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Uno scritto a caso

apocalisse
[poesia]
michele marra
24.10.2008

Un regalo per Sara

Si alzò di malumore. Come sempre accadeva il giorno del suo compleanno. Ma questa volta era peggio degli anni scorsi. Non aveva nessuna voglia di festeggiare i suoi 41 anni. Suo marito le aveva promesso che le avrebbe portato un regalo, che sarebbe stata una serata dedicata a lei. Ma Sara non voleva regali. Non voleva nulla. Più nulla. Si sentiva anche una stronza per avergli detto: "Luca, lascia perdere davvero... Non mi serve niente...". Lui non si era scomposto, come se si aspettasse il suo atteggiamento. Rispose sereno: "Ti servono molte cose amore mio. Questa in particolare". E uscì con un sorriso. Sara lo conosceva bene. Non era un sorriso di gioia, era un sorriso che stava dedicando a lei per tranquillizzarla. Ma aveva potuto percepire dietro gli occhi di lui una piccola fitta di dolore. Cercò di non pensarci. Doveva andare al lavoro e come al solito era in ritardo.

 

Rientrando in casa verso le 19.00 rimase stupita che non ci fosse ancora Luca. "Meno male che doveva essere la mia serata..." pensò con sarcasmo. Ma in fondo era contenta di essere sola. Lui era davvero carino con lei. Era lei il problema. Ne era consapevole. Ne avevano parlato a lungo nell'ultimo anno e mezzo. Nottate intere a confrontarsi, litigare. Lui aveva le sue idee sull'argomento, e Sara doveva ammettere che erano anche giuste. Ma quello che lei desiderava era diventato incredibilmente importante. Non era più, da tempo, solo un argomento su cui avevano opinioni divergenti. Era fonte di malessere per lei e di conseguenza anche per Luca. Era una situazione dalla quale non sarebbero mai usciti se non attraverso una scelta importante. Eppure quella scelta la spaventava. Avrebbe dovuto essere lei a prendere coraggio. Ma pur desiderandola ne aveva paura. A volte le sembrava di impazzire. E forse, prima o poi, sarebbe accaduto.

Percorse il corridoio. Si fermò davanti alla porta della stanzetta. La fissò senza avere la forza di aprirla e varcarla. Emise un sospiro e proseguì verso la camera da letto.

Si era appena seduta sul bordo del letto per levarsi gli stivali quando squillò il telefono.

Preoccupata che fosse l'inizio delle formali telefonate di auguri, prese la cornetta con stizza.

- Pronto...-

- Sara...-

- Ciao Luca...dimmi.-

- Sei arrivata ora a casa? -

- Si. Tre minuti...-

- Bene non cambiarti.-

- Che dici...-

- Dico di non cambiarti. Arrivi ora dall'ufficio no? -

- Si certo...-

- Ecco... Resta in tiro come sei. Io sto arrivando.-

- Luca senti non è aria... Che diavolo stai facendo? -

- Sto salendo col tuo regalo Sara. Cerca di esserne felice.-

 

Non ebbe il tempo di replicare perché lui riagganciò. 'Cerca di esserne felice'. Lo aveva detto come un rimprovero. Non capiva cosa stesse facendo Luca. Era in confusione. Di solito si innervosiva quando lui le imponeva velatamente qualcosa, ma si ritrovò senza accorgersene in bagno a controllare che il suo aspetto fosse in ordine. Si sedette sul divano del salotto e accese la televisione. Iniziò distrattamente lo zapping soffermandosi solo sui notiziari. Sentiva che c'era qualcosa di importante che le stava per accadere. Ora era decisamente agitata. Non poteva negarlo a se stessa.

Le chiavi nella serratura della porta di ingresso la fecero sobbalzare. Spense la tv ma rimase seduta sul bordo del divano.

Ascoltò con attenzione ogni passo che proveniva dal corridoio. Subito capì che Luca non era solo. Vide comparire suo marito sulla soglia del soggiorno.

- Ciao amore.-

- Ciao Luca.-

Rimase qualche secondo a fissare il suo uomo mentre lui fissava lei. C'era dolcezza e dolore nel suo sguardo. Luca si spostò appena di lato. Dietro di lui un ragazzo. Forse 20 anni. Capelli castani e occhi nocciola. Molto bello. Indossava dei jeans ed un giaccone di panno sopra una camicia color panna. Sara lo guardò attentamente. Nella stanza per qualche secondo interminabile ci fu un silenzio assordante. Poi Luca parlò.

- Amore...Lui è Tommaso. E' qui per te.-

Sara ebbe un sussulto. Stava per alzarsi ma ricadde pesantemente sul divano. Tommaso si avvicinò a lei seguendo Luca. E poi le rivolse la parola.

- Ciao Sara. Posso darti del tu vero? -

- S.. Sì ... Certo si...-

Luca si tolse il cappotto e prese la giacca di Tommaso.

- Siedeti accanto a Sara Tommaso. Credo vogliate conoscervi.-

Sara era totalmente sconvolta. Non poteva credere a ciò che stava accadendo. Avevano litigato per mesi per questo. E ora stava succedendo. I suoi occhi si stavano bagnando. Luca si era seduto su una poltrona. Come sempre dolce, si era discretamente messo un attimo da parte per lasciare a lei quel momento tanto desiderato.

Sara sentì aumentare i suoi battiti quando Tommaso si sedette accanto a lei. La guardava con dolcezza e serenità. Aveva un buon odore ed era davvero bello. Si scrutarono a lungo. Poi fu lui a parlare di nuovo.

- Io volevo dire...-

Ma Sara lo zittì posandogli un dito sulle labbra.

- Dopo...-

Lui sorrise imbarazzato.

Sara con gli occhi ormai pieni di lacrime posò le mani sul petto di Tommaso.

- Posso...? -

Lui fece un cenno di assenso con la testa.

Sara gli sbottonò lentamente la camicia. Le sue mani gli accarezzarono il petto. Una cicatrice lo percorreva verticalmente. Sara lo guardò ancora negli occhi un istante. Poi si chinò e poggiò il suo orecchio sul torace di Tommaso. Il battito ovattato del cuore la raggiunse e la avvolse in un abbraccio caldo. Ormai non riusciva piu a trattenere le lacrime e il suo pianto si fece evidente. Il cuore di suo figlio viveva ancora. Dava vita a Tommaso. Il pianto di Sara si fece dirotto mentre abbracciava quel giovane petto pieno di vita. Tommaso le accarezzò la testa come fosse quella di sua madre. Avrebbe voluto dirle mille cose. Ma riuscì a dirne solo una.

- Grazie -


Roberto Fischetti pubblicato il 03.08.2006 [Testo]


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