Lasciamo Mondello per Trapani. Nessuna tappa intermedia, nessuna fermata, solo poche frazioni di secondo per dedicare un pensiero al monumento che ricorda la strage di Capaci. Nulla è riconoscibile rispetto alle immagini di quei tragici fatti. Una lunga e sobria stele ricorda il sacrificio del magistrato Falcone, della compagna e tre uomini di scorta, in alto risalta il simbolo dello stato. Dalla macchina si nota solo quello e mi chiedo a quale stato devo pensare, quello che lo ha lasciato solo o quello a cui lui credeva? Il monumento è in corrispondenza di una curva, si gira e si fa in fretta a dimenticare, ciascuno verso la propria meta.
Non ci impieghiamo molto ad arrivare al nostro B&B Rosa fiorita nella Erice nuova, praticamente attaccata a Trapani. Abbiamo fatto la prenotazione in fretta e furia leggendo male le indicazioni e scopriamo che dobbiamo condividere il bagno con altri due villeggianti ma, a parte l'arrivo che coincide con il loro momento doccia, non avremo modo di disturbarci. Invece noto subito il livello di pulizia che sa di maniacale. Nella nostra stanza, ad eccezione del letto, gli arredi sono antichi e massici, il lampadario è di quelli con le gocce di cristallo, tante gocce. C'è persino uno specchio stile barocco con cornice dorata. Non riesco a trovare un grammo di polvere da nessuna parte e per tutto il tempo che staremo in quella stanza ripeterò stralunata la mia meraviglia per quel lampadario così sbrilluccicante e per la perfetta pulizia dei ghirigori dello specchio. I gestori ci consigliano di portarci dell'acqua se il giorno dopo vogliamo fare trekking nella Riserva Naturale dello Zingaro, perché spesso devono soccorrere incauti improvvisatori del cammino, del tutto privi di informazioni sulle elevate temperature estive, ridotti al limite della disidratazione. Non abbiamo la riserva in programma ma bensì Erice. Ci suggeriscono di usare la funivia (era già nostro intento) per via della difficoltà di trovare parcheggio nella storica cittadina. Ecco, siamo state informate per l'escursione di domani ma noi dobbiamo ancora goderci l'oggi.
Riprendiamo la macchina verso Trapani cercando indolentemente di decidere il programma per il giorno dopo, le info ci hanno un po' disorientato, speravamo di fare tutto con più calma. Lella non ha voglia di alzarsi presto ma vorremmo evitare di avere problemi di parcheggio, o di lasciare la macchina bella carica in qualche zona strana. Al momento dobbiamo anche decidere dove mollarla per visitare Trapani. La nostra politica sarebbe di trovare parcheggi liberi e stando al navigatore sembrerebbe una ipotesi quasi irrealizzabile. Invece ne troviamo uno in una strada vicino a Piazza Vittorio Emanuele, quasi un miracolo, la molliamo e decidiamo di andare a piedi fino alla punta estrema.
Sono già stata a Trapani nel marzo di dieci anni fa, fuori stagione turistica che anche allora iniziava ad aprile, ma la differenza con quella città è abissale. Come per altre cittadine i viaggi low cost ed i finanziamenti della comunità europea per il recupero dei centri storici hanno portato ad una esplosione di localini e tavolini all'aperto un po' ovunque. Strade chiuse al traffico ed invase da arredamenti in vimini di ogni tipo di longue bar. Un aspetto modaiolo che di certo non le apparteneva nella mia prima visita. Anzi ricordo che allora io ed una mia amica sembravamo davvero fuori lungo a camminare la sera della domenica lungo il Corso Vittorio Emanuele con le persone vestite a festa per la passeggiata del giorno festivo. La sensazione di allora era stata di trovarsi nella via principale utilizzata dalla comunità per incontrarsi, mostrarsi e socializzare. Noi sembravamo due americane sciatte in vacanza.
Non abbiamo tanto tempo prima che il sole tramonti e vogliamo goderci lo spettacolo dalla Torre di Ligny sulla punta del promontorio. Passiamo dalla parte destra, quasi esclusivamente pedonale, da dove si può ammirare Erice antica. La vista è davvero suggestiva. Sotto il bastione la spiaggia con gli ultimi irriducibili nonostante un sole ormai nascosto dalle costruzioni. Ricordavo quell'area più rovinata ed invece mi accorgo di quanto è stato fatto per recuperare le vecchie abitazioni spavalde sulla rocca. Lasciamo il bastione e scendiamo per prendere una delle stradine che ci porterà dritte alla punta. Qualche parcheggio disponibile lo troviamo ma non ci pentiamo della nostra decisione di conoscere la città con i nostri piedi.
Ed ecco che arriviamo al clou della giornata: il tramonto sul mare davanti al promontorio di Trapani. L'esperienza è superlativa! Alla nostra sinistra vediamo in lontananza le isole Egadi, purtroppo con un po' di foschia data la calura estiva, ma ruotando a trecentosessanta gradi di gode di un panorama fuori dal comune. Ci rilassiamo e ci godiamo le tipiche colorazioni di questa parte della giornata, non abbiamo bisogno d'altro: macchina fotografica in mano e sensi accesi. Nel porticciolo c'è una barca con vela latina, come le barche antiche, su cui svolazzano due bandiere, una è quella dei pirati, l'altra della Regione Sardegna che sembra proprio intonarsi con lo spirito della prima.
Con il sole ormai giù, torniamo indietro per cercare un posto che ci ispiri per la cena. A dir la verità lungo il Corso Vittorio Emanuele non manca la scelta, forse anche troppi i locali che occupano con i loro tavoli più di una metà della strada lasciando una parte minima al transito pedonale, in alcuni punti alquanto convulso. Lo percorriamo più volte, in parte alla ricerca di un posto che oltre ad offrire arredo trendy sia anche economico e meno turistico per i nostri palati ruspanti, in parte alla ricerca delle sigarette elettroniche per Lella. È tardi alcuni tabaccai ci rimbalzano perché in chiusura o privi della preziosa merce, ma non demordiamo ed alla fine ne troviamo uno apertissimo e ben fornito. Impareremo che in Sicilia occorre sempre confidare in quello che si può trovare più avanti, che poi coincide con quello si cerca.
Per la cena decidiamo di affidare la cura del nostro stomaco al locale vegetariano/vegano visto per primo nella parte iniziale dell'area pedonale del Corso arrivando dalla Torre di Ligny. La diffidente sono io, ho sempre paura di mangiare bambo (gergale = insipido, privo di gusto). Non sono una brava cuoca e detesto gli sprechi, quindi anche se sbaglio qualcosa me la mangio ma di certo mi infastidisce se sono i ristoratori a propormi cibo insulso. Diciamo che qualche volta dietro la scritta vegano molti mascherano la loro incompetenza pagata a caro prezzo.
Ordiniamo, paghiamo e ci sediamo in attesa che ci portino il cibo che sembra davvero insolito ed attraente. Risuonano le note di Billie Holiday, faccio i complimenti per le scelte sonore al ragazzo che ci porta le due birre locali, lui di rimando si meraviglia perché sono una delle poche a sapere chi è la cantante. Resto perplessa, non sono una grande esperta ma quella voce è inconfondibile, probabilmente in tempi di trap siamo rimasti in pochi ad aver orecchio per suoni d'altri tempi. Sedute su una specie di trespolo brindiamo al cibo che ci aspetta, al tramonto e a Billie Holiday. Birre buone. Mangiamo benissimo ed un signore si avvicina per risponde ad una domanda che ci siamo fatte sul locale. Veniamo a sapere un sacco di cose dalla "gola profonda", che poi risulta essere il padre del ragazzo che ci ha servito in tavola nonchè titolare dell'attività. Scopriamo che l'idea di quella ambiziosa scelta culinaria dipende dal corso di studio del giovane e dal lavoro all'estero come cooperante. In seguito ha deciso di tornare nella sua terra natia mettendo da parte laurea e specializzazione. L'arredo in metallo e legno massiccio sono stati fatti dal signor Giuseppe, il papà, mentre il nome del locale, Elipao Juisse, è la sintesi del nome di Paolo, il ragazzo, e di quello di sua moglie, l'altra titolare. Giuseppe ci dice che la maggior parte della clientela è ovviamente turistica, ma in effetti la cucina esotica rispetta la filosofia siciliana del cibo di strada, meriterebbe una miglior considerazione.
Dopo la lunga e piacevole chiacchierata ci alziamo e andiamo verso il bel palazzo dell'orologio che chiude la via. È troppo buio per fotografare ma io mi ostino e qualcosa salta fuori, compreso un giallo manifesto che ci ricorda che i diritti non devono essere mai dimenticati perché non sai mai quando ti può capitare di incrociare chi si arroga il potere di toglierteli. Ci avviamo verso la macchina soddisfatte, a questo giro abbiamo limitato la nostra visita a Trapani al vivere le sue strade, domani Erice ci aspetta!
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Marina Hiker pubblicato il 03.11.2019
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