Registrati | Accedi

Autori

Ricerca

Autore:

Titolo:

Genere:


Uno scritto a caso

A volte mi capita
[poesia]
Eleonora Alaimo
03.12.2007

"La reginetta dell'equivoco"

"Cartoline dall'ignoto"

"

Ciao eccomi ancora qui. Hai individuato chi sono? In caso contrario potrei aiutarti ricordandoti qualche umiliazione che mi hai inflitto, ma non ora. Non sono ancora pronta a farlo. Per me tu eri un mito, un esempio, un riferimento e avrei voluto tanto esserti amica e ridere con te. Invece ero l'oggetto del tuo scherno. Lo sai che qualche anno fa' ho rincontrato la tua amica del cuore. Si proprio lei quella che si alleava con te per ferirmi maggiormente. Abbiamo parlato a lungo e sembrava davvero dispiaciuta quando affermava che per lei erano solo scherzi. Non pensava di ferirmi tanto. Poverina, ha versato tante lacrime con me. Era una persona sensibile e io la consideravo una aguzzina. E' stato bello chiarirci ed è quello che spero avvenga con te. Ma ora no è ancora troppo presto non sono emotivamente pronta.

Stamattina ho fatto un giro nel parco qui vicino e sono incappata in una coppia furtiva. Per quanto ne so potevano essere marito e moglie ma preferivo immaginarli amanti fugaci come quella storia in cui ci mise lo zampino la mia terribile sorellina. Si lo so tu non la conosci ma sono sicure che a lei non avresti fatti scherzi. Anzi magari avresti cercato tu la sua amicizia. Perché Maria Elena, detta Nena, era la regina degli equivoci. Sembrava impossibile che un'angelica faccina da bimba potesse generare intorno a se quei putiferi. Potresti immaginarla immobile ed innocente circondata da mulinelli d'aria che travolgono lo spazio circostante. Ti chiedi come mai lei non ne resti coinvolta e poi scopri che ne è la l'artefice e li governa. Strano per una bambina così piccola! Un angelo o un diavolo?

All'epoca Nana aveva sei anni ed era entrata a scuola. Ti ricordi all'ora si parlava di Direttore didattico mentre l'insegnante che faceva il vice aveva il titolo di Vicario. Nella vicenda abbiamo una Vicaria, che spesso copriva le assenze di una delle tre maestre della sorellina. Nena la odiò da subito. Non lo disse mai apertamente né era scortese o maleducata con lei, semplicemente non la nominava. Per noi che la conoscevamo bene questo voleva dire: "ti odio, ti ignoro".

Vicaria e Direttore avevano spesso scontri pubblici e più volte le colleghe avevano asciugato le lacrime della signora invitandola a lasciar perdere e tornare al solo insegnamento. Tuttavia la collaborazione aveva portato molte migliorie nella scuola e lei si faceva forte di questo per sopportare lo stress che sembrava assillarla. Nena manifestava spesso il suo sentire attraverso i suoi disegni (ricordi la mia mano cucita sotto il naso) ma con delle immagini strane non facilmente decifrabili. Per esempio i contrasti verbali fra due persone erano ritratti in forma di lotta fisica, l'affetto era rappresentato da un animale in braccio o al guinzaglio, e altre rappresentazioni che poi ti dirò. Ma Nena disegnava molto male e i suoi disegni erano spesso di difficile interpretazione. Occorreva chiedere lumi e lei ma il tutto non sortiva spesso ad un chiarimento.

Nena disegnò in classe due figure sdraiate, una sopra l'altra, avvinghiate, un uomo ed una donna almeno come prima interpretazione. L'uomo sopra e la donna sotto. Il posto sembrava un'aula o per lo meno sembrava che ci fossero dei banchi o delle scrivanie. Fin qui nulla di strano, la bomba scoppiò alla richiesta da parte dell'insegnante del titolo del disegno. "Il preside ed il vicario" fu la risposta con voce cantilenante di mia sorellina.
La maestra perplessa riformulò la domanda ma la risposta restò immutata, e come era abitudine Nena scrisse il titolo nel retro del foglio con tratto incerto ma chiaro. A questo punto si intrecciano equivoci, malevolenze, pregiudizi e tanta tanta provinciale noia.

L'insegnante di disegno in quel tempo seguiva un corso che analizzava l'impatto del comportamento disinvolto dei grandi sui minori, o qualcosa di simile. Il titolo del corso divenne fondamentale nella storia e così subì tutte le variazione che la voce di popolo produce nel tam tam dell'informazione. Nel frattempo fra Vicaria e Direttore c'erano prove di intesa. Ancora non era chiaro neanche a loro che la passione stava in agguato. Le schermaglie pubbliche erano delle prove generali ma il comune pensiero le attribuì poi una precisa volontà di confondere le acque per nascondere la reale intesa. Infatti i due potenziali fedifraghi erano sposati da tempo ma con altre persone. Probabilmente fu proprio lo scandalo e la disperazione a gettare l'una nelle braccia dell'altro.

Riprendo il filo della storia. L'insegnante solerte non ci dormì la notte. In parte colpa della pasta ai broccoli (era una pessima cuoca) in parte perché intenta a tracciare riferimenti fra la vicenda e quanto veniva trattato nel corso. Alle sei del mattino, prima di accasciarsi esausta per un breve riposo prima della sveglia, l'ultimo pensiero conscio fu: << non può essere tutto frutto della fantasia della bimba, qualcosa deve aver visto!>>. Come noto i broccoli gonfiano la pancia e ciò che producono purtroppo non ha sfogo solo nella parte terminale dell'intestino ma talvolta risale per l'esofago e da il via a dei suoni ben più molesti delle scorreggie.

La mattina si consultò con le altre due insegnanti di Nena. Mostrò loro il disegno, interrogò ancora in presenza collegiale la sfinge sorellina e citò alcune frasi prese dal seminario.
Più parlava più si convinceva che qualcosa di squallido doveva essere in corso, il problema era se avvisare o meno i genitori della bambina. Forse era più opportuno fare qualche verifica prima di alzare un polverone. Il trio di spie si mise in moto: orecchie tese, sguardi indagatori, pedinamenti interni, agguati nei corridoi. Il tutto nella più totale goffaggine che ben presto suscitò la curiosità dell'intera scuola, interessati esclusi ovviamente.

Alle prime domande avevano risposto evasivamente ma non erano riuscite a mettere a tacere le dicerie sul fantasioso comportamento delle maestre della prima B strano. Dicerie che arrivarono subito alle orecchie della Vicaria la quale, a sua volta, iniziò ad osservare più attentamente l'andazzo. Il ché generò un ulteriore equivoco. Le insegnanti interpretarono questo cambiamento di comportamento come una maggiore circospezione, tipico atteggiamento di qualcuno che ha qualcosa da nascondere. Anche la classe aveva percepito una certa distrazione del proprio corpo docente e, essendo i bimbi sempre pronti ad approfittarne, il livello sonoro e ludico aveva subito un graduale e costante aumento. Il vero guaio scoppiò alla fine della seconda settimana di reciproca osservazione.

Le chiacchiere sul trio erano aumentate ed il livello sonoro della classe aveva subito una decisa impennata. Ormai le maestre erano così prese dalla nuova attività da risultare eccessivamente svogliate e meccaniche nell'adempimento delle funzioni per cui percepivano il compenso. Anche qualche genitore più attento aveva avuto sentore delle variazioni di comportamento del proprio pargolo diventato più libero nell'esprimesi e dai compiti a casa. Addirittura un genitore andò a manifestare la sua perplessità direttamente alla Vicaria.

La situazione precipitò proprio in seguito a questa annotazione genitoriale. La mattina del venerdì della seconda settimana di indagini la Vicaria aveva deciso di controllare, ma senza dar l'aria di farlo, l'ingresso delle classi nelle aule. Dopo aver inforcato gli occhiali a lunetta, si mise nel corridoio davanti alla bacheca delle comunicazioni. In tal modo poteva dissimulare lo sguardo obliquo che lanciava verso l'ingresso. Da quella distanza nessuno avrebbe visto la reale direzione delle pupille. Quella mattina allineava i bimbi della prima B la maestra più emotiva e meno affidabile dal punto di vista della segretezza. Per la verità non erano i soli difetti, diciamo che erano ben alimentati da una incredibile insicurezza ed una scarsissima considerazione di sé. Come entrò nell'ingresso vide subito la Vicaria e, poiché ormai le antenne erano drizzate, ne percepì comunque l'innaturale posa davanti alla bacheca. Lo sguardo le parve diretto verso l'ufficio del Preside. Chissà cosa stava studiando, era indispensabile capirlo. Allungò il collo ed ordinò distrattamente ai bimbi di mettersi in fila e salutare i genitori. Ma questi erano già spariti, come ogni mattina, avendo tutti un lavoro ad attenderli. I bimbi risero e continuarono ad occuparsi delle loro faccende come: mettersi le dita nel naso reciprocamente, tirarsi i capelli, sciogliersi i fiocchi, mangiare la merenda dell'altro, cantare l'ultima canzone di Cristina D'Avena , fare il broncio. La confusione durò per i dieci minuti concessi dalla Vicaria prima di intervenire, dopo il gelo fu totale. Infatti dopo aver raggiunto con ampie falcate l'inizio della fila il tono della sua voce mise in riga la ciurma, il contenuto incise l'anima del comandante. << Da un po' di tempo le insegnanti di questa classe mi sembrano un po' distratte nell'esplettare le loro funzioni, c'è per caso qualche problema di cui non sono a conoscenza o è una nuova linea didattica? Per ora l'effetto è una classe mooolto più rumorosa e disturbante. Gradirei discutere al più presto la cosa con lei e le sue colleghe.>> poi rivolgendosi direttamente ai bimbi << E voi bimbi cercate di mantenere un atteggiamento ordinato e rispettoso o dovrò chiamare i vostri genitori.>>.

Avviliti si avviarono in silenzio verso la classe con in coda una maestra che si era fatta più piccola di loro.
Il rimbrotto aveva fatto uscire nel corridoio tutte le altre insegnanti già in classe. Si guardavano l'un l'altra perplesse e cercavano di leggere nella faccia della rimproverata cosa avesse scatenato una tal reazione. La maestra ormai sull'orlo di una crisi di pianto guadagnò velocemente la porta dell'aula, nonostante l'umiliazione era determinata a non lasciarsi andare. Ma quando dieci minuti dopo entrò la collega della classe a fianco, che era la sua migliore amica, esplose in un sfogo. Pronunciò con voce tremula di pianto frasi incomprensibili che facevano riferimento ad una strana tresca, indicando contemporaneamente la zona della parete con i disegni dei bambini. I bambini erano atterriti e anche l'amica. Alla fine con frasi a mezza voce la storia fu compresa e l'amica uscì dall'aula sconvolta pronta a sua volta a trovare un orecchio amico su cui riversare il segreto. Così di amico riservato in amico riservato la notizie riempì nel giro di qualche giorno l'intera scuola e, avendo alcuni degli amici riservati al di fuori del contesto scolastico, dopo una settimana l'intero paese. Esclusi i presunti fedifraghi, le loro famiglie e la mia. Non ci fu tempo per un confronto fra la Vicaria e tre maestre, la chiusura del quadrimestre lo procrastinò, lo scandalo imminente lo cancellò.

continua.....

"


marina pubblicato il 24.01.2007 [Testo]


  questo scritto ha 11 preferenze


Commenti dei lettori
Per lasciare un commento Registrati | Accedi