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Uno scritto a caso

Universi Paralleli.htm
[scritto]
mauro molini
04.03.2010

Pensiero.....

'"Era una giornata come le altre... e non so il perchè,mentre giravo per la città,mi ritrovai nel solito posto. La spiaggia. E' strano vedere di quanto gli uomini, che si vantano di una grande padronanza di se stessi, alla fine seguono in maniera forse irrazionale il proprio istinto. Si l'istinto! l'unico elemento distintivo tra noi e gli animali, che a volte sembra ricomparire annullando qualsiasi tipo di filosofia e di certezze scientifiche acquisite nei secoli di evoluzione, aveva preso l'intero controllo. Mentre stavo per tornare indietro,quasi innervosito, sentii un sussurro interiore una voglia inplacabile di restare li sulla spiaggia cercando di trovare risposte, cercare forse una soluzione o per essere sincero, cercare di ritrovare me stesso smarrito ormai da troppo tempo. Lasciai cadere di fianco la mia piccola borsa, tolsi le scarpe e subito mi sdraiai su un piccolo cumulo di sabbia.Chiusi gli occhi e rimasi li fermo..... forse per ore. Si non so quanto tempo rimasi sdraiato sulla spiaggia ma sono sicuro di una cosa, che la brezza che prima non c'era mi solleticava, quasi come un invito ad alzarmi, prima i piedi e poi leggermente il viso. Come un giornalista, che aveva lavorato tutta la notte, si sveglia attirato dall'odore di caffè, cosi feci io, attratto dall'odore di salsedine,e aprendo delicatamente gli occhi osservai il mare con le sue onde. Ma non rimasi molto ad osservare "l'infinito blu" ma la mia attenzione fu letteralmente rapita in modo particolare dall'infuriare di una piccola onda contro uno scoglio a pochi passi da me. Mi accovacciai mantenendo strette al petto le mie gambe e continuai ad osservare quella piccola onda che si scontrava contro quel piccolo scoglio. L'onda continuava a comparire ogni volta che si infrangeva sulla solida roccia lasciando schizzare in aria tante piccole goccie d'acqua. Ero quasi impressionato dalla determinazione di quella piccola onda, creata da un po di vento, di voler in qualsiasi modo cercare di andare oltre lo scoglio. Forse non si era resa conto che, anche se fosse riuscita a superare quell'ostacolo,se ne sarebbe trovato uno seguente ancora più grande, un altro ancora e un altro ancora fino a che non sarebbe arrivata sulla piccola zona di spiaggia dietro agli scogli. Mi giunse il pensiero che forse lei voleva solo essere come le altre onde,nascere dall'orizzonte, vivere sul livello del mare per poi finire in modo naturale sulla spiaggia. La ragione tornò di nuovo in me e formulai l'ipotesi di essere diventato matto e degno di essere rinchiuso in qualche ospedale. Certo formulare pensieri assurdi e ragionare sull'agire di un onda,come se avesse una coscienza è illogico o estremamente folle, molto più stupido di un'onda che cerca di spazzare via una roccia.Sorrisi per un attimo e gia mi sentii meglio quando il vento diventò improvvisamente forte, il cielo cambiò il suo colorito e qualche piccola goccia di pioggia bagno i miei ochciali. Prendendo di corsa le mie scarpe e la mia borsa venni colto da una improvvisa pioggia estiva. Correvo , come una pulce sul dorso di un cane, sulla spiaggia cercando un riparo e scorsi in lontananza un piccolo gambbiotto di legno. Tentai di entrarvi, ma fallii miseramente, perchè era chiuso a chiave. La pioggia aumentò la sua intensità, mentre mi bagnava tutta la schiena, e stupidamente tentai di riapirre la porta sperando in un caldo riparo. Incredibile! Per un attimo toccai lo stesso punto di follia della piccola onda che si infrangeva sullo scoglio. Per qualche istante rimasi fermo , mentre ripercorrevo la stessa scena nella mia mente svariate volte. Poi tutto si fermo. La pioggia finì , il sole tornò a splendere e il nuvolone di pioggia scoparì . "Non ci credo!" Esclamai ad alta voce. Girai le spalle al gabbiotto per andare via quando sentii lo strano rumore di una chiave che girava la serratura. Mi voltai e fui mravigliato nel vedere un uomo di mezza età con la barba folta un cappelino di lana che nascondeva, non in modo perfetto, i suoi capelli. Mi guardò e mi invitò ad entrare mentre l'odore di tè caldo usciva dalla tazza sul tavolo. Non sò perchè accettai ed entrai lasciando alle spalle tutta la brutta giornata che avevo passato. Il suono del mare, il ricordo della piccola onda avevano segnato un nuovo capitolo del mio libro. Chiusi la porta e incominciammo a scherzare su come la pioggia mi aveva conciato. E ricordai per tutto il pomeriggio che la follia di un'onda che si scontra contro uno scoglio non solo apri una porta....ma aveva segnato un nuovo "orizzonte" del mio libro. E se è vero che quando finisci di vivere torni di nuovo al luogo da dove vieni sicuramente la piccola onda era ritornata all'orizzonte!'


Sandero pubblicato il 11.03.2010 [Testo]


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