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Uno scritto a caso

La grammatica di corpo e anima
[saggistica] Un nuovo strumento per allenare la creatività
Arsenio
13.11.2017

La Commedia

quando la vita è più irreale della fantasia...

Teresa osservava la scena occhieggiando da dietro un giornale.

La ricca stagione estiva era scoppiata in un sussulto di caldo, di ombra cercata, di luce che faceva dolere gli occhi ed evidenziava le rughe delle persone e dei vecchi, austeri palazzi del Corso.

Dall'altra parte della strada, seduti ad un tavolino sotto un ombrellone colorato, chiacchieravano tenendosi per mano, suo marito Alberto ed una donna.

Una donna piccola, prosperosa, tutta riccioli biondi e mossette leziose.

-esattamente il contrario di come sono io- pensò divertita- poverino si consola con poco.

Rimase a lungo a guardare, ridacchiando tra se e osservando quelle piccole confidenze che le facevano intuire come non si trattasse di un primo incontro, ma piuttosto di un rapporto che andava consolidandosi.

Quando capì che i due si preparavano ad andarsene decise di intervenire e attraversò la strada.

Lei la vide per prima e la osservò come si guarda una bella donna, valutandone con una sola occhiata pregi e difetti, stile, abbigliamento e classe.

Sì ad una donna un'occhiata è più che sufficiente per una valutazione, con una seconda si stabiliscono le differenze e, se la situazione è a nostro svantaggio, con la terza si potrebbe uccidere.

Si fermò davanti al tavolino osservando gli occhi della donna assumere un'espressione prima di sorpresa e poi di comprensione e timore. Le rivolse un sorriso smagliante e salutò:

-Buongiorno, che piacere incontrarvi!

Alberto, il marito ebbe un sussulto di timore e vergogna poi la osservò con aria di sfida.

-Posso?- chiese sedendosi- che bella sorpresa! Per favore non si senta in imbarazzo e non mi racconti storielle, in dieci anni di matrimonio, a proposito, sono la moglie, in dieci anni di matrimonio ne ho viste e sentite troppe per poter credere ancora all'incontro casuale con una vecchia amica d'infanzia. Sì , tante, non avrà creduto di essere la prima, vero?

Vediamo un po', a lei cosa ha raccontato? Ci sono varie versioni, di volta in volta il poverino ha una moglie che non lo capisce , questa la riserva alle più stupidine, chi vuole che ci creda più... a giudicare da come lo guarda è quella che ha scelto per lei, ma ce ne sono altre, sa, anzi, diamoci del tu, vuoi, come ti chiami?

-Nora- rispose ormai completamente soggiogata, quasi balbettando.

-Dunque, Nora, c'è poi la versione "mia moglie mi tradisce, vorrei morire" oppure " lei è una donna fredda, senza sentimenti, non si può vivere senza amore" o anche "l'ho sposata senza amarla, soltanto perché era incinta,a proposito non abbiamo figli,e ora pago il mio senso dell'onore" ne vuoi altre? No, vero, ma ce ne sono ancora, sappi, io però mi sono abituata e la cosa mi diverte più che dispiacermi, è come assistere a repliche sempre diverse della stessa commedia. Posso avere una spremuta? Grazie. Parlami di te, Nora, racconta, come l'hai conosciuto, mi interessa, sai, sto tenendo una specie di statistica...

-Adesso basta, che senso ha questa sceneggiata, dovevi proprio esibirti, vero? Sei proprio ...

-una strega, me l'hai detto tante di quelle volte che comincio a crederti, ma non devi sentirti a disagio, sto cercando di comportarmi in modo civile, preferiresti che vi insultassi, te e questa...cosetta qua...

-no, questo è troppo- Nora aveva gli occhi pieni di lacrime, le emozioni si erano susseguite troppo rapidamente per poterle controllare, timore, sorpresa, indignazione, sconcerto e una certa, vaga ammirazione per quella donna così sicura, così determinata- adesso basta, me ne vado.

-no, cara, ce ne andiamo, tu ed io e ce ne andiamo definitivamente.

Alberto si alzò, prese la donna per mano e la portò via mentre Teresa restava seduta sorridente a osservarli allontanarsi a passo rapido, quasi di corsa in una città pronta ad ingoiarli e renderli figure senza spessore, ombre tra le ombre, spersonalizzati come figuranti in quella immensa rappresentazione della vita.

ATTO PRIMO SIPARIO

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La città, che forse è la scenografa di questa storia, aveva cambiato aspetto e colore.

La luce violenta del giorno si era attutita, sfumata in una vibrazione di luci artificiali, lampioni, vetrine, semafori che sembravano avere vita propria in uno sfondo sempre più rapidamente buio; i bar avevano tolto i tavolini dalla strada e le finestre illuminate davano una sensazione di calore, di "casa", anche perché si era vicini al Natale.

Chi riesce ad essere completamente indifferente all'atmosfera natalizia, mi scriva o mi telefoni, ha vinto un premio.

Si può essere entusiasti, ansiosi, scocciati, irritati, si può permettere che il Natale tiri fuori tutto il meglio o il peggio che è in noi, ma non si può assolutamente restare indifferenti.

Alberto stava andando in profumeria per comprare il regalo di Nora e mille pensieri lo agitavano in modo contraddittorio.

Come era diversa la festa quest'anno! Nora era...come dire...così prevedibile; sapeva già cosa avrebbe mangiato o fatto nei giorni a venire, quando avrebbero fatto l'amore e come, quale sarebbe stato il suo regalo sotto quell'orrendo albero pieno di decorazioni, in quella casa troppo calda, troppo illuminata, troppo piena di centrini e fiori finti, insomma "troppo".

Con Teresa la vita era una sorpresa, non sempre piacevole, certo, ma comunque viva, stimolante, ricca di promesse a volte non mantenute, a volte realizzate al di là delle aspettative, con Teresa...a proposito, gli era sembrato di vederla aggirarsi vicino casa in questi giorni, ma probabilmente era un'illusione, quasi la materializzazione di una speranza...già perché in fondo...ecco...per essere sinceri era pentito della sua scelta e se avesse potuto...ma non si poteva, bisognava andare avanti con Nora. Nora era cambiata, a proposito, era come presa da un suo segreto intimo che la rendeva a volte pensosa a volte euforica...Dio, non sarà mica incinta!? Sarebbe la fine, non potrei più liberarmi di lei...per quanto...un bambino, ecco, forse un bambino potrebbe aiutarmi a vivere, un bambino darebbe uno scopo alla nostra unione...un bambino...e con questo bambino non nato, forse soltanto immaginato e desiderato, ma non per questo meno reale, con questo pensiero d'amore nel cuore, Alberto entrò nella profumeria, scelse la confezione più grande di quel profumo che lei nominava da una settimana e tornò a casa sorridente.

ATTO SECONDO SIPARIO

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L'inverno virava verso la primavera con quelle promesse di tepore, quei suggerimenti di colore che sono nell'aria, in un occhieggiare di verde negli alberi, sai quel colore che in realtà non esiste ma traspare dai rami ancora nudi, come se si potesse vedere la linfa che scorre vigorosa e la luce ha una trasparenza diversa, gonfia di vento e di un accenno di sole. Insomma la promessa di un cambiamento che, come tutte le promesse, è più bella della sua realizzazione.

Alberto tornava verso casa a passo rapido, aveva dimenticato dei documenti importanti e doveva assolutamente averli prima dell'incontro con gli altri dirigenti alle undici.

Mise la chiave nella toppa e aprì ; nell'ingresso troppo caldo e troppo arredato lo colpì un sussurrare di voci, neanche veramente basse, ma piuttosto roche, affannate come, sì , come di persone che facessero l'amore.

Badando a non fare rumore andò verso la camera da letto, aprì lentamente la porta e le vide.

Nora, i biondi capelli madidi di sudore, teneva gli occhi chiusi e gemeva piano mentre Teresa le succhiava lentamente un capezzolo e la accarezzava con lenti gesti circolari. I loro occhi si incontrarono, sgomenti e increduli quelli di lui, beffardi e ammiccanti quelli di lei, poi Teresa lentamente, volutamente gli sorrise e gli strizzò un occhio.

Fu troppo, Alberto girò su se stesso, usci dalla casa e, in preda ad una furia cieca ad un dolore senza nome attraversò la strada senza guardarsi attorno, il camion veniva a velocità sostenuta, la frenata fu inutilmente lacerante, il buio.

Nella stanza Nora aprì gli occhi - che è successo?- chiese

-Nulla, cara, uno sciocco ha attraversato senza guardare, nulla di serio, vienimi più vicina.

ATTO TERZO SIPARIO SILENZIO IN SALA


linda maria messina pubblicato il 08.07.2006 [Testo]


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