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Uno scritto a caso

Fiori nel deserto
[poesia]
stefano martellucci
15.02.2008

Reconquista

possibile storia futura non auspicabile

'

RECONQUISTA

RECONQUISTA


Era stata una grande battaglia. Il generale fissò sullo schermo i dati approssimativi delle perdite del suo esercito, i diagrammi del terreno conquistato. Poi lasciò passare le riprese televisive dei soldati. Carri armati distrutti, corpi di nemici.

Alzò gli occhi e vide la sua intendenza.

"Cosa c'è?"

"Il giornalista di AL JAZERA , signore."

"Va bene , lo faccia passare."

Il giornalista entrò nell'ufficio sfoderando un fasullo sorriso a 34 denti fasulli, protendendo una mano.

"Buon giorno, generale. Vedo che per lei è stata una grande vittoria" esordi.

Il generale lo guardò con aria indifferente e sollevò la sua manona nera per stringere quella dell'interlocutore.

Giornalista:"E' per me un grande onore intervistarla! Tendo a precisare che non condivido l'opinione del mio governo. Per me quello che sta accadendo è una questione interna al suo paese."

"Ne sono contento.Mi vuole intervistare adesso? Allora preferisco uscire all'aria aperta." disse alzandosi.

Con il giornalista alle calcagna il generale uscì dal posto di comando mobile e respirò l'aria con evidente piacere.

Il giornalista si rivolse al cameraman seduto poco lontano: "Vieni ! E preparati a riprendere! Bene, bene! Scusi signor generale, prima di cominciare, averi una domanda al di fuori dell'intervista."

"Al di fuori? Prego, mi dica."

Giornalista:"Quando stavo salendo sulla collina, ho visto dei "figli di dio" prigionieri. Ma tutti dicono che questa è una guerra senza prigionieri. Come mai?"

Il Generale alzò le spalle:

"Capita che ogni tanto qualcuno si arrenda. Ma subiranno il solito trattamento."

il Giornalista drizzò le orecchie con aria interessata:

"Il solito trattamento? Che cosa significa?"

Il Generale lo fissò in volto, e rispose scandendo le parole:

"Saranno dissanguati per aumentare le nostre scorte ematiche. I loro organi sono inutili."

Il giornalista perse la sua aria sorridente, e la sua mascella si abbassò un poco.

Il generale continuò, col tono di chi dice la cosa più ovvia del mondo:

"Evidentemente c'è un'altra cosa che non sa. Questa, noi non la consideriamo una guerra. La consideriamo una disinfestazione. "

Il giornalista rimase senza parole. Il generale gli volse le spalle e guardò giù verso il campo di battaglia cosparso di rottami.


..................


Il tenente in piedi nel semicingolato guardava l'orizzonte col visore. Il sole si era completamente alzato, visibilità perfetta. Volse verso il basso il viso imberbe:

"Quanto manca all'obbiettivo?"

Il navigatore illuminato dagli schermi rispose:

" Circa 15 minuti signore. Nessuna traccia di nemici armati in zona."

"Bene."

Due veicoli più avanti , il sergente ,sconciamente stravaccato su un sedile, si stava accendendo un toscano con evidente piacere.

"Non capisco come le piaccia quella robaccia" fece il giovane soldato seduto vicino.

"Questo mi denota come uomo del ventesimo secolo, figliuolo. Un sacco di piaceri proibiti retti con fisico d'acciaio" affermò con aria sorniona il sergente, dandosi un pacca sulla tempia , che emise un lieve rumore metallico.

"bleah!"rispose il soldato, cercando di aprire uno sportellino laterale.

" Tieni chiuso, figliolo" sospirò il sergente.

Il giovane lo fissò con aria interrogativa.

Il Sergente sussurrò addolorato :" Non voglio vedere come i pidocchi hanno ridotto questa Terra."

Proseguì , parlando più a se stesso che al suo interlocutore:

"Una volta questa Terra nutriva milioni di persone. Adesso siamo quasi sull'orlo della carestia. Loro e le loro luride capre!"

La jeep blindata prese una buca. Il soldato diede una craniata risonante contro il soffitto corazzato. Per fortuna aveva l'elmetto.

Il sergente non si mosse, come se fosse avvitato al sedile.

"E hanno anche lasciato andare in malora le strade." concluse.


..............


Nel villaggio di *** la spia estrasse dal nascondiglio il piccolo computer palmare. Lo accese, digitò la password e guardò la sequenza di lettere che apparivano. Un'espressione di gioia si dipinse sul suo volto. Corse alla cucina dalla moglie e l'abbracciò felice. "Maria, Maria! è finita! I nostri stanno arrivando!" La moglie lo guardò interdetta per un attimo, poi lo abbracciò e lo baciò con frenesia.


.............


Mentre una coppia di elicotteri giravano sopra l'abitato, i mezzi militari imboccarono la strada principale. Il tank in avanguardia schiacciò un discreto numero di capre di un gregge che non sia era scansato. Il pastore ,appena visti i mezzi corazzati ,era lestamente fuggito.

La piccola colonna, si divise in due parti entrando nel paese . Il carro armato con il suo seguito di mezzi si fermò di fronte al luogo di culto, e l'automezzo del sergente, seguito da due cingolati carichi di soldati e da 4 autocarri vuoti e un'ambulanza, si diresse verso il ghetto. Il tenente smontò dal semi cingolato e salì sulla torretta del carro.

"Allarme rosso, ragazzi. Ricordatevi che siamo in mezzo ai nemici"

Sussurrò al capo carro, che pareva un'escrescenza umana saldata alla corazza.

"Ok signora."

Rispose il capo carro , scarsamente impressionato.

Gli uomini scesero dai mezzi disponendosi a difesa.

Nel frattempo il sergente scendeva dal mezzo con il toscano in bocca. Con uno sguardo disgustato percorse quella dozzina di baracche.

"Bastardi!" sibilò.

La gente cominciò a uscire dai tuguri per guardare quei soldati. I militari cominciarono a mescolarsi alla gente, ripetendo ritmicamente "Siamo soldati della repubblica, siete liberi."

Quando queste parole iniziarono a entrare nella testa dei civili, molti scoppiarono a piangere. Una donna anziana col volto segnato cercò di baciare le mani del sergente.

"No,no nonna. Vieni qua" disse il sergente abbracciandola affettuosamente. Tutte le donne cominciarono a accarezzare i volti dei soldati come madri e gli uomini gli stringevano le mani.

Il sergente si sciolse dall'abbraccio con la nonna e si avvicinò un megafono alla bocca.

"Gente , adesso vi porteremo in un posto sicuro, dove vi faremo degli esami medici e vi daremo da mangiare." Con calma, i soldati cominciarono a condurre i civili verso i camion e li aiutarono a salire.

Una donna ancora giovane, col viso tumefatto ,si presentò davanti al sergente:

"Mi aiuti la prego!hanno preso mia figlia!"

"Come? Quando è successo?"

"Ieri sera! Ho cercato di impedirlo ma mi hanno picchiato!"

"Sa chi è stato?"

"Si! Lo so dove abitano!"

"Andremo a liberarla. però dovremo aspettare che la sua gente sia partita. Ci vorranno pochi minuti"

Il sergente fece il suo rapporto radio al tenente:

"I civili stanno per partire. Sono nelle condizioni solite, affamati e malridotti. Ma i nemici hanno rapito una ragazzina ieri sera. La madre è qui con me e sa dove l'hanno portata. Passo."

"Va bene sergente, appena evacuati i civili faccia irruzione. passo e chiudo"

Rispose il tenente all'auricolare. La piazzetta dove era parcheggiato il carro armato era deserta. I nemici guardavano da dietro le tende. Solo due persone apparvero. Erano la spia e sua moglie. Il marito in giacca e cravatta e la moglie in tailleur (tolti dai nascondigli e dalla naftalina). Entrambi erano raggianti. Il tenente e i suoi soldati guardarono con stupore quell'assurda coppia.

"ALT! FERMI!" abbaiò il soldato più vicino, puntando l'arma.

La coppià si fermò, senza smettere di sorridere.

"MANI IN ALTO! VISIBILI!" Intimò il milite , senza abbassare l'arma.

I due obbedirono , sempre sorridenti.

Un altro soldato prese da un mezzo uno scudo portatile e un rilevatore che sembrava un'arma da fantascienza. Si avvicinò alla coppia sconcertante tenendosi dietro allo scudo, mentre tutti i suoi commilitoni si mettevano in posizioni riparate rispetto ai due. Giunto a due metri di distanza, gli scannerizzò prima uno e poi l'altra.

Esame negativo. Niente ferro , né polvere.

"PULITI!" gridò con voce stentorea l'artificere.

L'ambiente si rilassò. Il tenente ordino:

"Lasciateli passare!"

La coppia (sorridendo più che mai) oltrepassò il cerchio difensivo e si avvicinò al tank.

"Buongiorno, signora!"

Esordì la spia tendendo la mano verso l'ufficiale appollaiato sul carro.

"Buon..giorno"

Replicò poco convinta il tenente.

"La luce risplende in occidente"

Affermò la spia sempre sorridente.

"E il buio muore"

Rispose il tenente,sorridendo di rimando.

"E' lei , allora. Sono molto contenta di conoscerla"

"Mai quanto me ,Signora! ecco , qua c'è l'ultimo rapporto"

Disse porgendo il palmare.

"Bene! dobbiamo fare un altro paio di cose poi ce ne andremo. Lei e la sua signora salite pure sui nostri mezzi."

"Grazie! Non immagina quanto sia felice di ritrovarmi tra esseri umani."


............


I camion, carichi di un'umanità affamata ,erano sulla via del ritorno vigilati dagli elicotteri mentre il sergente seguiva la donna con altri 5 soldati. Facce dure. Percorsero i vicoli medioevali ingombri di spazzatura e escrementi, seguiti da occhi spaventati e invisibili. La donna indicò un portone. Il sergente batté col calcio del fucile d'assalto.

"Aprite! APRITE!"

Batté ancora una volta, e attese.

Silenzio di tomba.

Il sergente punto l'arma verso la serratura e lasciò partire una scarica. La serratura si disintegrò. Con un calcio brutale il sergente spalancò la porta e entrò. Due figure paludate in vesti scure gli presentarono davanti, salmodiando in un linguaggio incomprensibile. Il sergente strappò il velo alla più vicina che si coprì la faccia. Artigliandola per i capelli, il sergente costrinse la figura a guardarlo negli occhi .

"Dov'è? DOV'E'?" chiese sputacchiando.

La fattrice biascicò qualcosa d'incomprensibile. Seccato, il sergente la sbatté contro il muro. Crollò a terra. Nel frattempo,i soldati erano sciamati per la casa. Trovarono quattro maschi di varie età, tutti nascosti un po' dappertutto e li radunarono assieme alle femmine. Il sergente aveva cambiato metodo. Dopo aver strappato il velo all'altra, svelando una faccia un po' più giovane, aveva sfoderato una lama e gliela faceva sfarfallare a una non eccessiva distanza dal grugno.

L'interrogata indicò una porticina. Il sergente e la madre si precipitarono. Dietro la porta, una scala che portava a una cantina polverosa. Sul pavimento,nuda e disarticolata,con gli occhi spalancati e vuoti, una ragazzina tredicenne bianca come un lenzuolo. Sotto di lei un grande macchia di sangue secco.

La madre non si avvicinò. Rimase sulla scala immobile e cominciò a piangere gemendo come un animale. Il sergente era sceso ed aveva controllato il cuore. Il puzzo di sperma si sentiva a un metro di distanza. Il sergente si alzò , prese un telo mimetico da una tasca e coprì quel povero corpo violato. La mascella gli fremeva. Salendo la scala condusse dolcemente via la madre, che si abbandonò come un corpo morto.

I soldati tenevano a bada la famigliola con le armi puntate. La famigliola, mani e la faccia contro il muro, non sembrava affatto soddisfatta della sua situazione.

Il sergente portò la madre a una sedia , e la fece sedere gentilmente.

"Legate quelle merde. Nel modo più efficace possibile."

ordinò il sergente ai suoi. E rivolgendosi alla madre:

"Adesso dobbiamo raggiungere gli altri. Porterò io sua figlia."

La madre annuì , singhiozzando.

Il sergente fece il rapporto radio al suo superiore.


..........


I soldati del tenente, con le ultime informazioni della spia, erano andati a prelevare i traditori.

Questi miserabili erano ora legati e inginocchiati, ognuno con un milite dietro, mentre l'ufficiale gli fronteggiava, fissandoli con sommo disgusto. Nonostante i paludamenti del nemico, si vedevano bene le facce europee e le pance ben piene...

Declamò di fronte al primo.

"Allora.... Marco S*** , nome attuale Mohamed Abdul Aghassem. Tesserato del partito della rifondazione comunista, sindacalista. Adesso hai 3 mogli (che picchi spesso) e preghi regolarmente 7 volte al giorno. Non tocchi carne di maiale e non bevi alcolici. Ti occupi di organizzare i braccianti del ghetto....

Alla fine resti sempre un sindacalista, vedo."

Fissò il secondo in modo malevolo.

"Enrico C*** , nome attuale Mohamed ali ulem . Nessuna affiliazione conosciuta , ma era noto come anticlericale e irriducibile mangiapreti. Hai ripudiato 5 mogli e una è morta non si sa bene come.... anche te preghi regolarmente 5 o 6 volte al giorno.

Occupazione .... dar da mangiare ai residenti cristiani. Le testimonianze dicono che gli fregavi metà della razione , che ti rivendevi...."

Guardò il terzo.

"Alberto D*** , nome attuale Mohamed Assud... sono tutti Mohamed? Non avete un po' d'inventiva per questi nomi fasulli? Le tue affiliazioni politiche non conosciute. Niente mogli... occupazione fittizia commerciante, occupazione reale informatore della "polizia della fede"...sembra che almeno 10 persone siano defunte grazie a te...."

Sospirò.

"Siete stati condannati per tradimento, e la pena per questo crimine è la morte."I miserabili si agitarono.

"Pietà! Pietà!"

Gridarono all'unisono. Quello al centro cercò di alzarsi, e il soldato dietro gli sferrò un calcio alla schiena, facendoli sbattere il muso per terra.

"Imbavagliateli!" Strillò il tenente."Non voglio più sentirli!"

Da una stradina, entrò nella piazzetta il gruppo del sergente, come una processione. Per primo il sergente con il volto impassibile, sorreggendo il corpo avvolto in un lenzuolo come se fosse un'offerta sacrificale. Al fianco la madre piangente sostenuta da un pietoso soldato. Dietro i gli altri militi con in mezzo la famigliuola. I nemici erano ammanettati in modo che ad ogni passo le braccia premessero sull'inguine.I soldati gli incoraggiavano con le baionette e le vanghette affilate. La fattrice aveva la mascella spezzata e pendula.

Il tenente aveva gli occhi affilati.

"Mi faccia un rapporto completo."

Ordinò al sergente, dopo che questi aveva posato il povero corpo dentro una jeep.

"Le bestie maschie hanno rapito questa ragazza al ghetto ieri sera, lasciando la madre tramortita.

Ho trovato la ragazza morta in una cantina. Probabilmente tutti i maschioni l'hanno violentata."

"E la faccia di quella grassa?"

"Quella troia si è messa a caragnare quando ho preso per la ragazzina il più bel lenzuolo che avevano nella tana.. Ha una eccessiva opinione di se stessa."

"Che pensa sia meglio , stendiamo prima le bestie o i traditori?"

"Personale opinione, prima le bestie. Da bestie che sono, non capirebbero lo spettacolo."

"Bene, sistemi prima i maschi. Le fattrici le teniamo per la prova dell 'areolsol."

Il sergente si portò davanti al più anziano della famigliuola, e un soldato gli liberò un braccio, per riammanettarlo con le mani dietro la schiena.

"Non mi metto a spiegarti cosa ti capita, perché sei una bestia. L'unica cosa che ti dico è che le bestie non devono toccare gli esseri umani."

Motteggio il sergente.

In un guizzo , lo prese sotto gli zigomi con la sinistra e lo sollevò di peso. La forza della sua stretta gli spezzò i denti. Il resto della famigliuola cominciò ad agitarsi. I soldati di guardia gli calmarono a botte di vanghetta. Il sergente afferrò con la destra la zona degli organi sessuali, strinse e tirò. La bestia si contorse e si irrigidì . Con un giro della mano, il sergente gli strappò l'insieme. La bestia emise un mugolio soffocato, cominciando a sanguinare dall'inguine.

Il sergente lo abbassò , gli ficcò in bocca quello che restava del suo apparato sessuale, poi lo lasciò cadere. La stupida bestia evirata si accasciò per terra in un mucchio di abiti larghi, orinando sangue in modo incontinente.

Il sergente ripeté l'operazione su tutti gli ex maschietti della famigliuola (l'ultimo dovette essere trattenuto da 4 soldati) mentre le femmine piangevano, o perlomeno, mugolavano in modo simile al pianto. Alla fine il sergente si pulì la mano sanguinolenta sulla palandrana della più vecchia (evidentemente l'aveva particolarmente in antipatia).

I tre traditori erano rimasti a guardare la castrazione in serie, estremamente spaventati.

A un cenno del tenente, furono buttati a terra sulla schiena. Quattro soldati a testa gli tenevano le braccia e le gambe allargate. Arrivò un grosso soldato con una grossa mazza. Cominciò a vibrare colpi terribili sugli arti dei traditori. Dopo pochi minuti, i traditori avevano braccia e gambe spezzate.

Il tenente si avvicinò a quelle masse contorte.

"La condanna è stata eseguita. Data la gravità del crimine , e il fatto che nessuno ha voglia di sprecare una pallottola per voi, non ci sarà colpo di grazia. Non preoccupatevi, però. La vostra agonia non durerà più di 24 ore..."

Il sergente stava guardando il luogo di culto.

"Una volta , là c'era una chiesa del trecento...l'hanno abbattuta per costruire quella chiavica..."

Meditò.

Dal minareto si affacciò una figura. Gli altoparlanti amplificarono l'ululato.

"Quel coso ha un bel coraggio. Lo zittisca, per favore."

Ordinò il tenente a un soldato.

Sul volto orientale del soldato interpellato apparve un sorriso. Montò una granata sul tromboncino del file d'assalto. Puntò l'arma verso la torre. sparò. La cima del minareto scomparve in un mare di fuoco e l'ululato di fede si trasformò in ululato di dolore. Un fagotto incendiato precipitò dalla torre.

"Già che ci siamo... abbattete quel cesso!"

Urlò il tenente rivolto al capo carro.

Solerte, il carro sparò una cannonata. Il luogo di culto crollò in una nuvola di calcinacci. Per rifinire l'opera, il tank sparò un altro colpo. Un enorme getto di fiamme uscì dalla canna e investì le rovine, che cominciarono a ardere.

I soldati guardarono attorno , inquieti

Nonostante tutto, dalle case non uscì un sospiro. Sembrava di essere in una città fantasma.

"Fanno i duri..."

Commentò tranquillo il sergente.

"E va bene.... trasmettete l'ultimatum!"

Ruggì il tenente, andando verso il suo semicingolato.

Un altoparlante cominciò a ululare nelle lingua nemica.

Approssimativamente tradotto:" La vostra presenza infetta la nostra Terra. Tra ventiquattro ore questa città sarà de parassitata con il gas. Ultimo avvertimento."

Le ultime due nemiche integre guardarono spaventate il tenente che si avvicinava con un grosso spruzzatore in mano.

Il tenente ,rapidissima, gli spruzzò in faccia un liquido verde. Cominciarono a tossire ,ebbero dei conati di vomito, e caddero. A terra entrarono in convulsioni continuando a tossire furiosamente , e poi si agitarono sempre meno , e iniziarono a rantolare.

"Abbiamo finito per ora. Andiamocene."

Fece il tenente.

Solo dopo mezz'ora che l'ultimo mezzo era scomparso sulla strada , delle ombre apparvero sulla piazzetta. I maschietti della famigliuola erano dissanguati, le due fattrici erano agonizzanti, mentre i traditori erano ancora vivi. Però non li soccorsero, ma si limitarono a fregargli tutto quello che avevano addosso, tranne i vestiti....


.........


La mattina dopo, 6 ore prima dalla scadenza dell'ultimatum, il colonnello camminava nella sala operativa. Simile al gigante Magog, passeggiava nella la ricostruzione olografica della vallata. I gruppi di nemici che fuggivano sembravano colonne di formiche. Le immagini dei droni di controllo erano tante mosche fluorescenti. Ogni tanto calpestava qualche formica o qualche mosca lo attraversava.

"Rapporto"

Disse nel microfono.

"Piccoli gruppi si sono allontanati nella notte. Sembra che questi siano i gruppi maggiori."

Disse la voce nell'auricolare, che proveniva da uno dei controllori in ombra.

Qualcosa attirò l'attenzione dell'ufficiale. Premendo i pulsanti sul Control Stick, esaltò una zona dell'ologramma. Il paese di *** ingrandi di una dozzina di volte. L'immagine tremolò per un battito di ciglia , poi si stabilizzò. Il paese era diventato grande almeno due metri. Si vedevano perfettamente le case e le strade, con le macerie del luogo di culto. E si vedevano anche delle figurette con delle fiammelle in mano, che correvano di qua e di là. Già cominciavano a vedersi case in fiamme.

"Stanno incendiando la cittadina. Porci! Cannoneggiate i nemici che escono da ***! Non fateli scappare!"

Ordinò rabbiosamente l'ufficiale.

L'ologramma si ridusse di 4 volte.

Una sola colonna di formiche stava uscendo dal paese, sulla strada principale. Il tempo di una ricarica, e i proiettili arrivarono ,sotto forma di piccoli asterischi. Quando colpirono il suolo , divamparono piccole esplosioni stilizzate. Crateri apparvero attorno la strada. Pezzi della colonna di formiche scomparvero e la colonna arretrò. Arrivò la seconda bordata. Gli artiglieri stavano creando un corridoio dove i nemici venivano raggruppati e annientati.

Alla terza scarica i nemici vennero sospinti verso il paese da dove venivano.

Un'ultima bordata. Poi il tiro si interruppe. I nemici erano nel perimetro del paese.

Il colonnello ingrandì di nuovo ***. Le strade del paese erano nere di figure. Si notò un certo trambusto. Alcune figure vennero gettate nelle fiamme dalla folla. Poi le formiche cominciarono a cercare di spegnere le fiamme.

Il colonnello sogghignò.

"A usare il giusto linguaggio, comprendono anche loro."

Sentenziò.

"Sezione Magic (1), non fate uscire nessun nemico dal paese di *** fino a che il fuoco non è spento"

disse nel microfono.



(1) si riferisce al gruppo di elicotteri da combattimento


..........


Appoggiati alla jeep corazzata ,Il sergente e il tenente fissavano il giornalista. Il sergente aveva un'espressione ilare, il tenente era invece a mezza via tra l'arrabbiato e il disgustato. L'oggetto di ilarità e di scherno ondeggiava come un albero nella tempesta , squassato dai conati di vomito. Il cameraman era a breve distanza , verdognolo in volto , ma reggeva.

Tutto questo era causato dal terreno, o almeno da quello che c'era sul terreno sconvolto vicino a loro. Si trovavano sulla strada d'acceso a *** , battuta dall'artiglieria due giorni prima. A provocare la nausea erano i miserabili resti dei nemici , i quali erano stati prima maltrattati dai proiettili, poi sottoposti all'azione delle intemperie e dei divoratori di carogne. Qualche cane randagio girellava ancora lì vicino.

Il giornalista ,dopo aver finito di vomitare , si avvicinò barcollante ai due militi.

"Perché mi avete portato qua ...".

"Cosa diavolo è successo.. in questo posto..."

Biascicò in due riprese.

"Credevo fosse un professionista"

Sentenziò il tenente , piccata da quella debolezza.

"Non ho mai visto una cosa del genere... uomini,donne ,bambini e bestie... tutti massacrati insieme.."

"E' la Derattizzazione."

Affermò serafico il sergente.

" Cosa ...vuol ...dire?"

Chiese da ubriaco il giornalista.

"Semplice. I nemici stavano incendiando il villaggio che abbandonavano. Allora sono stati pestati con le artiglierie per convincerli a smettere. E hanno smesso! Hanno addirittura buttato tra le fiamme gli incendiari e spento le fiamme."

Spiegò il sergente.

"I.. nemici? Questi erano i nemici? ... Donne, bambini e uomini senz'armi?"

"Lei non conosce la storia recente di questo paese, vedo..."

Osservò il tenente, e la voce si colorò di una nota di disprezzo.

" Noi li abbiamo accolti come tutti, senza malanimo e senza cattiveria. Loro hanno usato quella che credevano debolezza per sottometterci. Hanno usato la loro prolificità per creare nuove generazioni stabbiate nell'odio per chi era diverso da loro.... quando hanno cominciato a combatterci apertamente, lo sa come facevano? Le donne con i bambini in braccio davanti, e gli uomini armati dietro.

Ecco. Noi abbiamo imparato. Abbiamo smesso di dividere l'innocente dal colpevole, il soldato dal civile.

Ora sono tutti nemici. Ora ci rispettano e ci temono, non usano più i loro figli come scudi per spararci addosso."

"E' mostruoso..."

"E' mostruoso perché lo facciamo noi? E quando lo fanno loro? Noi li disprezziamo . Per quello che ci hanno fatto , e ci fanno ancora. Se potessimo ucciderli a colpi di spazzolino del cesso, useremmo solo quello!"

Sibilò esasperato il sergente.

"Ma..ma io cosa faccio qua, cosa c'entro!?!"

Chiese quasi terrorizzato il giornalista

"Lei è qua per far sapere ai nostri nemici aldilà del mare quello che facciamo. Che non ci fermeremo. Che devono avere paura di noi."

Disse il tenente.

Silenzio.

Il giornalista fissava ammutolito i soldati. Il cameraman aveva un'espressione spaventata.

"Forse servirà a evitare altra morte."

Concluse il tenente.




Alcune spiegazioni tecniche :

il sergente è un organismo cibernetico

il secondo colpo sparato dal carro armato è una Flame Cartridge , (cartuccia di fiamma) un ordigno simile a un proiettile d'artiglieria che proietta una miscela infiammabile (personale interpretazione del concetto da parte dell'autore).

L'ologramma in cui agisce il colonnello è un sistema di gestione del campo di battaglia che era in studio dall'US. ARMY negli anni 90 (personale interpretazione del concetto da parte dell'autore).



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maurizio scanferla pubblicato il 02.07.2008 [Testo]


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