Registrati | Accedi

Autori

Ricerca

Autore:

Titolo:

Genere:


Uno scritto a caso

Sai....
[scritto] ???
Rosita Martinelli
12.02.2013

IL FASCINO DEL MISTERO

DESIRE'E (seconda parte)


“C’era una volta una bella bambina di nome Desirée…”
“Si chiamava come me?” la interruppe Desirée.
“Come te! – Luisella le accarezzò i capelli; provava un piacere infinito
ciuffi annodati. Non accadeva così  nemmeno con i bambini di sua sorella, che pure adorava -  Aveva anche i capelli come i tuoi… però…”
“Però!” incalzò la piccola.
“Però, non tutte le ciocche erano docili e tranquille. Ce c’era una particolarmente vivace ed irrequieta che si era stancata di stare sulla testa di Desirée. Un giorno, mentre la piccola era al mare con la mamma, si allontanò dalle compagne e chiese ad un’onda di portarla con sé.”
“Allora? Cosa accadde?” incalzò la bambina.
“L’onda la portò con sé in alto mare, ma dopo un po’, la ciocca cominciò ad annoiarsi e così, montò su un’altra onda e poi un’altra ancora. Attraversò mari ed oceani e ogni volta che passava attraverso uno stretto o un canale, si trovava in un mare con un nome diverso. Le onde si salutavano con un ciao e correvano via scaricandola dall’una all’altra. Un giorno si trovò in un posto tutto bianco, abitato da strani animali in frac. Era tutta gelata e batteva i denti dal freddo. L’onda che l’aveva condotta fin laggiù, le spiegò che quello era il Polo Nord.”
“Oh! – fece Desirée – Che cosa fece, allora, la ciocca ribelle?”
“Chiese all’onda di riportarla indietro.” rispose la giovane con un sorriso.
“E l’onda la riportò indietro?”
“No! Le disse: guardami, sto diventando di ghiaccio anch’io, ma… guarda laggiù. Vedo un rompighiaccio. Forse quello potrà aiutarti.”
“Il rompighiaccio l’aiutò?”
“Sì! – assentì Luisella, poi riprese – Quando, però, la nave fu in vista del suo caldo mare, la ciocca non vi trovò più Desirèe, ormai tornata a casa dalle vacanze.”
“Ma allora… questa fiaba finisce male?” replicò la bambina.
“Già!” fece Luisella.
“La mia mamma cambiava sempre il finale di una fiaba, se era triste… - la piccola si schiarì la voce – Ora, però, devo andare. La mia mamma mi aspetta. Si è fatto tardi.”
Si alzò; Luisella la imitò, poi le fece una carezza, prima di allontanarsi.

La donna  non fece che pensare a quell’incontro ed a scavare nella mente per ricordare dove aveva visto ed a chi assomigliava quella bambina.
Di ritorno dall’ufficio, il giorno seguente, se la trovò proprio sotto casa che stava ad aspettarla con una grossa margherita in mano.
“Ciao, Luisella.”
La salutò la bambina andandole incontro.
“Ciao, Desiréè, ma che cosa ci fai qui?”
“Ti stavo aspettando. – sorrise la piccola tendendo il fiore – So che ti piacciono le margherite.”
“Davvero?... E dimmi, come hai fatto a sapere dove abito?”
“Ho trovato questo.” rispose la piccola tendendo un accendino.
Luisella lo guardò stupita. Quell’oggetto, che aveva smarrito da settimane e cercato invano dappertutto, era un ricordo del passato.
“Ho letto qui il tuo nome e il numero del tuo cellulare. –  la piccola indicò l’incisione sul retro dell’oggetto  - L’ho trovato per terra ieri e volevo portartelo subito, ma tu eri già lontana.”
“Sapessi per quanto tempo l’ho cercato. – sospirò Luisella – Forse l’avevo dentro questa borsa e non lo sapevo.”
“Te lo ha dato Mario, vero?”
“Mario? Come fai a sapere di Mario?”


Maria Pace pubblicato il 31.05.2012 [Testo]


  questo scritto ha 21 preferenze


Commenti dei lettori
Per lasciare un commento Registrati | Accedi