale soglia, che scatta dopo le ore 24.00 e vale tutto l'anno, di fatto vieta dopo la mezzanotte feste e manifestazioni, che finiscono per superare tali valori di soglia. Per l'annuale di Bovegno, facessero pure 'sta festa, anche fino all'alba, ma almeno con volume basso, tanto vero che i ballerini non son sordi...”
O' Madonna, e lui ritorna: “Ripeto che si tratta di 1 volta l'anno. Ci lamentiamo sempre di tutto. Poi non mi sembrava il caso di ingrandire il tutto con un articolo patetico sul giornale con quel titolo che le ha dato. Chi legge avrà sicuramente capito, e non quello che lei voleva far capire. Ci vuole un po più di tolleranza nei paesini... sopratutto se si tratta degli alpini che sono sempre in prima linea come volontariato. Solo questo. Non è morto nessuno vedo.”
Se vero che il silenzio è d'oro, non lo è per me! Sono testardo. Replico:
“Ho capito! Lei è favorevole al baccano notturno; non dica più l'incontrario.”
Ancora risponde il ragazzo: “Per 1/2/3 volte l'anno sopporto. Poi c'era davvero bisogno di spingersi a fare quel che ha fatto?”
Io: “Quel che ho fatto? Anche dando voce a quelli che parlarono con me della loro notte insonne? Va bene, ora preferirei concludere qui. Come scritto su Bresciaoggi: "Farò felici gli alpini: non più Bovegno il prossimo anno". Farete tutto con vostra comodità e allegria. In bocca al lupo.”
Ancora lui, il battagliero insistente: “In questi vari commenti ho notato una nota poetica, vedo che le ha fatto bene non dormire per 1 ora. Sta esagerando pesantemente per tutto questo, manco fosse stato per una settimana di fila ad ammirare la chiara tonda luna... dai eh. Poi queste polemiche patetiche si fanno con i diretti interessati faccia a faccia e non su di un social. Ora mi congedo in un tacito silenzio. Buona permanenza.”
Veramente io volevo che lo sapesse il “mondo intero”, non restare nel mio piccolo privato. E non contento, replico la contestazione con altro quotidiano: “Giornale di Brescia”. Sono caparbio. Sto imparando a far del male alla gente...
Mi è stato detto, da uno stretto amico degli alpini, una volta individuatomi sul luogo, che il gruppo ANA voleva che io presenziassi per una chiacchierata davanti a un caffè. Ebbene, la mia risposta è stata un secco: “NO”! Cattivo, vero? Sì, sono proprio cattivo! Di natura! E per sempre!
Gianmarco Dosselli
pubblicato il 06.05.2021 [Testo]