Rispolverare una vecchia pratica
La biblioteca di casa riserva sempre delle sorprese. Se appartenete ad una famiglia di acquistatori compulsivi di libri, o lo siete voi, è facile che dopo una chiacchierata distratta con una amica vi ritroviate a cercare un libro sull'argomento che sapete essere stato acquistato lontano nel tempo. Questo è successo a me e mi sono anche resa conto di quanto non avessi capito bene il contenuto. La colpa non è certo del libro ma della mia superficialità dell'epoca.
Il libro risale ai primi anni novanta ed è fatto bene, attualmente si trovano versioni aggiornate con CD. Consultando questa versione solo cartacea ho riscontrato la validità dell'esposizione grazie ad un corso seguito qualche anno fa di persona tenuto presso una associazione per malattie respiratorie. Anche in quella occasione avevo un atteggiamento prevenuto e preconcetto, mischiando ostinatamente altri metodi di meditazione con scetticismo.
Perché facevo questo? Non lo so ma penso per lo stesso motivo per cui lo fate voi, ci ancoriamo alla nostra idea di "rimedio" per il nostro problema e quando il metodo non coincide con quello che ci aspettiamo, o non abbiamo risultati aspettati in brevi tempi, ci irrigidiamo ancora di più compromettendo tutto il processo di miglioramento. In realtà non avevo capito nulla del training autogeno. Quando il libro è stato comprato si era in piena moda del metodo e, come spesso accade per le mode, a discapito della serietà dell'approccio. Insomma passavo troppi minuti applicando l'esercizio della pesantezza del corpo facendo un pastrocchio fra tecniche di meditazione e quelle proprie del training autogeno, alla fine non ho trovato più il tempo per dedicarmici.
Purtroppo da quello che ho visto nel corso fatto con l'associazione non sono sola che ha commesso questo errore, la cosa più importante di quando si approcciano queste tecniche è soprattutto l'atteggiamento. Occorre dimenticarsi la mentalità da prestazione ormai radicata in noi, così tanto che anche quando non abbiamo voglia di fare nulla pretendiamo che il rilassamento mentale sia immediato e soddisfacente, pena la noia.
Come dicevo mi è tornato in mente perché una mia amica mi ha detto che aveva imparato così bene il training autogeno da riuscire a rilassarsi così tanto da non sentire i dolori del parto. Poi anche lei ha messo tutto da parte ed ora che ha figli grandi si ritrova in una vita convulsa e frenetica. L'errore è proprio lì considerare la tecnica funzionale ad una parte della propria vita.
In realtà il training autogeno richiede davvero pochi minuti della nostra giornata che sarebbero quelli che obbligatoriamente dovremmo dedicare a noi stessi, pochi minuti ma che possono farci affrontare le inevitabili contrarietà della vita con meno ansia e angoscia. Io l'ho sto riscoprendo e ne vedo già i giovamenti, tuttavia penso che qualunque sia il metodo di rilassamento che si vuole applicare occorre non avere ansia da prestazione, accettare che non sempre si riesce a rilassarsi ma non per questo desistere o non applicarlo con costanza. La vera rivoluzione rispetto alla nostra mentalità è la mancanza di aspettative.
Il libro a cui mi riferisco nella sua versione originaria è "Training Autogeno di Gianni De Chirico" che si trova per pochi euro su internet ed immagino anche nei mercatini dell'usato. Cercatelo!
Fabiana pubblicato il 13.02.2020
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