Se il termine "umanità" ha in sé anche il significato di bontà piena di comprensione, è perché ne ha un impellente bisogno...
Non fu facile accettare, per la specie umana, di aver compreso la propria situazione all'interno del Cosmo. Come avrebbe potuto esserlo per genti convinte di essere il fruttuoso esperimento del caso? E che dire del loro rapporto con la sacralità della trascendenza? Ridevano, gli umani, ipotizzando che su un pianeta dove gli anellidi, i vermi per intenderci, fossero stati la specie dominante, sul Golgota ci sarebbero state tre croci con inchiodati sopra tre vermi. Le dodicimila e tre specie che abitano la moltitudine di pianeti della galassia che gli umani chiamano Via Lattea, considerano il pianeta Terra una sorta di zoo che fanno visitare alle scolaresche, indicandolo come il magnifico esempio che è di come sia possibile, in rari casi, che l'involuzione verso il basso delle possibilità di essere riesca ad anticipare il bisogno di perfezione che permea l'intero universo. D'altronde, spiegano gli insegnanti alle classi di allievi seduti compostamente negli alloggi riservati allo studio diretto, sui loro dischi volanti a velocità sovra-temporale, d'altronde anche l'eccezione alla regola ha il suo diritto di partecipare alla stessa regola della quale rappresenta il correlativo complementare e, mentre lo ricordano, rilasciano nello spazio dei sacchi pieni di noccioline che i terrestri si litigano per riuscire a offrirle sugli altari dei loro Dei di sembianza umana.
Massimo Vaj
pubblicato il 10.03.2011 [Testo]