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Mondello

Marea umana d'agosto

Ci dirigiamo a Mondello entrando per una tenuta che era appartenuta a non so bene quale casato, una meraviglia! Purtroppo l’abbiocco pomeridiano mi impedisce di fissare i ricordi ma la strada è una splendida con tantissima vegetazione e alberi giganteschi in prossimità del quartiere balneare. Così grandi e con la chioma così fitta che anche in pieno agosto, sotto il sole cocente dei raggi pomeridiani, la luce filtra a malapena sull’asfalto. Io quasi quasi resto qui, ho terrore delle temperature che ci aspettano. Trovare un parcheggio a pagamento equivale a vincere la lotteria di capodanno. Parcheggiamo, a pagamento, abbastanza distanti rispetto alla spiaggia e ci aspetta una bella camminata.

Cartello curiosoCamminando nelle stradine per raggiungere il lungomare ci imbattiamo nel cartello del sedicente passo carraio dei vigili urbani che invita a non ingombrare l’uscita perché ci sono i mezzi in transito. Guardando la gran quantità di scarti di potatura alberi di stagionata attività, dubito che da lì passino auto o moto di patugliamento da molto molto tempo. Cartello preventivo. Metti che gli giri di utilizzarla ed oltre all’immondezza si trovano anche l’auto di chi non vuole andare nei parcheggi a pagamento! Bisogna sempre essere pronti per una bella multa.

Spiaggia di MondelloArriviamo alla spiaggia e decidiamo di continuare nella battigia. Non abbiamo voglia di fare il bagno però i piedi a mollo aiutano ad abbassare la temperatura corporea prossima alla soglia del rimbecillimento. È un delirio, la gente sembra stratificata ed occupa ogni millimetro quadrato. Io vestita di tutto punto, con zaino e super macchina fotografica, sembro sbarcata dalla luna, più fuori luogo di un extraterrestre! L’acqua ha un incredibile colore giallo intenso per svariati metri dalla riva. Lella dice che ha sempre questo colore ed io penso che dipenda dal tipo di sabbia e non da una forsennata alimentazione del volume del mare da parte dell’innumerevole umanità che vi staziona.

L'Antico Stabilimento Balneare di MondelloAvanziamo in riva al mare fino allo storico stabilimento balneare, da lì in poi siamo obbligate a tornare nel marciapiede. Per poco, poi rientriamo in qualche modo in spiaggia. Non ho capito se ci stiamo intrufolando di straforo in qualche stabilimento oppure l’ingresso è consentito. Per la verità tutta la spiaggia è recintata ed io che arrivo da una città di mare non ho mai visto una cosa simile. Sono confusa! Anche perché sto cercando dei riferimenti visti nei film, specialmente quelli di “La mafia uccide solo d’estate - la serie TV”, ma non riesco a riconoscere nulla.

Eccoci nella parte estrema dell’arenile verso il porticciolo, sotto il Monte Gallo, e di nuovo siamo costrette a risalire nella strada. E adesso come ci liberiamo della sabbia nei piedi? Non c’è una sola panchina disponibile né una fontanella d’acqua. Vediamo la sedia di un venditore ambulante, di probabile origine bengalese, che forse immaginando la nostra intenzione si affretta a portarla via posizionandoci le sue terga. << Fesso! Ti avrei comprato una di quelle per me inutili cose che esponi se fossi stato più disponibile! >> Lo dico a Lella ma è ovviamente indirizzato al tipo che non ha saputo cogliere l’occasione, due minuti di sedia per una vendita assicurata.

Ci piazziamo in una bassissima e scomoda bordura di una aiuola, davanti ad uno stupido pappagallo elettrico che dice le stesse due frasi idiote ogni volta che qualcuno gli passa davanti. Purtroppo nello stesso momento un pargoletto straviziato decide che quelle parole sono il non plus ultra della giornata. Così dobbiamo sorbirci l’ossessiva ripetizione mentre il piccoletto gli saltella davanti in continuazione per attivarlo, accompagnato nelle sue gesta dai genitori con risate forzate. Non sono proprio di primo pelo e dalle facce penso che anche loro avrebbero voglia di strozzare l’artificioso pennuto, ma la creatura li tiene chiaramente in ostaggio e decide lui quando e se il gioco finisce. Ci sono alcuni deboli tentativi del padre di dissuaderlo ottenendo l’effetto contrario, anche perché la madre sembra timorosa di contraddire il piccolo dittatore. Purtroppo la creatura decide di smettere con il gioco contemporaneamente con la fine delle nostre operazioni, togliendoci anche la soddisfazione di allontanarci dalla rottura di scatole quando è ancora attiva.

PorticcioloProseguiamo verso il porticciolo stracolmo di ragazzini che si tuffano. Troppo caldo! Decidiamo di rifocillarci in un bar nella piazzetta lì davanti. Vogliamo forse privaci del caffè pomeridiano con merendina e aria condizionata? Ravvivate dopo la providenziale sosta torniamo indietro, la macchina è lontana ed il tempo del parcheggio sta scadendo.

Credo che nessuno più di me possa avere un aspetto da turista, nonostante ciò una coppia comodamente seduti su una panchina (mannaggia ad averla avuta noi prima!) ci ferma rivolgendosi direttamente a me con un << Immagino che siate di qua, sapete dirci se più avanti vale la pena di arrivare e se c’è un bar o locale dove si possa mangiare qualcosa? >>. Rispondiamo dando indicazione del bar dove abbiamo consumato poi, due passi più avanti lontano dalle loro orecchie, Lella si gira verso di me e commenta << Sembri bardata come un esploratore tibetano come può venirle in mente che sei di qua? La gente è strana! >>. Ridiamo sulla assurdità di quella deduzione.

L’auto sembra tremendamente ancora più lontana, qualcuno sta dilatando le strade come gomma da masticare? Eccola! Ovviamente al sole pieno, ovviamente un forno. Il tempo di far circolare l’aria spalancando le portiere e si riparte.

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Marina Hiker pubblicato il 13.10.2019 [ Viaggi ]


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