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Uno scritto a caso

...E venne il sereno
[poesia]
proserpina85
01.08.2006

Maela e i folletti

Una storia fantastica con portagonisti i folletti e una bambina gelosa del fratellino appena nato, i folletti pioggerelli si nutrivano di farina e scendevano in città solo quando pioveva a bordo di fo

La città in una giornata di pioggia è come un dipinto freddo che gela i cuori del mondo intero.

Le anime degli abitanti di ogni città paese si rinchiudono in se stesse e diventano quasi inquiete tristi e quando sono nelle strade con l’ombrello per ripararsi dalla pioggia, non vedono l’ora di tornare a casa. I bambini impauriti dal temporale vengono rassicurati dai genitori, che li riparano dai tuoni e dai fulmini tenendoli vicino a loro in casa al calduccio.

In queste giornate, quando il cielo è oscurato dalle nubi cariche di impazienza ed agitazione quasi tutti i folletti riescono a raggiungere il

villaggio dove vive Maela sono i Folletti Pioggerelli che scendono dal bosco attraverso il villaggio scorrendo nei ruscelli che forma la pioggia a bordo di piccole foglie alla ricerca dei bambini tristi per consolarli.

Portano con loro dei sacchi pieni di nebbia, di vento di porporina magica, di dolci ed altre strano cose.

Maela ha dieci anni è molto triste per l’arrivo del fratellino, infatti la mamma è in ospedale che ha appena partorito e ilo papà è con lei mentre lei è rimasta sola con la nonna che si era addormentata come al solito, Maela è molto gelosa pensa che il fratellino in arrivo le porti via non solo l’affetto dei genitori ma anche tutti i suoi giocattoli ai quali è molto affezionata, stando da sola in un pomeriggio piovoso decide di nascondere tutti i giocattoli poi si butta sul letto a piangere. I folletti passando vicino la sua finestra sentono il pianto, e si fermano, si intrufolano dentro casa di Maela dalla piccola porticina aperta che lasciano sempre per il gatto e raggiungono la stanza di Maela.

I folletti erano in tre Pik, Pans e Piom, giunti nella stanzetta di Maela non vedevano neanche un giocattolo e la bambina era sul letto immersa in un mare di lacrime, senza farsi accorgere iniziarono a svotare i loro sacchi pieni di felicità e magia, Piom ricoprì il comodino di dolci, Pans colorò il soffitto di porporina a forma di stelle, Pik prese dal sacco  tre rane le più belle, emettevano, una melodia proprio come il canto di un usignolo invece di gracidare regalandole un po’ di musica.

Aveva pianto molto la fanciulla, aprendo gli occhi, esclama!:

-         che melodia!

-         Quanti dolci!

-         E il soffitto pieno di stelle!

-         Che bello sembra di vivere in un cartone animato !!!

-         E voi chi siete? Chiede Maela ai folletti.

-         I folletti rispondono:

-         Siamo i folletti pioggerelli, hai sentito sicuramente  parlare di noi in qualche novella, quando piove e qualche bambino si trova in difficoltà noi dal bosco veniamo nel villaggio e cerchiamo di essere presenti per aiutarlo, veniamo sempre quando piove, ecco perché ci chiamiamo pioggerelli, una vecchia storia  spiega tutto, ma te la racconteremo dopo.

-         Ora Maela Raccontaci perché sei così triste?

-         Ma come fate a sapere il mio nome?

-         I nanetti barbuti rispondono in coro: NOI CONOSCIAMO I NOMI TI TUTTI I BAMBINI.

-         Continua Maela: sono triste perché ho avuto da poco un fratellino e sono sicura che i miei mi trascureranno e lui prenderà tutti i miei giocattoli e io non posso impedire tutto questo.

-         I nuovi amici  prendono per mano  la bambina e le rane formando un girotondo con al centro i sacchi magici, dicendo delle paroline strane “ciripiciopicibù ciripiciopicibò” ed ecco che avviene l’incantesimo, tutti i giocattoli che aveva accuratamente nascosto per il timore  del nuovo arrivato,  tornano a loro posto e anche il sorriso tornò sul viso candido di Maela, la tristezza era lontana ormai Maela aveva dei nuovi specialissimi, insoliti amici  con poteri straordinari.

-         Quello era il più incantevole girotondo della sua vita, ma all’improvviso tutto si oscurò, l’ansia tornava nel cuore della ragazza un dubbio la turbava, fermò  il magico girotondo e fece una domanda ai folletti.

-         Se voi siete folletti pioggerelli e venite solo con la pioggia, non potrò rivedervi quando vorrò o quando mi sentirò sola? Disse Maela:

-         I folletti rispondono:

-         E’ arrivato il momento di raccontare la nostra storia

-                     Anche noi ci sposiamo… Infatti, centinaia di anni fa nel bosco viveva una coppia di gnomi appena sposati che arrivavando da molto lontano  non conoscevano nessuno.  Avevano costruito un rifugio nel bosco qui vicino, volevano impiantare le proprie radici e creare una famiglia, ma era  sempre brutto tempo pioveva venti giorni al mese e loro erano sempre rifugiati in casa non sapendo che fare, iniziarono a fare bambini, ne fecero tanti almeno una dozzina, per farli giocare nel bosco, il papà gli  insegnò a barcamenarsi con le foglie. Nelle giornate di vento volavano sulle foglie come farfalle, nelle giornate di pioggia scorrevano attraverso i ruscelli come veri navigatori divertendosi un mondo. Un giorno uno di loro raggiunse il villaggio e riportò nel bosco un sacco pieno di farina, che servì per sfamare tanti di loro, quel folletto si chiamava Pioggerello:

Lui aveva fatto felici tanti cuccioli di folletto  e il padre decise di chiamarli tutti “Folletti pioggerelli “ nella loro vita  dovevano essere riconoscenti con i bambini del villaggio. Da quel giorno dato che loro non avevano paura della pioggia e dei fulmini andarono nel villaggio per assistere i bambini che piangevano a causa del temporale e in cambio chiedevano un po’ di farina. Maela mentre Piom raccontava la sua storia, indica agli altri con un cenno dove era la cucina  e il barattolo della farina così loro intanto fecero il pieno riempiendo  i sacchi che avevano svuotato precedentemente di magiche cose.

Era finito il racconto   e Maela dormiva,  i piccoli gnomi videro fuori la finestra una colomba bianca interessata anche lei alla storia incantevole raccontata dai piccoli ometti barbuti, gli chiesero una passaggio, lei abbassando il capo e aprendo le ali acconsentì e loro si accomodarono e volando vi avviarono verso il loro rifugio nel bosco contenti e carichi di farina.


giordana di giacomo pubblicato il 12.01.2011 [Testo]


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